SE NON S’ERA SVEGLIATO L’ARCHITETTO
QUALCUN DORMIR DOVEVA SOTTO IL LETTO
DOVEVA esserci il 9 luglio, ma poi, per quella data, sembra che sia stata fissata una seduta di consiglio comunale e la cerimonia sarà rinviata. Un giorno prima o un giorno dopo non cambia nulla nella sostanza delle cose.
Ve la raccontiamo come l’hanno raccontata a noi e, quindi, con il cosiddetto “beneficio d’inventario”; con quest’ultima parola che può avere legami e parentele anche con un verbo caro ai politici inventare, cioè raccontare a braccio come Collodi nelle sue famose avventure di Pinocchio.
L’azione si svolge in due Comuni pistoiesi. Il primo, e più importante, è il capoluogo, quello che è passato dalla “beata gestio comunistorum” (la miracolosa gestione dei compagni) alle mani di Alessandro Tomasi, che purtroppo ha avuto nelle sue file sfilacciate la presenza di un capigruppo FdI che ha pensato a voce alta (povero Galligani!) e che, in ossequio al politicamente corretto tanto caro al senatore romano, s’è dovuto dimettere precipitevolissimevolmente.
L’altro Comune è quello di Serravalle, che si avvia verso la fine della consiliatura di Piero Lunardi, il quale è, però, molto più sveglio di quel che possa sembrare o lasciar credere.
Siamo, come area, aldilà del Serravalle, sotto la Torre di Castruccio. Precisamente in via Marlianese, nell’alveo della Nievole, dove, a un certo punto, salendo, sulla destra si incontra un edificio di una trentina di villette a schiera dal roseo color primaverile.
Il luogo è ben arieggiato e luminoso; nient’affatto chiuso e buio e, come edilizia, può risolvere i problemi abitativi di una trentina di famiglie, metà pistoiesi e metà serravalline.
Fra l’altro sembra – garanzia di bontà del prodotto – che la prima villetta acquistata nel blocco, sia andata a Luca Santucci, nipote di Renzó Le Mokó; Santucci l’assessore serravallino, invitato a fare il sindaco alle prossime, ma che pare abbia risposto marameo.
Legittimo sposo di rampolla di nobile schiatta Pd: per intenderci la figlia di Remo Fattorini – salvo errori e omissioni –, il quale, decollato con il settimanale dal titolo di SetteGiorni, e menato (dal popolare menare = portare) a Firenze da Vannino Chiti, ebbe una brillantissima carriera-lampo (al contrario dei nazis, i Pd non fanno guerre-lampo, ma carriere-lampo sì: vedi la Lucilla Di Renzo, quella che “vespa” e, quindi, “mangia le mele” col sindaco Tomasi) diventando portavoce di Rossi e, andato in pensione, nominato addetto stampa dei francesi del Tpl, quella cosa controversa che sta a cuorissimo al ganBuca di Toscana (tanto che ci querela tutti sopra).
Ma torniamo a noi. Il complesso delle rosee villette fu costruito (ci dicono) da Pietro Scarcella. Poi è rimasto lì fermo da più di un po’. Finché, cambiata amministrazione a Pistoia, l’assessore Alessandro Sabella (politiche giovanili, politiche della collina e per la montagna, partecipazione, tradizioni e manifestazioni jacopee, servizi demografici, statistica, turismo) s’è accorto, chissà se per caso o no, che, nella città di Cino, la precedente amministrazione illuminata di sinistra aveva avuto promessa, da parte della Regione, di alcuni milioncini di euro per la costruzione di alloggi popolari.
Ma il Pd – pare – non era riuscito a cavare il cosiddetto ragno dal buco. Non di rado, infatti, i comunisti sono bravi a non essere efficaci ed efficienti.
Morale della favola? Stefano Agostini – se abbiamo ben capito – architetto e consigliere serravallino, di recente entrato in FdI, neogruppo lapiètrico – inizia a interessarsi al caso. Fa la strada soda a Firenze andando più volte in Regione. Realizza una “cucitura” Pistoia-Serravalle, e riesce a catturare i milionici d’euro che fluttuavano in aria, trascinandoli, con Sabella, in area Serravalle, e approntando un piano di emergenza abitativa che darà casa a serravallini & pistoiesi (pare 13 famiglie a testa).
Questo sarebbe il quanto. E non è poco né per l’amministrazione Tomasi né per l’amministrazione Lunardi: sono stati bravi. Quello che non riusciamo a capire noi, gli ottusi di Linea Libera, è perché il centrodestra di Pistoia, dinanzi a una sostanziale e sostanziosa inefficienza e incapacità gestionale del Pd che di fatto aveva perso i fondi regionali per l’edilizia popolare, non abbia, con fair play, ma al tempo stesso con opportuna fermezza e decisione, tappato la boccuccia di rosa ai compagni quando, per esempio, si sono scagliati contro il sessismo di Pagliai o l’abbandono e il degrado di Bonelle (dove il Pd fa le frittelle).
Non è che la politica corretta del Senatore La Pietra sia impregnata di bergoglismo prono a quel marasma che è stato il comunismo sia per il mondo che per l’Italia? Un comunismo disonorevole che ha guidato da padrone lo stato con tutti i suoi migliori post-comunisti: i Palamara, i bibbiani, i Napolitani, i Lotti, le Bosche e i Renzi e i margheritosi del Monte dei Paschi e i Mattarelli, rovinando 60 milioni di cittadini e puppando alla puppa dell’accoglienza.
Credo che, sia Tomasi che Lunardi, più che andare a mangiar pere al San Jacopo con la Lucilla Di Renzo, dovrebbero alzare una statua in piazza a Stefano Agostini che, sarà pure contro la Bardelli in FdI, ma con questa mossa ha portato a casa un bel risultato, no?
E intanto, Lunardi, ci dici chi saranno gli invitati ufficiali all’inaugurazione delle villette di via Marlianese? Personalmente vorrei vedere il nome di Stefano Agostini in prima linea…
Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]
Le notizie, per Virgilio, hanno i piedi in terra e la testa in cielo. Viva l’art. 21 della Costituzione
Se le destre non aprono i faldoni del Pd in piazza, vedrete che bella “restaurazione tranchant” (direbbe l’assessore Bartolomei) al momento in cui i compagni, grazie a tutte le leggi trappola, che hanno seminato a destra e a sinistra nei Dpcm di Conte e dei Dl di epoca Covid, ripoggeranno il culone d’elefante sui seggioloni delle stanze in cui si decide della vita degli uomini!
Proverbio ad hoc: Chi pecora si fa, lupo lo mangia.