
PIANA. La perniciosa questione delle “polveri fini” è motivo di grande inquietudine per i cittadini esposti, con buona pace delle autorità sanitarie.
Queste, nel febbraio 2012 stabilirono congiuntamente che “…ritengono necessario aumentare le conoscenze riguardo l’estensione territoriale della problematica…” facendo però opportuna premessa “politicamente rilevante”, specificando cioè che “…l’inceneritore può produrre un aumento poco rilevante rispetto all’incremento di Pm10 misurato nella zona”.
Di grande pregio il contributo del compianto dott. Bolognini nel successivo seminario pubblico. La sua analisi fu chiara e esauriente quanto impietosa, facendo un chiaro – quanto inutile – monito alle autorità che dopo ben trenta mesi non hanno ancora cavato il così detto ragno dal buco.
In tale seminario colpì l’intervento del dirigente provinciale dott. Merendi che, con una ricca antologia di immagini, non mancò di stigmatizzare il vero fattore di causalità: l’abbruciamento di ramaglie agricole, soprattutto provenienti dalla pratica dell’olivicoltura; non mancando, quindi, di registrare vivaci critiche di alcuni dei presenti in sala per la irrazionalità dell’argomentazione.
Nel frattempo, l’Iarc (Agenzia Internazionale Ricerca sul Cancro) ha fissato – con massima autorevolezza scientifica – la pericolosità per la salute dei cittadini esposti alle polveri che causano maggiori casi di cancro ai polmoni, oltre che ictus e infarti.
Oggi giunge finalmente una notizia davvero liberatoria e dirimente, per come definita da una legge regionale, la numero 116/2014: tale disposizione normativa autorizza tutti i coltivatori a riprendere la pratica dell’abbruciamento delle ramaglie vegetali.
Si noti bene che a nulla rileverà mai che i Sindaci dei Comuni interessati dall’inquinamento adottino delle specifiche “ordinanze sindacali”: esse certamente non saranno emanate dai Comuni circostanti l’impianto Cis, già individuati accuratamente dal dirigente Merendi quali aree di principale causa di formazione delle Pm10 che non riconoscono certamente i confini comunali.
Adesso la Provincia e le autorità sanitarie potranno finalmente disimpegnarsi da ogni ricerca, dato che il Pm10 è un fattore ineludibile e dunque tollerabile, perché sanato «per legge» con buona pace dell’Oms, dello Iarc e della comunità dei cittadini a rischio e/o ammalati!
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