PITEGLIO. TORNANDO SUL RESTAURO DELLA “FONTE DELLE FATE”

La cerimonia di inaugurazione della Fonte delle Fate
La cerimonia di inaugurazione della Fonte delle Fate

PITEGLIO. Riceviamo e pubblichiamo:

Le ragioni del cuore non collimano con quelle dell’apparire e del sembrare, partono da lontano, dalla fanciullezza, dalla giovinezza e dalla constatazione di avere avuto buoni insegnamenti e buoni genitori. Alla faccia dei “gender” e dei loro affini, a cominciare da certi preti.

La notizia, riportata da questo quotidiano, è di quelle apparentemente locali ma “sostanzialmente” pregnante: una famiglia ha voluto ricordare il proprio genitore con una elargizione per il recupero di un antico manufatto (vedi) destinando al suo recupero una somma in denaro.

È una famiglia montanina di nascita e di tradizioni, che ha percorso il tragitto di tante famiglie della montagna; sono partiti poverelli e sono sempre tornati, avendo fatto fortuna, nella loro terra, Piteglio.

Lui, partito come operaio, lei, come si usava dire, “a servizio” in case di signori: un progetto di vita andato a buon fine e senza sbavature.

Piteglio, i cittadini e villeggianti presenti
Piteglio, i cittadini e villeggianti presenti

I figli hanno ritenuto di “dare” in memoria del padre. È un piccolo-grande gesto, ma se lo inseriamo nel più vasto concetto di partecipazione alle proprie radici, al proprio essere ed alla propria provenienza, allora tutto assume un altro significato, quello vero e genuino: di lì si parte, lì si torna, come le pecore portate al pascolo, a turno, o i necci con la ricotta (quando c’era) in attesa di tempi migliori.

Per qualcuno i tempi migliori sono arrivati, per altri no: c’è chi se ne ricorda e chi, scioccamente, cerca di rimuovere un passato che non ha niente di ignobile o di reprensibile.

Questo gesto di montanina nobiltà cui accennavamo ci porta inevitabilmente a considerare quanto i giovani, che la scuola non educa più, al massimo istruisce, a seconda di chi capita loro, pensino solo a prostrarsi al “dio denaro” e a considerare la loro terra come una stazione di partenza senza ritorno.

Insomma l’avvenimento dovrebbe indurre a riflettere e non rimanere un episodio estivo per riempire le locandine degli eventi agostani.

La montagna ha ancora un cuore immenso.

Montanino
che non gradisce pubblicità

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