PISTOIA. Siamo alle solite, si parla di unire la sinistra, di fare l’ennesimo agglomerato dei vari partitini, senza però avere il coraggio di una posizione chiara e netta.
Ci accontentiamo di essere alternativi… ma non troppo e lo vendiamo al finto prezzo della “autonomia territoriale”.
Ma davvero credete che le persone arrivino a valle con la piena?
Che non sappiano distinguere la differenza tra una reale volontà di autonomia a sinistra nei confronti di un partito, il Pd, che di sinistra non ha ormai più niente (nemmeno la minoranza), rispetto al bisogno di poltroncine politiche locali?
E vorreste a queste stesse persone chiedere il voto? Farvi considerare alternativa di governo credibile?
No, ormai l’ambiguità politica non paga più e se paga lo fa nei confronti di chi è molto più bravo di noi ad esserlo. Il Pd, per l’appunto.
Certo, diversamente, il processo è rapido ed inizialmente più indolore.
Dove sia possibile a livello locale si cerca di fare gli accordicchi col Pd.
È possibile ottenere, unendosi, qualche strapuntino nei consigli, se non addirittura nelle giunte.
Mentre a livello nazionale si tuona contro le politiche di quello stesso partito che localmente ci grazia.
Ma in questo modo continueremo a relegare la sinistra ad un accessorio, probabilmente utile in città, ma fastidioso e superfluo in Italia.
Ed allora, vogliamo diventare davvero adulti? Vogliamo davvero creare una sinistra matura, capace di governare e che non ha bisogno di ambiguità per andare avanti?
In poche parole, vogliamo essere credibili per rappresentare una seria alternativa?
Secondo come risponderemo a queste domande, capiremo a cosa siamo destinati ad essere.
Inutile dire come io vorrei si rispondesse, non perché sono un “puro e crudo”, ma perché non concepisco un percorso che non sia lineare e non comprendo la politica che non sia servizio e non posto di lavoro.
Indubbiamente quella che sarebbe la mia risposta (e con me, quella di tanti) non prevede un processo immediato, ma nel medio e lungo termine potrebbe rappresentare qualcosa di serio e sincero in cui gli elettori potrebbero riconoscersi per essere governati.
Lasciare il Pd, a tutti i livelli, alle sue finte diatribe interne sarà il modo migliore per farlo implodere, senza fornirgli il capro espiatorio su cui concentrare tutte le sue insulse contraddizioni.
Perché Renzi è l’esatto prodotto di una fusione a freddo in cui sia la maggioranza che la minoranza interna sono parimenti responsabili.
Ma anche parimenti usufruenti.
Michele Parronchi
iscritto a #PossibilePistoia