PISTOIA. Un’amica, che non vuole farsi pubblicità, ci ha raccontato una disavventura che merita di essere riferita e analizzata a vari livelli.
La signora, nella fattispecie, è stata indirizzata dal proprio medico di base ad uno psicologo per superare un momento difficile, complesso anche se non gravissimo.
La nostra amica ha aderito alla prescrizione medica ed ha quindi incontrato un professionista che si è dimostrato all’altezza del compito, inducendo l’autostima della paziente, rinforzando le sue certezze che si erano fatte vacillanti, e prescrivendo qualche blando psicofarmaco.
Premesso che questa città vanta un poco rassicurante primato nel consumo di psicofarmaci e che qualunque ne sia la causa, per certo, c’è una certa propensione a prescriverli… la nostra lettrice ha eseguito le istruzioni alla lettera e si è sentita, poco a poco, di potersi affidare allo psicologo.
Dopo un certo numero di sedute, a fiducia conquistata, il professionista ha iniziato un panegirico nei confronti della sua paziente, tessendone le lodi per la capacità di reagire, per le qualità indiscutibili di serietà e per la fortuna di cui la sorte l’aveva fatta oggetto conferendole tutte quelle doti. E poi… le ha chiesto 5000 euro.
Il medico ha cercato di impietosire la sua paziente con una storia improbabile di uomini cattivi, insensibili e immaturi, figli da mantenere all’Erasmus e altre difficoltà varie.
Per fortuna la nostra amica ha reagito in modo adeguato al suo elogiato profilo psicologico: non ha abboccato né si è più presentata dall’ameno strizzacervelli.
A cui tutti noi facciamo le spese. Come sempre.