più pesi & più misure. CARA GIUSTIZIA DI PISTOIA, IO «DISOBBEDISCO E PUBBLICO», MA TU NON PROVI NEPPURE UN GRANO DI VERGOGNA?

Meno male che “è bello vivere in un paese in cui, art. 21, ognuno può esprimere liberamente le proprie opinioni”, come disse Benigni davanti a Mattarella al tempo del “bordello” di Sanremo!


Quanti problemi si celano sotto il pelo dell’apparente tranquillità?


PRIMA LE ISTITUZIONI

E SOLO DOPO IL CITTADINO


 

S. Jacopo 2023. Tutto va ben, madama la marchesa… [foto da ReportPistoia]

Il cittadino cui è stata “sequestrata” la madre, che peraltro da ieri pomeriggio è già a fine-vita, ci ha inviato le copie degli esposti-querela che aveva presentato ai carabinieri di Monsummano il 14 giugno 2021, il 9 luglio 2021, l’11 marzo 2022, il 27 ottobre 2022 e il 22 gennaio 2023.

Ha aggiunto: «Considerate che tutti questi documenti sono giunti in procura prima del sequestro di mia madre, avvenuto in data 7 febbraio 2023; e della relativa Ordinanza Cautelare da me subìta sempre lo stesso giorno».

«Praticamente – sottolinea la “vittima” dell’amministrazione della giustizia di Pistoia – tutto insabbiato sistematicamente dai signori magistrati. Nessuna indagine ex art. 358 cpp; nessun testimone ascoltato di quelli indicati». E le cose sono tutte e solo precipitate.

«Al contrario, quando l’Usl ha sferrato il suo attacco, la sua querela contro di me – poi finita in mano al sostituto Giuseppe Grieco – n.d.r. – è immediatamente partita per il suo corso: insomma sono state preferite solo le accuse Usl, peraltro non supportate da nessuna perizia di un medico di medicina legale o di tecnica infermieristica».

«In sostanza sono state sufficienti le frasi di alcuni infermieri, per permettere alla “giustizia” pistoiese di intervenire e fare portar via mia madre, sottoponendomi alla vergogna di essere scaraventato per strada dopo essere stato allontanato per decreto dalla casa materna. Un affronto sconvolgente!».

Evidentemente il doppiopesismo di casa-Coletta è rodato sotto ogni punto di vista. Ve ne diamo un esempio?

Nel processo Hitachi contro un sindacalista poi licenziato in tronco, Claudio Curreli chiese i tabulati telefonici (premevano alla direzione della fabbrica) nel giro stretto delle ore intercorrenti fra un venerdì e il lunedì mattina seguente. Parola del Signore.

È umano e civile dover morire così in un ospedale della repubblica della legalità costituzionale?

Ma lo stesso Claudio Curreli, invitato a chiedere tabulati telefonici per una signora di Montale oggetto di stalking da parte di un porco ossessionato, impiegò, per operare, oltre 12 mesi. Si vede la differenza o, come direbbe Panarello, si vede il marsupio? Pistoia naviga in acque come queste.

Situazioni di tal fatta – checché ne dica il Pm capo – non possono e non devono passare sotto silenzio, dato che sono indicative di un modus operandi evidentemente anomalo grazie alla cosiddetta “discrezionalità” dei tutori della legge.

A Pistoia, nonostante le famose gite spirituali in Duomo in onor di Sant’Jacopo, chi ha peso o politico o istituzionale (economia, finanza, partiti, «prossimità sociali» di vario genere) ha un trattamento particolarmente favorevole rispetto, per esempio, a chi rivendica i propri diritti (non il di più!), ma sta sui corbelli perché non esercita lo ius culilingui: in termini realisticamente senecani o danteschi, il diritto del “lecco al potere”.

Non solo. Ma il cittadino interessato da questa stomachevole storia di mala giustizia e mala sanità accoppiate, si è pure sentito dire che deve smetterla di far pubblicare da noi, ribelli di Linea Libera, foto – peraltro depurate – della madre: o altrimenti saranno guai.

Per chi? Per noi che raccontiamo la verità o per i “campioni della legalità” che nascondono gli scempi ai danni dei cittadini?

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]


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