PORRETTA. Lo sanno perfettamente tutti quelli che lo frequentano puntualmente e gli altri che ne hanno solo sentito parlare: il Porretta Soul Festival è davvero, alla luce della 27esima edizione in corso, iniziata giovedì e che terminerà domani sera, una manifestazione più unica che rara.
La rarità consiste nella prolifica longevità dell’evento che, a onor del vero, ha parenti molto vicini che non hanno bisogno di lezioni, come il Pistoia Blues, ad esempio, che proprio in questi giorni ha festeggiato la sua 35esima volta. A Lucca patron Mimmo D’Alessandro continua imperterrito ad inanellare stagioni a cinque stelle l’una sull’altra, così come in Umbria, il quartier generale del Jazz, che se la passa benissimo con cartelloni di assoluto prestigio. Ma poi ci sono ben poche altre manifestazioni ancora a dare segnali tanto confortanti di salute, benessere e voglia di continuare.
E rara è anche la consistenza dei palinsesti che Graziano Uliani, il padre fondatore dell’evento, factotum per nulla stressato, riesce ad inanellare di anno in anno, riuscendo a far convergere all’interno del medesimo contenitore una miriade di aspettative. Non comune, dunque ancora raro, il contenimento dei prezzi degli spettacoli, che sono probabilmente figli di costi oculati, perché benefattori di musica e d’altro non ce ne sono, nemmeno in Emilia.
Anche il totale coinvolgimento della popolazione residente, non tutta super appassionata di soul, è un elemento di indubbio benessere, che altro non fa che accrescere la potenza dell’evento e la sua spendibilità fuori dalla piccolissima cerchia del ridente comune bolognese. Perché l’immagine scattata ieri sera lungo la strada provinciale che taglia in due Porretta e che costeggia il giardino dove si svolgono i concerti è la stessa identica fotografia fatta 26 anni fa, quando la cittadina termale posta lungo la statale che collega Pistoia a Bologna volle sprovincializzarsi e non essere più e soltanto la località delle terme.
Ogni negozio, a Porretta, espone orgogliosamente il marchio del Festival Soul, perché tutta la cittadinanza ha capito che quella manifestazione sarebbe stata, alla lunga, un fiore all’occhiello della città, un elemento qualificato, qualificante e distintivo. Anche il mercatino ambulante, composto dai soliti venditori di colori che si ritrovano in parecchie altre simili realtà, non deve strategizzare la propria postazione per avere un posto decorso e dignitoso dove vendere i propri manufatti.
Unici, e non più rari dunque, alcuni dettagli. La piazza del Duomo o quella dell’Anfiteatro o Napoleone porrettane si chiama Parco Rufus Thomas, che è, insindacabilmente, il padre del soul; il palcoscenico della manifestazione è semplicemente formato da una piattaforma rialzata pochi centimetri dove trovano posto band composte anche da venti elementi; il pubblico, gli addetti ai lavori, i fotografi accreditati all’evento, ma anche i semplici appassionati e curiosi armati di macchine fotografiche degne dell’oscurità, sono divisi dal palco e dagli artisti nel bel mezzo delle loro esibizioni da un puro spazio puramente virtuale, che si materializza in qualche centimetro d’aria e che segna un immaginario confine fisico tra docenti e discenti, ma che non separa minimamente mittenti e destinatari dalle reciproche cariche emotive.
Certo, il soul è molto un grido femminile, ma la quantità di artiste che popola il Porretta è comunque una percentuale tanto massiccia quanto anomale rispetto al machismo imperante negli altri eventi.
Anche il presentatore, Rick Hutton, indimenticabile faccia e voce della leggendaria VideoMusic, è lo stesso di sempre, un pezzo inscindibile dall’evento che sta invecchiando insieme a lui. All’ingresso, nessun controllo, come se servizio d’ordine, carabinieri, polizia e tutti quelli addetti alla conservazione della civiltà, almeno presunta, sapessero che chi viene al Parco Rufus Thomas ha solo un desiderio: stare bene.
Stasera e domani, le ultime due serate di questa edizione. Poi, da lunedì, Graziano Uliani e il suo nutrito e competente staff, si rimetterà immediatamente in moto per cercare di preparare al meglio la prossima.
Tutti gli altri, a Porretta, Porretta Terme, ma anche Porretta Soul Festival, faranno il tifo per loro.