Torna a Vicofaro Don Biancalani, dopo che si era ritirato alla casa paterna della Ferruccia. Ma chi l’ha autorizzato? L’auto-isolamento non è un obbligo ministeriale che dura 14 giorni. E alla Igiene pubblica e Psill di Usl che cosa dicono?
PISTOIA. Il Don Biancalani “può” e se il resto del mondo non può, dovrà farsene una ragione. Eravamo rimasti al rientro di isolamento del sacerdote pistoiese alla sua residenza di Ferruccia in forza della circostanza che nella sua parrocchia, sono stati rinvenuti 14 positivi: tanti per una comunità chiusa, ma che fino a venerdì scorso è rimasta aperta urbi et orbi come direbbe Francesco.
L’isolamento precauzionale alla Ferruccia è stato adottato dal Don Biancalani su prescrizione di qualche autorità sanitaria o è stato attuato spontaneamente?
Comunque, la procedura è stabilita dal Ministero della Salute con una apposita circolare (numero 32850 del 12 ottobre), quindi non è facoltativa, ma è obbligatoria e, senza un permesso di abbandono della casa paterna, il “Sig. Biancalani” (come lo chiama Don Manone) avrebbe infranto una disposizione di rilevanza penale.
Provate a uscire voi, se siete confinati in casa vostra: vi acchiappano dopo 15 minuti e vi processano per direttissima, per dare l’esempio.
Dubitate? E la Paola Picciolli lo sapeva? Che farà adesso lo segnalerà o chiuderà anche l’unico occhio aperto?
Oggi a Vicofaro, si contano una trentina di uomini di varie forze di polizia e sanitarie, con una dozzina di automezzi un tendone di servizio, 2 wc chimici, per una gestione ordinaria dell’emergenza continua.
Va tutto bene così?
L’operazione di Vicofaro è oggi, un grosso investimento di risorse pubbliche, un massiccio “spreco di denaro”, lo stesso che colpì la sensibilità del dirigente supportista Massimo Selmi quando – era l’estate del 2018 – si lamentò per l’affluenza di forze dell’ordine nel primo dei tre accessi interforze alla parrocchia e si sfogò sulla sua pagina facebook.
Ma Selmi è lo stesso che, nel Maggio scorso fece un sopralluogo con un occhi bendato, allorquando fece – con la qualifica di Upg – la tamponatura agli oltre 150 ospiti che aderirono all’esame, ma con una buona metà che si rifiutò di dare le loro generalità, trovandosi in chiara condizione di irregolarità.
Anche di questa omissione, nessuno ha chiesto niente al dirigente di Spill della Usl Toscana Centro?
Ps1: Ma se Usl Toscana Centro (ovvero l’igienista Paola Piccioli e il dirigente di Spill Massimo Selmi) avesse chiesto subito la certificazione tecnica di “agibilità del plesso”, saremmo arrivati a tutto questo?
Ps2: se questi due magnifici super-dirigenti, avessero denunciato la violazione alle procedure di contrasto al Covid (per la spregiudicata condizione di una “comunità aperta”) già a Maggio scorso, si sarebbe arrivati a tutto questo?
Ps3: considerate le due circostanze sopra scritte chi sarebbe il responsabile di questo costoso impegno di risorse umane con un dispendio di soldi e grave danno erariale?
Alessandro Romiti