politica nana. PER FARE LA SINISTRA CI VUOLE CORAGGIO

Michele Parronchi
Michele Parronchi

PISTOIA. Siamo alle solite, si parla di unire la sinistra, di fare l’ennesimo agglomerato dei vari partitini, senza però avere il coraggio di una posizione chiara e netta.
Ci accontentiamo di essere alternativi… ma non troppo e lo vendiamo al finto prezzo della “autonomia territoriale”.

Ma davvero credete che le persone arrivino a valle con la piena?

Che non sappiano distinguere la differenza tra una reale volontà di autonomia a sinistra nei confronti di un partito, il Pd, che di sinistra non ha ormai più niente (nemmeno la minoranza), rispetto al bisogno di poltroncine politiche locali?

E vorreste a queste stesse persone chiedere il voto? Farvi considerare alternativa di governo credibile?

No, ormai l’ambiguità politica non paga più e se paga lo fa nei confronti di chi è molto più bravo di noi ad esserlo. Il Pd, per l’appunto.

Certo, diversamente, il processo è rapido ed inizialmente più indolore.

Dove sia possibile a livello locale si cerca di fare gli accordicchi col Pd.

È possibile ottenere, unendosi, qualche strapuntino nei consigli, se non addirittura nelle giunte.

Mentre a livello nazionale si tuona contro le politiche di quello stesso partito che localmente ci grazia.

Ma in questo modo continueremo a relegare la sinistra ad un accessorio, probabilmente utile in città, ma fastidioso e superfluo in Italia.

Ed allora, vogliamo diventare davvero adulti? Vogliamo davvero creare una sinistra matura, capace di governare e che non ha bisogno di ambiguità per andare avanti?

In poche parole, vogliamo essere credibili per rappresentare una seria alternativa?

Secondo come risponderemo a queste domande, capiremo a cosa siamo destinati ad essere.

Inutile dire come io vorrei si rispondesse, non perché sono un “puro e crudo”, ma perché non concepisco un percorso che non sia lineare e non comprendo la politica che non sia servizio e non posto di lavoro.

Indubbiamente quella che sarebbe la mia risposta (e con me, quella di tanti) non prevede un processo immediato, ma nel medio e lungo termine potrebbe rappresentare qualcosa di serio e sincero in cui gli elettori potrebbero riconoscersi per essere governati.

Lasciare il Pd, a tutti i livelli, alle sue finte diatribe interne sarà il modo migliore per farlo implodere, senza fornirgli il capro espiatorio su cui concentrare tutte le sue insulse contraddizioni.

Perché Renzi è l’esatto prodotto di una fusione a freddo in cui sia la maggioranza che la minoranza interna sono parimenti responsabili.

Ma anche parimenti usufruenti.

Michele Parronchi
iscritto a #PossibilePistoia

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