pizzeria del rifugiato. MIGRANTI PIZZAIOLI E NIENTE TASSE: È TUTTO AL NERO

Don Massimo Biancalani

PISTOIA. La Pizzeria del rifugiato, aperta da don Biancalani nei locali della parrocchia di Vicofaro per far lavorare gli immigrati da lui accolti, è un’arma a doppio taglio. Di persone ricolme di buone intenzioni è pieno il mondo, bisogna poi valutare concretamente in cosa esse consistano.

Abbiamo posto un paio di interrogativi alla Agenzia delle entrate per domandare l’eventuale correttezza dell’improvvisata pizzeria a Vicofaro, chiedendo ad esempio se sia lecito non emettere scontrini, cosa comporti l’assenza del listino prezzi che concede di cenare pagando tramite libera offerta, come sia definibile un’attività del genere che eroga un servizio ogni sabato sera e se siano definibili volontari i ragazzi che vi lavorano.

Innanzitutto, trattandosi di una pizzeria che apre ogni sabato sera, e mancando quindi la saltuarietà, è a tutti gli effetti un’attività commerciale. Immediata conseguenza di ciò è l’obbligo di apertura di una partita Iva. Da qui nasce l’obbligo d’emissione degli scontrini sebbene il pagamento della cena avvenga tramite un’offerta libera. Per farla breve, lo scambio che avviene tra titolare (che non sappiamo chi sia) e il cliente deve essere in qualche modo registrato.

Per quanto riguarda i “dipendenti”, è impossibile qualificarli come volontari mancando il presupposto della saltuarietà. Anche loro hanno bisogno di una qualsivoglia forma di contratto e devono essere sottoposti a tutta una serie di controlli sanitari per poter risultare idonei all’esercizio della ristorazione. Come ricorda don Massimo, essi sono però correttamente in possesso dell’attestato HACCP.

Il problema che si pone, più che di stretta conformità alle regole, riguarda la concorrenza che la Pizzeria del rifugiato opera nei confronti delle pizzerie limitrofe. Il quotidiano La Verità ha riportato, meno di due settimane fa, le lamentele dei titolari della pizzeria Scimpanzé i quali, venuti a sapere di come si eroga il servizio di ristorazione dalle parti di don Biancalani, hanno appunto lamentato la concorrenza sleale che subiscono.

Insomma, è inutile dire che, tra coloro che sono attratti da una buona cena spendendo poco o niente e

Don Biancalani a La 7

coloro che vi si recano per spirito di solidarietà verso la politica di don Massimo, ogni sabato sera la sala si riempie. Sono stati contati cinquanta coperti.

E sorge anche il dubbio sull’utilità effettiva di questa pizzeria: don Massimo ci ha detto che “oggi è aperta ma domani potrebbe chiudere perché i ragazzi, una volta in possesso del permesso di soggiorno, possono andarsene”. Alla luce di ciò, appare evidente come quest’attività di ristorazione sia stata messa in piedi alla bell’e meglio solo per zittire i dubbiosi che si domandavano (e continuano a farlo) quali prospettive avessero gli immigrati accolti a Vicofaro.

Le buone intenzioni contano ben poco: ciò che è importante è il risultato finale. E come sempre riusciamo a vedere solo una gran caos.

[Lorenzo Zuppini]

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One thought on “pizzeria del rifugiato. MIGRANTI PIZZAIOLI E NIENTE TASSE: È TUTTO AL NERO

  1. Qualcuno vuol negare loro il vitto , l’alloggio e il lavoro ? chi nega questo è un razzista naturalmente
    Vaglielo a raccontare a quei poveri cristi di cittadini italiani che perdono il lavoro , la casa …la dignità!!

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