PISTOIA. Chi sa (poco poco) di sport, sa bene che le società si valutano nelle difficoltà, non nei momenti belli.
È nel periodo nero che si capisce la bravura del dirigente, che deve tenere calmo l’ambiente, non farlo cadere in depressione, l’abilità dell’allenatore, che deve essere equilibrato all’insegna del motto “calma e gesso” e capace di infondere entusiasmo al gruppo nonostante tutto, le doti caratteriali degli atleti, che devono saper perdere prima di saper vincere.
Soltanto conoscendo il “valore” della sconfitta, si può giungere al successo. Vittoria e sconfitta, soleva ricordare Arrigo Sacchi, sono divise da un filo: ci vuole pochissimo per passare dall’estasi all’orrore, all’angoscia.
Ecco, ripartire dall’1-5 casalingo con la Spal sarà un bel banco di prova per la Pistoiese. Avrebbe potuto, con un risultato positivo, terminare alla grande un già splendido 2014 (la vittoria del campionato di D, la doppia promozione, l’eccellente cammino in Lega Pro), s’è trovata travolta da una nobile decaduta del calcio italiano.
Non sarà semplice ricominciare a gennaio, soprattutto se non ci sarà “dell’altro” ripetuto quasi ossessivamente dall’allenatore, Cristiano Lucarelli. “Questa squadra ha bisogno di altro” ha detto e sottolineato più volte il tecnico, come gridare “ho necessità di rinforzi, altrimenti…”.
Noi, in silenzio, osserveremo. Siamo certi che chi ha saputo allestire un gruppo così, se la caverà alla grande ancora… scavalcando con sapienza i primi ostacoli stagionali. E voi che ne pensate?