pistoia. «LA POLITICA SFIGURATA»

Filippelli. Verso Sant’Iago. 2
Filippelli.

PISTOIA. Questo il contributo di un nostro lettore.

In una società frantumata, atomizzata dove la preoccupazione principale è diventata la sopravvivenza, in cui la politica è sfigurata nella società dello spettacolo, meglio nella cultura del narcisismo come scriveva già il grande sociologo americano C. Lasch quali spazi e vie d’uscita può ancora avere la domanda di giustizia e onestà?

Siamo in mezzo ad una situazione transitiva che dura da anni, in cui i partiti hanno perso progressivamente credibilità, in cui la fiducia è ai minimi storici, ed è urgente che ci sia un cambiamento di rotta per irrorare il tessuto delle nostre città di maggiore speranza nel cambiamento!

Purtroppo spesso vari tentativi di novità sono diventati simili alle posizioni di partenza, è bastato entrare nel meccanismo del potere per omologarsi alla situazione italiana.

Non mi aspetto la “salvezza” dalla politica, non è civile né cristiano aspettare ottusamente alla finestra che qualcosa cambi, ognuno è chiamato al proprio contributo per una vita degna per tutti.

Auspico però che qualche “politico” lo sia di razza e non un mercenario. Lo scollamento fra i rappresentanti eletti e il “popolo” è sempre più evidente, la disparità di condizioni economiche, l’impoverimento

progressivo di una maggioranza “silenziosa” che non grida ancora perchè rassegnata o/e istupidita dalle numerose distrazioni per non pensare (televisione e cellulari..).

Se “il popolo non elegge chi lo cura, ma chi lo droga” siamo stati dipendenti in tutti questi anni da personaggi che hanno influenzato la società italiana volgarizzandola, creando le premesse per un vuoto istituzionale occupato da una classe politica poco lungimirante e cialtrona. La sfida che si trova davanti chi si occupa della res publica, è tornare ad ascoltare la gente, uscire per la strada, lungo la via, per raccogliere le storie di tanti che sono stati dimenticati.

Tornare al dibattito pubblico per uscire dai salotti asettici, tornare ad incontrare la gente, parlare di giustizia sociale e non di grandi opere. Se “il coraggio intellettuale della verità e la pratica politica sono inconciliabili in Italia” come scriveva P.P. Pasolini auspico che dal consigliere comunale al deputato l’onere di diventare onorevole sia il peso della verità di fronte alle ingiustizie visibili.

Massimiliano Filippelli

Print Friendly, PDF & Email