PISTOIA. In esclusiva per la Toscana il Teatro Manzoni di Pistoia ospita da domani 11 a domenica 13 novembre (feriali alle 21, festivo alle 16) uno fra gli spettacoli più attesi, Le baccanti. Dionysus il Dio nato due volte di Euripide nell’allestimento de La Fabbrica dell’Attore-Teatro Vascello/Tieffe Teatro Milano/Teatro di Stato di Constanta (Romania), per la regia di Daniele Salvo.
La prima delle due tragedie nel cartellone del Manzoni (la prossima, Fedra di Sofocle, per la regia di Andrea De Rosa sarà in programma a marzo), è l’occasione per il ritorno a Pistoia di Manuela Kustermann. La grande attrice, protagonista dell’avanguardia teatrale degli anni 70 e 80, è interprete dello spettacolo assieme allo stesso Daniele Salvo, affiancati da Paolo Bessegato, Paolo Lorimer, Diego Facciotti, Simone Ciampi, Melania Giglio. Completa il cast il nutrito gruppo delle Baccanti: Giulia Diomede, Giulia Galiani, Annamaria Ghirardelli, Melania Giglio, Francesca Mària, Silvia Pietta, Alessandra Salamida. Firma le scene Michele Ciacciofera (già scenografo della Medea prodotta alcuni anni fa dall’Associazione Teatrale Pistoiese), i costumi sono di Daniele Gelsi, le musiche di Marco Podda, le luci di Valerio Geroldi, le videoproiezioni di Paride Donatelli.
Per il ciclo “Il Teatro si racconta”, la compagnia incontra il pubblico sabato 12 novembre al Saloncino Manzoni. Conduce l’incontro Gherardo Vitali Rosati, critico di teatro.
Le Baccanti fu uno dei “mitici” spettacoli allestiti dal Laboratorio di Prato di Luca Ronconi, di cui Daniele Salvo su allievo, nonché uno degli interpreti dei suoi Fratelli Karamazov.
Il lavoro rappresenta una finestra sull’irrazionale, su un mondo antico di reale libertà espressiva, di possessione dionisiaca, una riflessione sul senso del divino nelle nostre vite e su ciò che, nella nostra quotidianità, viene rimosso. La parola antica è un grido proveniente da un altro tempo, un appello alla riflessione, al risveglio dei sensi, un’esortazione a guardarci dentro in altri modi. Nel frenetico vivere odierno noi affidiamo gli ultimi scampoli di irrazionalità e presenza fisica ai momenti dell’eros, della malattia, del sonno.
«Abbiamo deciso di creare uno spettacolo complesso, perturbante ed emozionante partendo da Euripide e ritornando ad Euripide – commenta Daniele Salvo – , che indaghi nel profondo il mistero di Dioniso assaporandone l’essenza più pura, abbandonandoci alla vertigine delle Baccanti di Euripide, lasciandoci ipnotizzare dal dio dell’Irrazionale, dal dio del Mistero, dal dio del Teatro.
Nel mio lavoro, seguendo l’esempio di molti artisti europei contemporanei, miro a ricostruire una possibile via ad un teatro di interpretazione, ad un teatro di attori/interpreti, che sappiano avvicinarsi con umiltà ad un testo, che lo possano decodificare e che possano indagare e ricostruire i meccanismi compositivi e di scrittura di quel testo, senza sovrapporre soluzioni gratuite od arbitrarie a buon mercato e soprattutto senza mettersi in competizione con l’autore.
Tutto ciò che vedrete dunque, parte dal testo e ritorna al testo, passando per una percezione visiva e sonora contemporanea. Non troverete sovrapposizioni intellettualistiche, esibizioni tecnologiche o meravigliose “idee del regista”. La prima domanda: dov’è Dioniso oggi? Dove si cela? – continua Salvo – da circa 25 anni continuo il lavoro sulla vocalità e sul suono nelle sue più diverse forme, in stretta collaborazione con Marco Podda, medico foniatra e compositore.
Questo lavoro passa da tecniche foniatriche sofisticate, dall’analisi e riproduzione di canti etnici del mondo, dalle tecniche riabilitative e rieducative del linguaggio, dallo studio dell’espressione sonora nel periodo prenatale, nel parto e nei primi anni di vita, dall’analisi dei suoni prodotti nelle sedute di trance regressiva e nelle danze tribali, dall’indagine sugli effetti delle frequenze sonore sul cervello umano (Psicoacustica).
Nel Dionysus si è mirato ad un lavoro sul suono estremo, perturbante, utilizzando suoni privatissimi, poco usati nel quotidiano ed altamente significanti, suoni di false corde, falsetti estremi, stimbrati, sgranati e vocalità ipercinetiche non usuali (…). Le Baccanti non comunicano solo attraverso il linguaggio ed i suoi significanti, ma attraverso un lavoro teso alla ricerca di una vocalità antica e di una fortissima emotività. L’emotività: ecco il punto focale di questo lavoro. Dal mio punto di vista, è proprio la tanto vituperata emotività il veicolo che rende possibile ancora oggi la fruizione del tragico e della catarsi. È profondamente necessario per un interprete della tragedia greca, lavorare al raggiungimento di temperature emotive elevatissime, compromettere la voce ed il corpo per raggiungere degli stati davvero perturbanti».
La prevendita è aperta alla biglietteria del Teatro Manzoni (0573/991609 – 27112) e on line su www.teatridipistoia.it e www.boxol.it
[marchiani – atp]