politici & giustizia. OKKIÓNE DI DIO CHE HAI SPARSO DANNI A QUARRATA, ABBI PIETÀ DI NOI…

Ad analizzare attentamente come si muove Pistoia o Sarcofago City, viene da mettersi le mani nei capelli. Non ci sono «autorità costituite» che svolgano i loro compiti con la cura richiesta: di talché spesso i cittadini, cui sono affidate funzioni pubbliche e che hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore, dànno una pessima prova di sé violando senza rispetto l’articolo 54 della Costituzione. Che tanto non interessa a nessuno…



 


 

Una coppia d’alto affare: Mazzanti & Bai. Furono i protagonisti di questo bell’esempio di giustizia italiana

 

Caro Marco Mazzanti,
allievo che da me non ha imparato un bel nulla… Sarebbe stato troppo bello se tu, con la tua mente a senso unico, indottrinata alla Casa del Popolo (di cui ora voi compagni vi vergognate, chiamandola Circolo Arci – Associazione Recidiva Cervelli Insipidi?), se tu avessi appreso e preso un pizzico di sale. Uno solo. Troppa fatica anche per chi festeggia il 1° Maggio, eh?

Nell’ottobre del 2019 ti portai, insieme a quell’altro gran maestro di omissioni e documenti falsi, il tuo sbirrotto adorato, Marco Bai, in via di Lecceto n. 1. Là risiede il ragionier non-dottor Romolo Perrozzi, beneficato dall’amministrazione della tua predecessora Sabrina Sergio Gori, stesso colore – pur venendo dalle file pipion-margheritose – e stessa inutilità politico-amministrativa della tua: tu eri, sotto di lei, assessore ai lavori pubblici, credo.

Con molta finezza il Marco Bai (pluri-falsario, ripeto per i non udenti che vi votano), giunto sul luogo, una specie di area con casa da via dei Matti numero zero, come prima battuta esordì così: «E ora, dove cazzo si gira?».

Allora ti rappresentai il problema: che il tuo meraviglioso Comune – che, a detta tua, conserva e rispetta il territorio, quel territorio là, Ec2, seminativo arboricolo/collina arborata e soggetta a tutti i vincoli del mondo eco-verde-rosso-catto-gretin-comunista – era responsabile di tutta quella selva di cartelli, catene, cancelli, cancellate, incementate, costruzioni a terra e a muro, box, capanne e ripostigli di ogni genere ovviamente senza mezzo straccio di permesso. E i permessi che c’erano, come ti dissi, erano illeciti.

Contrariamente a chi, come te, ha studiato alla Casa del Popolo o in una facoltà di giurisprudenza e poi ha vinto un concorso, magari in magistratura, io ho avuto la disgrazia di studiare prima di don Milani: e gli esami e le angherie e le bastonate della scuola repressiva e fascista (ma efficiente) le ho passate tutte. Perciò, contrariamente a te e a molti altri compagni, so leggere e scrivere – il che non mi dispiace punto.

Col tuo bel faccione okkiònico sentenziasti di botto alla Stalin: «Sono beghe tra confinanti». E allo stesso modo rispondesti anche durante una trasmissione in cui apparivi, accanto alla bionda Paola Bardelli, tra una braciolina fritta e una salsiccia alla brace: «Sono beghe tra confinanti».

Quando parla il buon Mazzanti, azzittisce tutti quanti! Qua dalla bionda Paola Bardelli sosteneva che era solo «una bega tra vicini»

Perciò desti, ovviamente, la miglior prova di te come semianalfabeta umano e politico; incapace di rispondere a un tuo cittadino secondo la norma e le leggi; e, in buona sostanza, difensore accanito degli errori e delle illegalità/illegittimità di cui il tuo Comune è costellato come un bel brodo fumante di pancetta e cappone con osso di zampa per i tortellini di Natale. Questa la capisci perché la ganascia la sai battere bene e lo mostri ad ogni rinfresco che viene.

Umiliato, preso in giro, denunciato da un ragioniere che si spacciava per dottore senza esserlo, un ragioniere Ctu del tribunale di Pistoia, e (visto il silenzio difensivo grazie al quale sembra iper-protetto: quante curatele e da chi, il Perrozzi?) forse pur anche favorito dal sostituto Curreli o da sua moglie Nicoletta Curci (lavorano entrambi su materie affini nello stesso tribunale, alla faccia dell’amministrazione trasparente; mentre lui facilita anche i movimenti del clandestini in transito a Pistoia); umiliato e bistrattato, sono stato definito e indicato come lo scemo del villaggio, mentre nessuno di voi comunali-comunisti si è preoccupato di fare chiarezza studiando le carte, la legge, i regolamenti comunali pagati dai quattrini anche miei.

Regolamenti che imponevano, a te e al tuo assessore candidato sindaco, di realizzare piazzole, parcheggi e disimpegni di vario tipo sul reticolo viario evidenziato dalle mappe d’impianto del catasto di Pistoia: anno 1954. Non credi, ora, di aver fatto una mega-coglionata galattica e la figura dell’emerito sciocco da vero compagno dei tuoi compagni quanto a livello ed educazione cultural-politico-amministrativa?

Mi hai fatto rispondere dai tuoi falsari che era tutto in regola. E insieme mi avete fatto fare la figura dell’imbecille matto, ribelle, deficiente: di talché – come si scrive in procura in una lingua del 7° secolo avanti Cristo – l’armata del luogotenente Maricchiolo non ha avuto difficoltà a non indagare un bel niente e a farmi incriminare come stalker, violentatore privato, calunniatore.

Perciò non c’è stata storia per lanciare il Curreli come una boccia all’inseguimento del caso, da lui medesimo arricchito da querele di altre 15 persone offese per essere state liberamente citate in quanto personaggi pubblici, non di rado discutibili. Penso, ad esempio, a quel fringuello cinguettoso di don Baronti, più politica e affari, tra basket e altro, che Vangelo; arrogante, aggressivo. O a un Betti alcalde di Montale credibile solo al sostituto De Gaudio in quel marasma di Carbonizzo di Fognano che puzza di lontano un miglio.

E simili altri figuri con querele che, più che volenterosamente, il Curreli andava a ramazzare e raccattare anche dai propri colleghi: bastava che fossero confezionate contro di me.

Qui mi viene in mente la democratica preside della scuola di Casale, che ho il piacere di non conoscere, che viene criticata dalla Vab e si adonta e querela me perché… lo sanno solo lei e la divina intelligenza del sostituto che la ha ascoltata forse solo perché funzionale a perseguitarmi, più che a perseguirmi.

Uno sforzo immane, quello di Curreli, nel raccogliere così tanti fascicoli, lui che – da quanto si sa – era per la semplificazione burocratica: fino a far sparire fascicoli quando voleva incriminare e far condannare un francescano, padre Fedele Bisceglia, con l’imputazione di violenza sessuale a una monaca. Ed è assai che, dopo che il religioso è stato assolto, non abbia pensato di addossarmi lo stupro della monaca tanto per completare e rendere più verosimile il mio profilo di stalker.

Domani, alle 9, in aula Signorelli, con tutta la procura che da giorni, in silenzio, si struscia le mani come Luigi Egidio Bardelli in Tvl (Luigione è tuo amico, Mazzanti,  e ancora non mi hai detto quanto hai pagato per tutti i passaggi di questi anni in Tvl – su questo versante ti fa scudo la sostituta Serranti, che non distingue un fornitore da un contribuente del Comune di Quarrata); domani 2 maggio, alle 9,  il giudice Luca Gaspari, che peraltro ho avuto modo di apprezzare quando concluse che i miei oltre 150 articoli sul Bardellone non costituivano reato, potrebbe essere tentato di seguire altre vie: se non altro per una forma di pietas nei confronti di colleghi che non hanno dato un degno e rassicurante spettacolo di sé (un’opinione è reato?).

Del resto questo Stalin quarratino si è tenuto in giunta un assessore all’edilizia che aveva costruito capannoni abusivi nel suo orto. Questo la procura di Curreli, Grieco e Coletta non lo ha mai visto, vero? No: loro fanno le pulci alla «gente comune»

È per questo, caro Okkióne di Dio che hai sparso danni a Quarrata, che nei giorni scorsi, di preciso il 26 aprile, dalla posta di Chiazzano, ho spedito una memoria di una quindicina di pagine al dottor Gaspari e poi ho chiesto al luogotenente Maricchiolo, il prestigiatore della famosa chiavA della vigila Traversi di Agliana, di inoltrarla alle persone che vedi nominate e in più alla sostituta Linda Gambassi che, all’origine, ebbe tra mano qualcosa del ragionier Romolo Perrozzi, Ctu del tribunale di Pistoia che si spacciava per dottore senz’esserlo.

Forse – come mi era stato fatto presente per altre cose dal sostituto Boccia e dallo stesso Curreli o anche dal protocollo Pec della procura stessa – sarà stata pure una mossa irrituale: ma cosa vuoi che sia un pizzico di irritualità in una procura in cui c’è gente che lavora vis-à-vis/gomit-a-gomit con la moglie; che prende residenza in case senza porte e senza finestre; che si è anche arrabbiata di essere disturbata mentre cerca funghi a San Marcello con un amico ladro; che ha sentenziato che una casa senza scala interna di collegamento verticale, era pur sempre una casa in piena regola; che ha condannato (con addosso una condanna di camorra, se non erro), per sessismo (spesso anche i giudici, perfino quelli di Pistoia, il sessismo lo fanno, ma non ne vogliono sentir parlare) chi aveva dato di «trombata alle elezioni» a una nota avvocata che in procura e in tribunale sa muoversi come una pantera; una procura in cui solo l’avvocata Giovanna Madera, collega dell’avvocata Elena Giunti, difensorA del Perrozzi, era benvista e tollerata anche se inoltrava irritualmente denunce alle 23:30 di un sabato di agosto, in piene ferie, e alle 20:30 del giorno successivo, domenica. Allora: ci sono i favoriti o no, in Italia?

Caro Okkióne di Dio, sempre pronto a farti spennellare con l’asperges da qualche compagno-prete quando inauguri anche la fossa di scolo di via di Colecchio (tranquilli in procura, è una battuta!); in quella quindicina di pagine inviate al dottor Gaspari, ci sono, espressamente citati, tutti i riferimenti normativi (leggi, regolamenti, sentenze del Tar Toscana anche recentissime) che dimostrato per tabulas (dicono gli avvocati ganzi) che io, Edoardo Bianchini, ho ragione e la ho sempre avuta; che l’ottimo dottor Giuseppe Grieco, quando vuole affermare che ho fatto tutto per interesse personale, non è fuori-strada, ma addirittura in fossa e cappottato; che la dottoressa Martucci, quando mi arresta in casa per 104 giorni, è – in metafora – di fuori come un terrazzo; che il PM capo Coletta ha (analizzato dall’esterno) un’attitudine alla direzione e alla vigilanza sui subalterni, più o meno vicina all’angolo piatto, dacché non di rado ogni sostituto spesso e volentieri naviga a vista e senza sestante.

Simone Niccolai, l’assessore all’edilizia di Quarrata che costruiva in economia e senza permesso. Bravo no?

Domani, quando io fossi condannato come azione ritorsiva al fatto che non mi chino e non mi sdraio dinanzi a nessuna «autorità costituita» a partire da te, sindaco indegno dopo la sindaca più inutile e prima di un epigono più o meno della tua levatura culturale, non s’abbia a dire che non ne eravate al corrente!

Sapete, avete saputo tutti, lo avete sempre saputo che: le vicinali-interpoderali devono restare aperte alla libera circolazione; il Perrozzi ha avuto favori dal Comune di Quarrata che gli ha fatto chiudere piazzole soggette da sempre a servitù d’uso pubblico perché oggetto da secoli di dicatio ad patriam; che il tuo Comune, proprio in questi giorni, ha negato la sanatoria di uno squasso di abusi edilizi ascrivibili a: ragionier non-dottor Romolo Perrozzi, Ctu del tribunale di Pistoia; Sergio Luciano Giuseppe Meoni, Margherita Ferri, Mara Alberti, tutti santi subito nei falsi stilati e sottoscritti da Iuri Gelli, Marco Bai, Andrea Casseri, Emanuele Gori e non solo.

Caro Okkióne di Dio, altro che io stalker! Mi avete trattato da appestato, scrofoloso, deficiente, stupido, delinquente abituale e ogni altro vituperio: e solo perché, per invivibilità in via di Lecceto, chiedevo il rispristino della legalità!

Non potrai – e non potrete tutti insieme, cari miei accusatori – credere che mi lasci massacrare senza ricordarvi che siete colpevoli voi di stalking nei miei confronti. E stalking della peggior specie: quella giudiziaria.

«E ora?» disse il proprietario della casa a cui Luciano Michelozzi aveva disfatto la doccia della cimasa per sparare ai piccioni? «A Filippi», gli rispose il fantasma di Cesare.

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]


GUARDATE IN FACCIA LA REALTÀ

Questo video è dedicato all’estrema imperizia e inerzia di Marco Mazzanti, il sindaco che non conosce neppure i regolamenti adottati dal suo Comune e che sbaglia un suo dovere con un litigio fra confinanti, trascinandosi dietro tutta la Procura di Pistoia che, di solito, non legge gli atti con la dovuta attnzione e non svolge ineccepibili indagini violando l’art. 358 cpp


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