PISTOIA. La storia della Porrettana è la storia di migliaia di persone, ingegneri, operai e ferrovieri che hanno donato il sudore, il sangue e la vita, per i valori dello stato, della comunità e del bene comune. Questi uomini la Porrettana la costruirono per unire.
Lavorarono con cuore, orgoglio e spirito di servizio per portare modernità, sviluppo e miglioramento della qualità della vita nei territori attraversati e in tutta la Nazione.
Quest’anno di ricorrenza ha saputo fa riemergere nel territorio e nella gente di oggi lo spirito di quella gente di allora e grazie a questo ha visto nascere una serie impressionante di iniziative dove la Ferrovia, ha saputo legare insieme l’Appennino da Pistoia a Porretta e oltre. Iniziative che hanno attraversato gli aspetti della storia, della natura, della cultura, dell’architettura, del folclore e dell’enogastronomia… di cui questo territorio è ricchissimo.
Il grande seguito e l’interesse riscontrati dimostrano che ancora oggi la Porrettana è l’elemento chiave perlomeno per lo sviluppo di una vasta area dell’Appennino Tosco Emiliano. che va da Pistoia a Porretta e fino anche ai Comuni vicini (Piteglio, San Marcello, Cutigliano, Abetone) ecc. Abbiamo avuto la dimostrazione che nella ferrovia, nelle risorse del territorio, nel cuore e nelle idee dei volontari e degli appassionati, c’è dentro un tesoro dal valore inestimabile che può ridare economia e benessere all’intera zona.
In una montagna in ginocchio, che vive una crisi dentro la crisi, valorizzare questo tesoro è possibile, è indispensabile, è doveroso. Con gli eventi del centocinquantenario abbiamo imboccato la strada giusta per farlo, che è la via del lavoro in rete e in sinergia tra le varie Associazioni e tra le Associazioni e le Istituzioni sia toscane che emiliane.
La strada però è ancora lunga perché la Porrettana in questi ultimi vent’anni è entrata in un circolo vizioso tra il peggioramento del servizio e il calo dell’utenza che ha visto il suo punto più basso nei tagli del febbraio 2011.
Vent’anni dove la politica per la Porrettana (come quella per tutti i servizi nelle aree deboli) è stata quella di rispondere ad un problema di bassa utenza tagliando e peggiorando il servizio, invece di studiare il problema e ricercare le soluzioni.
E la prima criticità da superare è appunto questa: uscire da questo circolo vizioso per attivare invece un circolo virtuoso tra qualità del servizio e aumento dei passeggeri.
L’impegno della Regione Toscana e delle Istituzioni Locali per la Riapertura della Ferrovia e per la promozione turistica ci da un segnale che forse la politica per la Porrettana sta iniziando finalmente a cambiare, un segnale che così volgiamo leggere e che ci restituisce un po’ di fiducia.
Per questo quegli stessi volontari che hanno vissuto i tagli del 2011 come un tradimento e hanno reagito con tutta la rabbia della disperazione, oggi hanno saputo accantonare quella rabbia e trasformarla in idee, forza e passione da usare per azioni concrete che fanno bene alla ferrovia e al territorio.
Però ricordiamoci che c’è da recuperare 20 anni e quello che è arrivato in termini di investimenti sulla Porrettana è ancora poco rispetto a ciò che è stato tolto dal 2011… (500,000 euro per la frana e qualche migliaio di euro per gli eventi, contro 1.500.000 euro all’anno tolti dalla ferrovia di cui 750.000 spostati su autobus).
Adesso abbiamo bisogno di vedere che fate sul serio!
Dalle istituzioni devono arrivare segnali ancora più decisi e soprattutto costanti nel tempo, segnali tradotti in un minimo di investimenti, ma più ancora in azioni concrete di una nuova e buona politica per la Porrettana e per il territorio. Una nuova e buona Politica che non è detto che debba sempre tradursi in metterci tanti soldi, ma più spesso semplicemente in attenzione, disponibilità e buone scelte fatte davvero in funzione dell’utente. Ci sono da recuperare 20 anni!
Prima di tutto dobbiamo avere il coraggio di domandarci perché la gente non prende il treno… Perché in montagna ci piace avere tre o quattro auto per famiglia? … Pagando benzina, bolli, assicurazioni? … Con la crisi che c’è, la gente il treno lo prenderebbe eccome!
La verità è che se la gente non prende il treno è perché negli anni è stata scoraggiata ed è stata disabituata all’utilizzo del treno e del mezzo pubblico in generale. Ma veramente si può davvero definire servizio, un servizio che non ti garantisce di arrivare puntuale a scuola o a lavoro?
Sulla Porrettana in alcuni periodi dell’anno i ritardi e le soppressioni dei treni sono stati quasi quotidiani. Spesso i treni slittavano: abbiamo il miglior esempio nel treno dei mercatini 2013. Sono numerose le volte che pendolari, gli studenti, i turisti e anche intere scolaresche sono state lasciate a piedi. Ci sono problemi con l’informazione. L’orario è troppo complesso a volte non è visibile (sembra un quiz di enigmistica). Cosa che abbiamo già segnalato più volte… Gli orari sono fatti seguendo le esigenze delle aziende non quelle dell’utente. Il servizio è realizzato a spola per ottimizzare materiale e personale non perché quello è il miglior servizio possibile per le persone. Anche organizzare eventi che prevedano l’utilizzo del treno è veramente difficile, specialmente di domenica. Ci sono difficoltà ad incastrare gli orari ! il bus pone grandi limiti soprattutto numerici!
Probabilmente allora sono questi i veri motivi per cui sulla Porrettana ci sono pochi numeri. Numeri che comunque secondo noi sono da approfondire e verificare. Quindi se vogliamo far vivere la Porrettana dobbiamo intervenire su questi problemi e dobbiamo farlo attraverso quella sinergia Toscana e Emiliana, Istituzionale e Associativa che abbiamo sperimentato per gli eventi del cento cinquantenario e che abbiamo visto dare risultati straordinari.
Dal 14 dicembre, dopo 11 mesi di chiusura, la Porrettana riprenderà il servizio e questo è sicuramente il miglior segno che potesse arrivare di una nuova e buona politica per la Porrettana. Non serve a nulla adesso mettersi a discutere sul fatto se si poteva o no fare prima. Però dopo quasi un anno di chiusura e con l’incognita di quante persone che prendevano il treno si saranno organizzate con mezzi propri, oggi le cose da fare sono molte e sono urgenti:
- Servono azioni di promozione del mezzo ferroviario con campagne di informazione, convezioni e agevolazioni sia per i pendolari che per i turisti.
- Dobbiamo migliorare la puntualità e l’affidabilità del servizio e questo può essere fatto attraverso l’aumento delle penali per i ritardi e le soppressioni nel nuovo contratto di servizio (con così poche corse i ritardi e le soppressioni qui causano maggiori danni che altrove) Allo stesso tempo si dovrebbero attivare dei bonus per Trenitalia per il raggiungimento di livelli di utenza.
- Dobbiamo migliorare l’informazione, serve un orario più semplice, più visibile.
- Dobbiamo attivare un costante monitoraggio della situazione dell’infrastruttura, (canali e gallerie idrauliche) La grande opera nella grande opera… gallerie e canali quasi sconosciuti che attraversano spesso terreni privati. (mentre decidiamo chi deve controllare e fare manutenzione con le piogge e le bombe d’acque di oggi, rischiamo un’altra frana tra un anno o tra un mese.)
- Dobbiamo assicurarci la permanenza di integrità dell’infrastruttura! ad oggi non esiste un documento da parte di Rfi che assicuri la permanenza della funzionalità degli scambi. Perdere gli scambi significa consentire che venga messo il sigillo ai tagli del 2011! Significa la fine di ogni idea di manifestazione con i treni storici e di ogni possibilità di aumento di corse. ( Per questo gli abbiamo difesi e continueremo a difenderli con tutta la rabbia della disperazione di cui siamo capaci)
- Dobbiamo dare continuità all’organizzazione di eventi.
- Le potenzialità in chiave di sviluppo turistico sono enormi, potremmo dare vita un turismo slow, moderno, sostenibile e di eccellenza, nonché tramite i treni della neve sostenere anche il turismo bianco.
- Dobbiamo metterci subito al lavoro per realizzare un nuovo sistema di mobilità per la montagna che preveda la reintroduzione di alcune corse di treni e lo scambio ferro gomma a Pracchia.
Se vogliamo far vivere la Porrettana, pur tenendo conto di essere in un periodo di scarsità di risorse, il servizio dove può essere fatto con il treno, deve essere fatto più possibile con il treno, poi da li devono diramarsi le corse degli autobus che si dirigono nelle altre località. Se vogliamo far vivere la montagna serve un servizio di mobilità davvero affidabile e fruibile sia per i pendolari che per i turisti e che quindi, le loro esigenze abbiano un peso importante nella progettazione del tipo di servizio e degli orari.
L’appello che rivolgiamo alle istituzioni è quello di formare da subito un gruppo di studio, di lavoro e di progetto, che sia la continuità del lavoro che abbiamo fatto per il 150 esimo e ricalchi il modello di sinergia e collaborazione che abbiamo utilizzato.
Il 29 novembre due treni storici si incontreranno a Pracchia in un abbraccio di due regioni che festeggiano la ricorrenza dei centocinquant’anni dall’inaugurazione della Ferrovia e allo stesso tempo la riapertura dopo la frana. Un evento di portata storica e dal forte valore simbolico che non vorremmo ricordare solo come il giorno di una bella cerimonia, ma come il giorno in cui la Porrettana ha iniziato a riappropriarsi della sua identità e della funzione per cui è stata concepita, l’identità di un infrastruttura unica, fatta per unire e per portare modernità e miglioramento della qualità della vita.
Samuele Pesce
Comitato Viva la Porrettana viva
Legambiente Pistoia