poggio. DALLA GIUNTA PALANDRI UNO SCIPPO DI DEMOCRAZIA CHE DIMOSTRA SOLO PAURA

Nota di “Poggio, Insieme!” sulle mancate dirette streaming delle sedute del Consiglio Comunale. La destra teme che i cittadini siano informati. L’opposizione chiede l’immediato ripristino della trasparenza. Il problema non è economico

POGGIO A CAIANO – Un inaccettabile scippo di democrazia che dimostra una grande paura rispetto al diritto dei cittadini a essere informati in modo corretto. Significa questo il tentativo, messo in atto dalla giunta Palandri, di ostacolare le dirette streaming dei Consigli Comunali di Poggio. Sono ormai mesi che questo diritto, oggi facilitato da una normale tecnologia, viene impedito.

Da anni, attraverso un service esterno e dunque con adeguata qualità e con una spesa sostenibile, le sedute del Consiglio venivano trasmesse in diretta restando sempre visibili sul canale YouTube. Da mesi non è più così. Il massimo è accaduto nell’ultima seduta quando a pochi minuti dall’inizio i cittadini hanno saputo che la promessa diretta non ci sarebbe stata per un non meglio precisato “problema tecnico”.

Un imbarazzato presidente del Consiglio Comunale ha poi balbettato che la colpa sarebbe da assegnare ai costi. Mazzoni, che ogni mese “guadagna” la sua indennità (400 euro: il decimo dei 4 mila spettanti ogni mese al sindaco) per un ruolo di scarsa utilità, sa bene che il motivo non è economico.

Fino a oggi, infatti, ogni diretta streaming è costata appena, in media, sui 400 euro. Una cifra sostenibile per una amministrazione che, nel 2024, ha speso oltre 50 mila euro per la sua propaganda politica.

Il sospetto è che questa destra abbia paura di una tecnologia oggi normale perché così i cittadini hanno modo di capire. Impedendo le dirette si ostacola il diritto alla conoscenza. E ciò è grave.

Il palazzo comunale di Poggio a Caiano

Nell’ultima seduta, ad esempio, la maggioranza sapeva di avere un problema di tenuta interna su un certo argomento. Così è accaduto. Ed è stato utile, per lor signori, non far vedere la rottura in aula. Si sono affidati alla scusa di un “problema tecnico” che nessuno ha però spiegato.

L’unico modo per contrastare tale sospetto è che si riprendano subito le dirette fatte in modo serio e non con un pessimo audio che impedisce di capire.

Il 30 dicembre ci sarà un’altra seduta di Consiglio: ci auguriamo che non si ripetano “problemi” e che sia riattivata una efficace ed efficiente diretta streaming.

La paura che i cittadini sappiano ciò che questa maggioranza combina non si combatte con la censura, ma con la trasparenza. Per i cittadini trasparenza è un diritto, per gli amministratori un dovere.

[poggio insieme]

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