piteglio. PRIMARIE PD, ANCORA SANITÀ

Punto di primo soccorso o Pronto soccorso?

POPIGLIO. Ci scrive un lettore che ieri sera ha partecipato al secondo incontro-confronto tra i due aspiranti alla nomina di candidato Sindaco per il centro sinistra per il nuovo Comune di San Marcello-Piteglio, che verrà deciso con le primarie di coalizione domenica 5 marzo dalla 8 alle 22:

Ho partecipato ieri sera 28 febbraio a Popiglio al confronto tra i candidati alle primarie del Pd, Silvia Cormio e Luca Marmo.

Avevo già partecipato anche al confronto tra i due candidati la sera del 24 febbraio nella sala Baccarini a San Marcello, ma sono voluto andare una seconda volta, curioso soprattutto di sentire di nuovo le risposte alle domande che pensavo e speravo avrebbero fatto i cittadini sulla sanità della Montagna e soprattutto sul Pronto soccorso.

Puntualmente sono arrivate, così come le solite vaghe risposte.

Il candidato Silvia Cormio ci informa che il Punto di primo soccorso a San Marcello, non sempre si limita a mettere il solito cerotto o a togliere l’ago di un cardo che ci punge quando gli si fa violenza e si cerca di togliere la castagna, ma a volte si spinge anche oltre, ma non è chiaro fin dove.

Non è quindi solo un Punto di primo soccorso, ma qualcosa di più, senza sapere cosa.

Parla poi dell’investimento da 500.000,00 euro nel nuovo fondo che dovrebbe forse contenere una “specie” di Pronto soccorso.

Dentro questo contenitore qualcosa va messo, speriamo sia qualcosa in più di un Punto di primo soccorso, ma la confusione è tale che non si sa bene cosa e chi debba decidere.

Dopo un intervento sulla sanità della Montagna di una operatrice del settore e di una volontaria, credo della Misericordia, intervengo facendo presente che non è necessario che i politici della Montagna si sforzino nel cercare di capire cosa ci dovrebbe essere in questa via di mezzo tra Punto di primo soccorso e Pronto soccorso a San Marcello, ci ha già pensato il legislatore, dando informazioni/indicazioni precise: decreto Balduzzi del 2013, Patto stato Regioni del 5 Agosto 2014, fino alla legge 70/2015 dell’Aprile 2015, pagina 24 punto 9.2.2 “Presidi ospedalieri in zone particolarmente disagiate”.

Luca Marmo e Silvia Cormio

È iniziato un confronto dal quale il candidato Luca Marmo si è tenuto in disparte, mentre Silvia Cormio continuava a ipotizzare un suo Pronto soccorso personalizzato per San Marcello, qualcosa che credo solo Silvia Cormio abbia in mente e che io e forse tanti altri non riusciamo a capire.

Non ho potuto fare a meno di alzarmi e portare ai due candidati al tavolo dove sedevano con il moderatore, il giornalista Sauro Romagnani una stampa della sola pagina allegata, del punto 9.2.2 “Presidi ospedalieri in zone particolarmente disagiate” della legge 70/2015.

Forse, non dovevo arrivare a tanto, ho la sensazione che quello che ho fatto sia giudicato come un gesto inopportuno e di grande maleducazione, ma la pazienza ha un limite.

Sono anni che chi ha lottato contro lo smantellamento del Pacini, parla e scrive di aree disagiate e di questi specifici punti che, se c’è la volontà politica tutelano i piccoli ospedali delle aree disagiate e questi “Signori”, non hanno ancora letto i documenti che gli sono stati inviati decine di volte.

Ho ricordato poi a Luca Marmo, Sindaco che ha aderito all’Associazione Comuni Dimenticati che in occasione del primo incontro ad Amatrice l’11 Ottobre 2014, incontro che aveva come oggetto la lotta contro lo smantellamento degli ospedali e dei Pronto soccorso nelle aree disagiate, montane e insulari, fu consegnato un documento scritto da un avvocato che affrontava il problema, per superarlo, bastava che chi di dovere avesse interpretato alla lettera queste disposizioni.

Non possiamo quindi accettare che questi punti non siano chiari.

Luca Marmo, una vera risposta non l’ha data e la sensazione avuta è che il documento preso ad Amatrice l’avesse letto così come conoscesse il punto specifico, ma, sempre sensazione, non c’erano state le condizioni per avere sulla Montagna una collaborazione degli altri amministratori per farli rispettare.

Adesso non possono più dire che non sanno! basta che leggano una sola pagina.

f.c.

IL PUNTO 9.2.2. DEL DECRETO BALDUZZI

Decreto Balduzzi 2013, Patto Stato Regioni 5 Agosto 2014, Decreto 70/2015 2 Aprile 2015 – Punto 9.2.2 Presidi ospedalieri in zone particolarmente disagiate

Le regioni e le provincie autonome di Trento e di Bolzano possono prevedere presidi ospedalieri di base per zone particolarmente disagiate, distanti più di 90 minuti dai centri hub o spoke di riferimento (o 60 minuti dai presidi di Pronto soccorso), superando i tempi previsti per un servizio di emergenza efficace.

I tempi devono essere definiti sulla base di oggettive tecniche di misurazione o di formale documentazione tecnica disponibile.

Per centri hub and spoke si intendono anche quelli di regioni confinanti sulla base di accordi interregionali da sottoscriversi secondo le indicazioni contenute nel nuovo patto per la salute 2014-2016.

Tali situazioni esistono in molte regioni italiane per presidi situati in aree considerate geograficamente e meteorologicamente ostili o disagiate, tipicamente in ambiente montano o premontano con collegamenti di rete viaria complessi e conseguente dilatazione dei tempi, oppure in ambiente insulare.

Nella definizione di tali aree deve essere tenuto conto della presenza o meno di elisoccorso e di elisuperfici dedicate.

In tali presidi ospedalieri occorre garantire una attività di Pronto soccorso con la conseguente disponibilità dei necessari servizi di supporto, attività di medicina interna e di chirurgia generale ridotta.

Essi sono strutture a basso volume di attività, con funzioni chirurgiche non prettamente di emergenza e con un numero di casi insufficiente per garantire la sicurezza delle prestazioni, il mantenimento delle competenze professionali e gli investimenti richiesti da una sanità moderna.

Tali strutture devono essere integrate nella rete ospedaliera di area disagiata e devono essere dotate indicativamente di:

  • un reparto di 20 posti letto di medicina generale con un proprio organico di medici e infermieri;
  • una chirurgia elettiva ridotta che effettua interventi in Day surgery o eventualmente in Week Surgery con la possibilità di appoggio nei letti di medicina (obiettivo massimo di 70% di occupazione dei posti letto per avere disponibilità dei casi imprevisti) per i casi che non possono essere dimessi in giornata; la copertura in pronta disponibilità, per il restante orario, da parte dell’equipe chirurgica garantisce un supporto specifico in casi risolvibili in loco;
  • un Pronto soccorso presidiato da un organico medico dedicato all’Emergenza-Urgenza, inquadrato nella disciplina specifica così come prevista dal D.M. 30.01.98 (Medicina e Chirurgia d’Accettazione e d’Urgenza) e, da un punto di vista organizzativo, integrata alla struttura complessa del DEA di riferimento che garantisce il servizio e l’aggiornamento relativo.

È organizzata in particolare la possibilità di eseguire indagini radiologiche con trasmissione di immagine collegata in rete al centro hub o spoke più vicino, indagini laboratoristiche in Pronto soccorso.

È predisposto un protocollo che disciplini i trasporti secondari dall’Ospedale di zona particolarmente disagiata al centro spoke o hub.

È prevista la presenza di una emoteca. Il personale deve essere assicurato a rotazione dall’ospedale hub o spoke più vicino.

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