PESCIA. Se c’è una discriminante che dovrebbe pesare quando i cittadini scelgono a chi affidare il proprio voto è la capacità di un politico di essere coerente. Con la storia alla quale si ispira, con i valori che professa, con il dire ma soprattutto con il fare.
Leggere gli ultimi post del presidente della Regione Toscana per me è come leggere un manuale di ipocrisia e mistificazione politica.
Lui che scrive di umiltà, di ascolto, di territori, di popolo, di poveri, di disoccupati, di deboli… lui che non ascolta, lui che non risponde, lui che pone e dispone, lui che ha fatto di tutto per negare un Referendum sulla Sanità in Toscana chiesto da 55mila cittadini, lui che gli ultimi li ha lasciati soli.
E quel che è peggio è leggere i commenti dei lettori che vedono in Renzi tutto il male, come se fosse nato dal nulla, come se la sua scalata non avesse avuto un perché. Tradito pure quello, ma c’era un perché.
E il perché era ed è che il Pd è esattamente quello che Rossi nega che sia: un partito di potere e Rossi ne è parte integrante. Renzi ne è il naturale proseguimento e mutamento. Entrambi cavalcano lo scontento, entrambi, in modo diverso, rampanti ed arroganti.
Chi crede ancora nella rinascita e nel cambiamento in questo partito, con questa classe dirigente, è un sognatore.
Buonanotte.
[*] – Lettrice, ospite
