PISTOIA. Treni, stazioni e aree annesse sempre meno sicure; cresce la preoccupazione dei cittadini e dei viaggiatori.
Questa mattina, 6 marzo, Giovanni Donzelli e Francesco Cipriani hanno incontrato gli agenti della Polfer alla stazione di Pistoia, sempre più oggetto di cronaca per gli incessanti episodi di violenza.
“La situazione è grave e drammatica – le parole di Giovanni Donzelli, capogruppo in Regione di Fratelli d’Italia – siamo qui oggi per denunciare nuovamente questa enorme difficoltà. La colpa non è solo degli aggressori, ma anche di chi permette loro di continuare a stare qui senza averne i titoli. Se delinqui vai fuori dall’Italia”.
“Scarsa sicurezza e pochi uomini nelle forze dell’ordine – dice Francesco Cipriani, Fratelli d’Italia-An Pistoia – bisogna aumentare gli agenti e metterli nelle condizioni migliori per lavorare”.
“Bene la presenza dei politici: che tocchino con mano le gravi difficoltà della Polfer e le problematiche dei passeggeri, ma soprattutto intervengano”. È quanto dichiara Andrea Carobbi Corso, segretario provinciale del Sap-sindacato autonomo di Polizia .
“È evidente che nell’ultimo periodo la situazione stia prendendo una brutta piega – continua Carobbi – e le cose vadano nel verso sbagliato: gli episodi di violenza sui treni e nelle stazioni sono aumentati, in alcuni casi le stesse forze dell’ordine intervenute, sono state aggredite riportando lesioni. Occorre ricordarlo ancora una volta, in particolare a chi governa e ci amministra: negli ultimi 10 anni il personale del posto Polfer di Pistoia è diminuito di unità di oltre il 30 %; quegli stessi operatori, oggi, hanno un età media anagrafica di 48 anni (da 41 anni, il più giovane, a 57 il più anziano), hanno la competenza su 15 stazioni ferroviarie, dove devono controllare i luoghi, le persone e prevenire eventuali crimini; detti scali sono privi di videosorveglianza, ad eccezione di uno , le cui immagini sono accessibili in tempo reale solo dagli uffici di Firenze anziché dalla Polfer di Pistoia.
Se all’avanzata età, all’esiguo numero di operatori disponibili, al numero delle stazioni da controllare aggiungiamo anche i 76 treni che giornalmente transitano per Pistoia, che debbono esser monitorati, è comprensibile capire il motivo per cui si verifichino episodi fuori controllo e violenti nelle aree ferroviarie della Provincia di Pistoia , che riguardano soprattutto cittadini, viaggiatori, studenti, pendolari e dipendenti delle ferrovie”.
“Gli operatori si trovano ad affrontare situazioni di ogni sorta – continua Carobbi – soggetti ubriachi, aggressivi e violenti; in questo contesto è davvero difficile tutelare il cittadino ed operare in sicurezza”.
“È un problema che va affrontato cercando una soluzione. Per il Sap occorre assegnare mezzi e strumenti adeguati ma soprattutto uomini, che tradotto significa stanziare risorse per la Polizia Ferroviaria di Pistoia per evitare che l’attuale degrado si possa trasformare in un totale decadimento di queste aree cosicché la Polfer possa così continuare a garantire la sicurezza delle persone in questi luoghi che appartengono a tutti i cittadini”.
“La sicurezza è e deve essere sinonimo di civiltà, per questo non si dovrebbe neanche parlare di spese ma di investimenti sulla sicurezza nelle nostre città, per noi, per i nostri figli e per le generazioni future” conclude Carobbi.
“Sono passati ormai due anni da quando – afferma Nicolò Bindi, ex candidato in consiglio regionale per FdI-An Pistoia – durante la campagna elettorale che ho sostenuto nella lista di FdI-An per le elezioni regionali, denunciai lo stato di abbandono in cui la nostra stazione riversava, favorendone così un pericoloso degrado.
Risulta oltremodo avvilente constatare che tale appello sia rimasto lettera morta, appello che, è doveroso specificare, arrivava non tanto da un ragionamento politico, non tanto dalla demagogia, ma dalla voce spazientita di molti pendolari come me, dalla voce di molti addetti ai lavori, che si trovavano e si trovano a fare i conti giornalmente con questo degrado, senza avere strumenti adeguati per fronteggiarlo.
Era la richiesta in poche parole di chi non chiedeva altro che di poter prendere un treno senza essere importunato, di chi voleva svolgere il proprio lavoro senza il pericolo di un’aggressione fisica.
Si dovrebbe arrivare a comprendere che una stazione ferroviaria è un luogo di partenze e un luogo di arrivi, e non una sorta di terra di nessuno dove le leggi umane non valgono.
Il problema fu allora ignorato. Per la buona pace di molti onesti cittadini si cessi di perseverare nell’errore”.
[Redazione]