« RUOTE PER CAMMINAR SON LE BUGIE »
DICEVA IL PRETE ALLE DONNINE PIE
LO RIPETÉA SUL COLLE DI CORTONA
DOVE SI MANGIA BENE E L’ACQUA È BÒNA
Se le cose stanno così
Ricordo queste parole
Che mi hai detto
In un giorno d’ottobre
Dimenticato dal sole
[S. Endrigo]
A MOLTI (non lettori, ma interessati più o meno direttamente al caso) non è piaciuto il nostro articolo dal titolo abracadabra o fratelli d’italia? come fare carriera in tempi rapidi sfondando il muro del suono anche con il coronavirus, con cui si analizzava la guerra-lampo di Irene Gori con il vento in poppa del Senatore La Pietra (mai nome fu più appropriato per questo politico che è un vero e proprio convitato di pietra: guarda e basta ed è muto come la statua di Amenhotep).
Chissà quanto ha soffiato il dirigibile di FdI di Pistoia, per far volare quel peso-piuma della Gori, piazzata accanto al Ferranti (e, ci risulta, all’epoca non senza maldipancia) all’improvviso.
Evidentemente certi usi e costumi sono propri della cultura cattolica italiana, dal papa (col suo motu proprio) in giù; e, chiaramente, anche per i difensori della cultura cristiana e della famiglia come gli FdI.
Qualcuno, indignato (ma nella Piana si dice incazzato, sfavato, scocciato, seccato, spallato etc.), ha arricciato e aggricciato il nasino francese da Luciana Lamorgese, accusandoci di prendere di mira aspetti perZonali dei politici.
Care – come si dice a Pistoia – fave lesse del politicamente corretto, svegliatevi! È quel dì che si sa che chi si mette al servizio degli altri, chi si fa politico, chi sceglie di metterci – come dice l’Irene – la faccia, non può lamentarsi se poi, facendo i conti con la realtà, sente frizzare il culo.
Quando ci si impegna con la faccia, siccome la faccia c’ha (cAzzolina) la bocca e la bocca mangia e il culo rende, bisogna, in qualche modo, saper anche andare in culo alle medicine e a chi le vende.
Il politico – che perlopiù, secondo Machiavelli, è un trombone sfiatato e bugiardo – deve essere pronto anche a mettere il proprio culo alla finestra perché, chi passa di sotto, gli tiri delle sassate secche nei chiapponi con la fionda, quella che, quando s’èra pòeri, si chiamava umilmente l’archetto.
Per i pollitici (con due ll, visto il loro legame con i polli, cioè il popolo, a cui vogliono tirarlo amabilmente nel culo) resta sacro & intangibile solo quello che riescono a fare ma unicamente a letto, ben sprangati in casa, quando magari scopano e si sollàzzano con una sveltina per la quale non solo non riescono, in ipotesi, a orgasmare il partner/la partner, data la brevità della copula, ma non si tolgono neppure i calzettoni fino a mezzagamba.
E ora, onestamente, non ci risulta di aver detto o raccontato questo di nessuno, per cui non rompeteci i coglioni con il nasino aggricciatino e ciucciàtevi il calzino di Bart in silenzio!
Un elogio, invece, stamattina va fatto al don progressista Tofani, proposto di Agliana/Agrumia, che, a messa, all’omelia (o come si diceva quando s’èra pòeri: alla predica) è riuscito a non toccare Salvini, i sovranisti, gli ebrei stronzi assassini di Dio e i poveri fiorellini di serra dei palestinesi, che però fanno stiantare i loro fedeli, anche bambini, dopo averli imbottiti di tubi di dinamite.
Forse dio c’era stamattina, almeno in chiesa. Fuori non si sa. La messa è passata con la sola parabola del buon seminatore (ma di pace o di zizzania?) da Matteo, 12: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un’altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. Un’altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. Chi ha orecchi, ascolti».
Se continua così, forse don Tofani può ancora redimersi e salvarsi, ma dovrà rivedere la propria indifferenza nei confronti della cosiddetta correzione morale. Però ricordi ai suoi pollitici – sia a quelli di sinistra a lui cari, che a quelli di destra, che lui stima meno – di passare, prima, dall’ottorinolaringoiatrico (come si diceva quando s’èra più pòeri), a farsi stappare i canali o trombe di Eustachio; e poi dallo ssihòlogo per imparare a ascoltare anche quello che ’un ci garba di senti’.
Per seguire non Gesù, ma la Blimunda, nella melletta e nella polvere di Agrumia/Agliana, la resa del grano (e della grana/quattrino, stando al pianto delle elemosine della Misericordia) è appena poco più dell’uno per uno, che ’un fa malannessùno…
Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]
Libera informazione e politici al loro posto
anche se li punge un intero nido di calabroni
Senatore La Pietra, non fare il convitato di pietra! Facci un elenco dettagliato e ragionato di tutte le alte benemerenze dell’Irene Gori nella campagna elettorale del Benesperi, titoli per i quali fu prescelta dall’Arcangelo Gabriele.
Nello sceglierla in veste di candidata alla Regione, non avrete mica agito come il vostro sindaco agrumiese che s’è fatto imboccare il nome della Lucilla Di Renzo direttamente da Paolo Pierucci, vero?#fatelafinitadiscassàippàlle!