PISTOIA. Fabio Bongi, una vita dedicata alla pallacanestro. Vice allenatore dai tempi di Lasi, è uno di quei rari casi di profeta in patria che può condividere con Paolo Moretti un percorso professionale pieno di lavoro intenso e ricco di soddisfazioni. Si presta oggi, con la grande disponibilità che lo contraddistingue, a rispondere ad alcune domande che gli pongo.
Ciao Fabio. Dopo qualche esperienza come primo allenatore, sono ormai diversi anni che ricopri il ruolo di vice. Che ruolo è quello del vice? Come descriveresti i tuoi compiti?
La mia mission è quella di integrare a 360 gradi il lavoro di Paolo. Credo sia importante che il coach ed il vice siano due persone diverse con idee diverse, così da potersi integrare sotto tutti gli aspetti, non sono sul piano tecnico.
Si racconta di un Moretti dal carattere difficile. Com’è lavorare con lui?
Paolo è una persona con un proprio vissuto, proprie idee ed esperienze, ma è sicuramente capace di ascoltare e questa credo sia la dote più importante. Non è difficile lavorare con lui, tutto sta nella capacità di interpretare i rapporti umani. Quando vuoi interagire assiduamente con una persona devi esaltarne i lati positivi ed accettare i lati negativi, sicuramente lui fa lo stesso con me.
Cosa preoccupa di più della trasferta di Bologna?
Il fatto che affrontiamo una squadra che gioca bene a basket, è ben allenata ed ha molto equilibrio tra talento individuale e gioco corale, sia offensivamente che difensivamente. Oggettivamente è difficile trovare punti deboli, sarà necessario dare il 100% per portare a casa la vittoria.
C’è qualcosa di particolare sul piano tattico che avete in mente?
Loro sono molto duttili, hanno un ottimo ritmo ed una grande aggressività fisica che, per fare un esempio, dimostrano nella grande capacità nel catturare rimbalzi offensivi. A livello di stazza fisica somigliano molto a squadroni come Milano e Sassari. Una cosa molto importante sarà reggere bene questo tipo di impatto, cercando di fare molta attenzione dietro soprattutto nel non fare esaltare i due esterni americani. Nella fase offensiva sarà decisivo non subire la loro aggressività.
Al di là del canestro segnato o sbagliato, della palla persa o recuperata, un tifoso presente a Bologna cosa deve osservare per provare a capire se il piano partita è rispettato?
Il body-language delle due squadre, sicuramente, più in generale come facciamo ogni singola cosa. Di solito si percepisce la frustrazione e l’esaltazione del giocatore, più in generale dove sta andando la partita a livello emotivo. L’adrenalina ti fa superare la fatica e gli errori, chi ne ha meno di solito perde.
Nella percezione del tifoso la stagione è girata con l’arrivo di Easley ed Amoroso. Cosa ha significato l’innesto di questi due giocatori dal punto di vista dello staff tecnico? Lo stesso Magro è sembrato beneficiarne molto.
Ha significato allungare la rotazione dei lunghi, ed una maggiore possibilità di mix non solo in partita ma anche in allenamento. Inoltre, non sottovaluterei anche l’importanza di poter spendere cinque falli in più.
Nelle ultime partite è sembrato di vedere Cinciarini in crisi di fiducia con se stesso. Come ti sembra?
Non credo, Cincia è talmente esperto da riuscire a gestire anche le partite meno positive. Sta bene, non ha alcun tipo di problema. Il punto è un altro, oggi questa squadra ha più attori protagonisti e non deve sorprendere che uno possa essere considerato Mvp la partita prima e meno incisivo la partita dopo, anzi sotto certi aspetti è un buon segno, significa che il gruppo è diventato davvero importante.
Lo straordinario esodo previsto per Bologna rende la misura di una città che ha fame di pallacanestro. Al di là di come andrà a finire questa stagione, quali prospettive vedi per il Pistoia Basket nel lungo periodo?
Credo che la città sia giustamente vicina al Pistoia Basket che, nonostante le difficoltà economiche, sta impegnandosi al massimo per far rimanere Pistoia ai vertici della pallacanestro nazionale. Tutte le stagioni hanno momenti positivi e negativi, credo che piano piano ci stiamo mettendo il momento peggiore alle spalle e che, dopo aver corretto qualcosa in corsa, ci si stia fortificando sul piano dell’identità di squadra. Il grande entusiasmo penso sia un premio per il nostro lavoro e per quello dei ragazzi. Non dimentichiamoci che ci stiamo salvando nella massima serie per il secondo anno consecutivo e che, ad obiettivo raggiunto, questo risultato andrà festeggiato da tutti.