PISTOIA. Ci sono amicizie, fondate su fatti e dati concreti, che non solo si rinnovano progressivamente, ma soprattutto rafforzano i propri legami con il tempo.
L’amicizia tra associazione Culturidea e Porretta Soul Festival è una di questo tipo. Nel corso degli anni, non solo il patron del Sweet Soul Graziano Uliani, è diventato socio onorario di Culturidea, ma l’associazione pistoiese ha organizzato ogni anno, all’interno del proprio Festival della Musica e delle Arti, un concerto di introduzione a questo genere dedicato agli studenti delle scuole pistoiesi.
Da qualche anno poi, ad intensificare il rapporto, si è aggiunta una ulteriore prova di sintonia. Culturidea, al fine da dare uno spazio visivo di rilevanza a pittori pistoiesi, ha scelto di donare agli amici porrettani ritratti di famosi artisti della black music.
Quest’anno, durante il festival iniziato giovedì 20 fino a oggi domenica 23 luglio, per il trentennale del Sweet Soul Porretta la nota pittrice pistoiese Annalisa Fusilli ha acconsentito di realizzare tre ritratti in batik di Rufus Thomas, Solomon Burke, Otis Redding.
I primi due saranno donati dalla stessa Annalisa Fusilli e dirigenti Culturidea stasera alle ore 22, 15 circa sul palco del festival ai figli di Rufus Thomas e Solomon Burke, mentre il terzo rimarrà per sempre al Porretta Soul Museum.
La parola Batik deriva dal termine indonesiano ambatik che significa tessuto con tanti puntini, gocce, macchie. Infatti tik significa proprio gocce, macchioline o puntini mentre tritik, descrive un processo di colorazione di porzioni di tessuto cucite o annodate.
L’origine del Batik è sconosciuta. La scelta di questa tecnica per i ritratti di questi mostri sacri della musica afro americana non è stata casuale.
La pittrice, già protagonista di molte mostre personali e collettive, ha voluto rendere omaggio al continente d’origine dei musicisti. Il Batik infatti è molto usato anche nel continente Nero dove Culturidea da anni possiede progetti di cooperazione internazionale in collaborazione con i missionari Comboniani.
Rufus Thomas, Solomon Burke ed Otis Redding non necessitano di particolari presentazioni per gli amanti della musica blues, soul o rock and roll.
Si tratta di tre pilastri assoluti dei tre generi. Rufus Thomas è stato per anni il vero mattatore del Porretta Soul, uomo di Memphis Tennessee, ha inciso dischi di grande successo, è stato deejay, istrionico compositore e performer. Solomon Burke, the bishop, autore del super classico dei Blues Brothers, stazza imponente e padre prolifico, ha avuto una carriera straordinaria con suggestive tappe sul palco del Rufus Thomas Park.
Di Otis Redding, cui il festival appenninico è dedicato, rimane il mito indelebile di un cantante, autore che ha segnato non solo la propria epoca, ma un nuovo archetipo di suonare la black music.
[culturidea]