poerannói. DUE RIFLESSIONI IN CROCE SULLA GIUNTA DI AGLIANA E SULLA VOGLIA DELLE DESTRE DI RIMETTERE TUTTO IN MANO AL PD

La gestione La Pietra-Pira sembra fatta apposta per far tornare i compagni alla guida della vecchia Balilla che perde ruote e parafanghi. E anche a livello toscano le cose non cambiano: la Lega non esiste. A Pistoia le sezioni del partito sono scappate fuori per sbaglio dal contagocce. Intanto nella Piana di Agrumia la squadra di Benesperi boccheggia come i pesci dell’Ombrone e aspetta l’ossigeno dalla segretaria Aveta, che fa politica al posto di chi la politica non sa proprio farla…

 

Benesperi e Ciottoli hanno bestemmiato quindici anni e poi, mandato Napoleone a Sant’Elena, hanno riaperto un vero e proprio Congresso di Vienna e con la loro sciocchezza politica hanno inaugurato trionfalmente uno stupendo processo di restaurazione da vero Ancien régime. Peggio dei comunisti

ROVESCIAMO IL COMÙN COM’UN CALZINO

MA SOLO PER UN MESE E UN POCHININO. . .

E POI CHE TUTTO TORNI COME PRIMA

PER DIVERTÌSSI E PERCHÉ FACCIA RIMA!


Mi sa che l’hanno messo in mezzo…

 

Poi quando intorno è spenta ogni altra face,
e tutto l’altro tace,
odi il martel picchiare, odi la sega
del legnaiuol, che veglia
nella chiusa bottega alla lucerna…
                                   G. Leopardi, Il sabato del villaggio


 

QUANTE ne avrò viste di giunte aglianesi? Si parte dall’archeologia; da quando era vicesindaco e – mi sembra di ricordare – assessore al personale, don Antonio Bagni, con cui (1975-78) da sindacalista Uil-Enti Locali ho trattato questioni di personale. E don Bagni non si scherzava: uomo dal pugno di ferro e senza guanto di velluto.

Salto a Marco Giunti. Poi salto a Magnanensi (stendiamo un velo pietoso su questo sindaco riassumibile con una delle sue famose battute «piatto ricco, mi ci ficco») e poi scivolo sulla Ciampolini, un esempio di sacra inefficienza (chissà come si incazzerà il suo motociclettaio GdF (non Guardia di Finanza), che vuole insegnarmi a scrivere, mentre è lui che deve ancora imparare a leggere…

Mangoni 2, aldilà del pensiero di partito: in pratica una giunta davvero civica

Dopo l’Eleanna ribaltone con Mangoni, pensaci Giacomino! Riuscì a metterla al tappeto, ma s’ebbe (secondo i princìpi democratici Rino[cerontiani]) il commissariamento dal friggitore ufficiale dell’Accademia Rosticcèrica del Pd: con a fianco qualche pupattola e qualche burattinello. Finché Giacomo, con i coglioni scésigli fino alle noci dei piedi, si dette uno scrollone, mandando tutti a fare al posto giusto: in culo.

Fu bravissimo con quel suo unico, inimitabile gesto di insofferenza alla porcheria pressappochista di un Pd aglianese stracotto fino all’osso; fatto di sorrisetti del Vannuccini (l’assente eterno), di chiacchierine della Noligni (600mila euro fuori-squadra lasciati quando scappò dall’ufficio neppur tanto frequentato); di sorrisetti della vicesindaca Luisa.

Alessandro Romiti chiamava la prima giunta mangònica “giunta dei codardi”: ed è odiatissimo a Agliana perché è, giustamente, un po’ scoglionato e dice le cose troppo in faccia. Del resto, per dirle senza dirle sono bastati anche don Tofani-El Che; il presidente della Misericordia, l’artiòlico eterno incazzato che cita e ri-cita chi non lo ossequia stendendo tappeti rossi dove mette i piedini; la sua sostituta attuale, l’avvocatina Ilaria Signori, che fa una vita da signore supeprotetta da un nugolo di “nei secoli fedeli”, dal babbo, al fratello, al marito, per poi arrivare a tutti quelli in congedo di cui mi dicono che è diventata presidentessa (è vero o no?).

Ora che ho rifatto incazzare a dovere i maggiorenti aglianesi, veniamo più al sodo. La seconda giunta Mangoni, la “macedonia” secondo l’odiato Romiti, è stata – a mio modesto parere – la migliore che Agliana abbia avuto scordandosi di dire sì al partito e mandando, senza mezzi termini, a fanculo la serie dei soliti parassiti istituzionali delle rosticcerie di Bonelle.

Giacomo Mangoni, dignità

Giacomo Mangoni, Ambra Torresi, Giulia Ammannati Palandri, Luciano Nesti, Massimo Zucchelli rappresentarono, fino al cambio di rotta verso destra, quella frutta che, per un po’, si scordò dei commissari-friggitori; dei suonatori di chitarra amici delle ribollite e del Bardelli di Tvl; della politica spicciola dei piaceruzzi «a’ sua». E si dette da fare, aldilà delle idee di marca partitica, per rassettare un’Agliana di compromessi e dita nella marmellata care all’antisalviniano-filopalestinese don Tofani.

Di Luciano Nesti sapevo, oltre al fatto che il suo cuore che batte a sinistra, che era padre di una mia allieva, la Nuela. L’Ambra Torresi l’ho conosciuta circa un mese fa e, a pelle, sùbito, m’è parsa una ragazza semplice, quadrata e disponibile.

Ora la sinistra tradizional-pd-postdemocristiana mi chiederà: ma che vuoi? Voglio dire che, forse, tra tutte le giunte aglianesi, che ho conosciuto a partire da quella dell’amico Renato Risaliti, non dico la meglio, ma senza dubbio la meno pilotata è stata questa penultima Mangoni 2. E gli ci è voluto un bel coraggio, a Giacomino, a dire «fuori dalle palle!» a quella caponata indigeribile che è il luminoso Pd!

E allora poerannói se, dopo l’esperienza mangoniana – una vera lista civica di fatto, che andava ben oltre qualsiasi logica palamàrica del «si deve fare così per il partito» –,
Agliana è finita in mano a una più o meno accozzaglia di sedicenti alleati (FdI e Lega), che fanno allegramente a farsela: si strizzano l’occhio e se ne vanno in culo l’un con l’altro in quanto hanno alle spalle non partiti veri e seri, ma persone poco affidabili (La Pietra-Pira) che a tutto guardano fuorché alla coerenza rispetto al programma grazie a cui sono stati eletti.

Intanto – è inutile nasconderlo, perché si vede e si respira nell’aria come il Cornavirus (papa Francesco dice così) – la giunta Benesperi è come una pesca spiccace, è affettata a metà: da una parte FdI e dall’altra la Lega.

Luca Benesperi ha superato brillantemente la sindrome da stress del potere

E mentre al dottor Luca, sindaco della delusione, è passata la sindrome da stress del potere e ha smesso di ripetere ora mi dimetto; le cose vanno avanti come le reti dei pescherecci: a strascico. Sindaco e vicesindaco non si incontrano; l’assessore Ciottoli, con la sua aria da agnellonismo senza limitismo, corre e rimbalza come una pallina cromata di quelle da flipper; le donne della giunta sognano: a una suggerisce le mosse il babbo ad avvanzo-tempo; un’altra, la  Katia Gherardi, c’è, ma è lì solo perché, presentata dalla Lega al suo paese in Valdinievole e regolarmente bruciata dopo che il vero candidato leghista si era ritirato, doveva essere, in qualche modo, risarcita per tutte le spese che aveva affrontato nella sua ritirata di Russia. Quanto a Giulia Fondi, ma c’è davvero?

La politica, però, non si fa così, gente. E aver messo da parte le leghiste della giunta Mangoni 2, solo per accomodare le cosine di casa-Lega con le manine, non ha – evidentemente – portato bene.

Gli alleati di destra pistoiesi (FdI-Lega) non possono dipendere dai semplici giochini dei tre bussolotti con due senatori e una Pira presentata alle regionalim e che ha una sola esperienza: Toscana Energia. E che, magari, ora si rincazza e va a Roma a presentare una nuova querela contro Linea Libera e me: ma che colpa abbiamo noi dicevano i The Rokes? Non se ne accorgono, i MasterChef pistoiesi, di avere sbagliato tutto e di stare sbagliando ogni cosa anche in questo momento?

La destra è partita lancia in resta per una battaglia contro i giganti ed è finita a fare il don Chisciotte col prendere di mira le pale (e no le palle, come voleva far credere) dei mulini a vento.

Agrumia. Aria di Congresso di Vienna e di Restaurazione

Benesperi e Ciottoli hanno bestemmiato 15 anni e poi, mandato Napoleone a Sant’Elena, hanno riaperto un vero e proprio Congresso di Vienna e con la loro sciocchezza politica hanno inaugurato trionfalmente uno stupendo processo di restaurazione da vero Ancien régime. Peggio dei comunisti.

Aiutati dagli interessi personalistici dell’incollo a sputo Lega-FdI che durerà, come l’estate di San Martino, solo tre giorni e un pochino: e portati per la manina da una segretaria generale, la dottoressa Paola Aveta, che invece di fare la dirigente, fa più semplicemente politica al posto di chi non è in gradi di farla.

Volete farmi condannare perché ho queste opinioni? Accomodatevi. La destra a Pistoia è stata un incidente di percorso, ma ormai manca poco, solo un paio di anni e poi vedremo risorgere, per nostra somma gioia, il glorioso sol dell’avvenir!

O vicesindaco di Agliana, avvocato Federico Ferretti Giovannelli, mi faccia una cortesia. Quando incontra il senatore La Pietra, me lo saluti e gli faccia fare gli esercizi spirituali – come i preti, a cui mi pare che somigli molto – su questo mio pezzo eretico e irriverente. Grazie e che dio ve la mandi bòna!

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]
È ancora possibile esprimere le proprie opinioni o finiamo
direttamente nell’orrendo fuoco della pira del Trovatore?

 

 

A vedere la giunta di Agliana e il suo generale Benesperi, mi tornano in mente alcuni versi di un famoso poeta greco, Archiloco (frammento 61 D.), che ci racconta una sua eccezionale esperienza da vero Capitan Fracassa:
          Sette a terra eran caduti:
          li inseguimmo e li afferrammo.
          Fummo in mille ad ammazzarli.
Che forza e che coraggio! Il pupo Benesperi piangeva perché i comunisti non gli davano mai spiegazioni e documenti: e ora c’è lui a negare spiegazioni e documenti.
Ma dopo il Congresso di Vienna e la restaurazione, si ricordi che di solito viene il Risorgimento. Eppure il dottor Benesperi dovrebbe saperlo. S’è pure laureato sulla rivoluzione americana…


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