PISTOIA. Stavolta è toccato a Di Maio, esponente e forse candidato premier del Movimento 5 Stelle. Egli ha ingenuamente violato la legge del politically correct, affermando che il 40% dei criminali rumeni vengono in Italia.
Un secondo dopo la polizia del Pensiero Unico (che arresta i trasgressori), comandata dal tribunale ideologico boldriniano (che fa rispettare la legge di cui sopra), è intervenuta arrestando il vicepresidente della Camera pentastellato.
Eppure, dati alla mano, Luigi Di Maio non aveva affatto tutti i torti.
Partiamo da un dato generico: un terzo della popolazione carceraria è composta da stranieri, talvolta si arriva addirittura alla metà, e nel caso del carcere di Sollicciano i non graditi ospiti compongono il 70% del totale.
Gli extracomunitari irregolari, inoltre, delinquono maggiormente rispetto a quelli regolari, segno che la loro clandestinità rappresenta un terreno fertile in cui germoglia criminalità di vario genere.
L’impossibilità di una loro identificazione (come sta accadendo per Igor, il killer di Budrio), essendo sconosciute le loro generalità, rende anche arduo contrastare tale tipologia di criminalità.
Tornando al punto toccato dal vessato Di Maio, in effetti i Paesi che più ci regalano criminali sono Marocco, Tunisia, Albania e Romania.
Interessante anche sapere che i reati commessi maggiormente dagli stranieri sono quelli contro il patrimonio. Poi quelli contro la persona, successivamente quelli legati alla droga e in fine i reati collegati all’immigrazione.
Ancora. Nel 2009 il Ministro della Giustizia rumeno Catalin Preodiu, aveva bisbigliato che il 40% dei ricercati con mandato internazionale emesso da Bucarest si trovava in Italia. Nel 2015 i reati denunciati e commessi da rumeni ammontavano a circa cinquantottomila, in netto aumento rispetto agli anni precedenti (nel 2008 ammontavano a circa quarantottomila).
Nel 2016 i non graditi ospiti romeni hanno, ci spiace per loro, perso il primato per il numero di carcerati: vengono superati solo dai marocchini, come dicevamo poco sopra.
Da non dimenticare che la media europea di detenuti stranieri è del 13,3%, mentre quella italiana è del 32,2%.
E la serie storica degli stranieri nelle patrie galere dice che nel 1991 ammontavano al 13%, mentre nel 2007 al 37%. Un incremento di non poco significato.
Cosa vogliamo fare, crocifiggere Di Maio per aver detto con parole sue che dalla Romania arrivano frotte di delinquenti, fatto acclarato da numeri e percentuali?
Perché è bene mettere le cose in chiaro, chi fa informazione si è rotto gli zebedei di questo continuo e sempre più stringente bavaglio che i vili politicamente corretti impongono un po’ a chiunque.
E, talvolta, anziché di bavaglio, si tratta anche di manette.
[Lorenzo Zuppini]