pistoia. PCI, IL 96ESIMO ANNIVERSARIO DALLA NASCITA

96° anniversario nascita PCI
96° anniversario nascita PCI

PISTOIA. Il corso delle cose conferma che l’umanità ha bisogno di un nuovo sistema di relazioni sociali e di relazioni internazionali: il socialismo, fase di transizione dal capitalismo al comunismo. Di questo nuovo sistema più di 150 anni fa Marx ed Engels, i fondatori del movimento comunista cosciente e organizzato, hanno illustrato i presupposti creati dalla società borghese stessa, le caratteristiche che avrebbe assunto e le leggi della sua instaurazione.

Durante la prima ondata della rivoluzione proletaria il movimento comunista guidato da Lenin, Stalin e Mao Tse-tung ha confermato che la classe operaia è effettivamente capace di guidare le masse popolari e i popoli oppressi a costruire questo nuovo ordinamento sociale e questo nuovo sistema di relazioni internazionali.

Il corso delle cose ha anche mostrato e permesso di capire i limiti che il movimento comunista deve superare, in particolare nei paesi imperialisti, per portare a termine l’instaurazione del socialismo nel mondo.

Tutte le idee, le aspirazioni e le proposte di porre fine all’attuale catastrofico corso delle cose senza riprendere la rivoluzione socialista, chiedendo ai governi dei gruppi imperialisti di porre fine alla guerra, di cessare la loro politica di sfruttamento e di rapina dei lavoratori e dei popoli oppressi e di devastazione della Terra, sono illusioni e creano diversioni.

A breve ricorrerà il 96° anniversario della nascita del PCI, il modo migliore per celebrarlo è quello di promuovere il dibattito sull’esperienza della prima ondata della rivoluzione proletaria nel nostro Paese e a livello internazionale: sui quali sono stati i limiti che hanno impedito ai Partiti della Prima Internazionale Comunista di avanzare nell’instaurazione del socialismo nei paesi imperialisti.

Limiti che hanno impedito anche al PCI di portare a compimento l’eroica lotta contro il fascismo, cioè di fare dell’Italia un Paese socialista. Non siamo d’accordo con coloro che dicono che “non vi erano le condizioni per fare la rivoluzione”, o che addossano la colpa a fattori esterni: le tesi dell’onnipotenza del nemico, del tradimento dei dirigenti o di burocrazie manovratrici sfumano di fronte alla realtà: quando la classe operaia e le masse popolari marciavano verso il comunismo, non c’era forza del nemico, dirigente corrotto o burocrati che impedissero la sua avanzata.

Oggi è possibile dare una svolta al corso catastrofico delle cose che la Repubblica Pontificia impone nel nostro paese e che la Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti impone nel mondo. Per adempiere a questo ruolo storico occorre che i comunisti si uniscano su una giusta comprensione delle condizioni, delle forme e dei risultati della lotta di classe e che su questa base spingano in avanti, promuovano, organizzino e dirigano la lotta degli operai e delle altre classi delle masse popolari.

[carc pistoia]

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