poveri ma belli. UNA TARGA E UN RINGRAZIAMENTO ALL’IMPEGNO E ALLA PROFESSIONALITÀ DI ANDREA BALLI

La consegna ieri sera, 11 giugno, dalla Gina in pizzeria ad Agliana. Da cronista ha retto con le proprie spalle questo giornale, insieme altri colleghi, in quasi due anni di assenza del direttore

 

Aldilà della sua capacità di annusare la notizia, Andrea, giornalista, quarratino (anche se abita a Prato), è una di quelle mosche bianche che, pur dotato di grande umanità e rispetto per tutti, non scende a compromessi per favorire qualcuno

 

PIACCIA O NO, « LINEA LIBERA » RISPONDE

SOLO ALLA PROPRIA COSCIENZA

 


Alessandro Romiti consegna la targa a Andrea Balli

 

SIAMO POVERI, ma belli. Anche se il sindaco Luca Pedrito Benesperi ci ha accusato, insieme al suo compare Ciottoli (dell’Ombrone), di minacce, tentate estorsioni e qualsiasi altra schifezza, dinanzi a cui la provvida procura di Pistoia si indigna e ci rinvia a giudizio.

Quella stessa procura che fa la campagna scoutistica antinquinamento per liberare il mondo dalle boccette di birra e dalle lattine di Coca, ma manda all’archivio la discarica sepolta sotto l’inceneritore di Montale; ignora il Cassero; fa finta di non sapere del cloruro di vinile a Casalguidi nei pozzi, e se la rifà con Vannino delle Querci, perché smaltisce abusivamente i rifiuti per scaldarsi d’inverno.

I giornalisti (e io non più giornalista) di Linea Libera sono persone candide, onorate e degne di assoluto rispetto.

Se in Italia ci fosse vera democrazia e vero rispetto della legge e della Costituzione, non avremmo la peggior politica del mondo; una magistratura che fra raggricciare la pelle (non parla il Bianchini, parlano i fatti); una chiesa debosciata nella quale scorrazzano liberi i pedofili che, presto, pare, saranno purificati dall’approvazione del ddl Zan-zan.

Di aspirazione tendenzialmente autoritaria e regimistico-dittatoriale, l’Italia dell’Anpi che liberò il mondo dal nazifascismo, è tenuta ostaggio da un manipolo di quattro gatti spelacchiati e da una quarantina ladroni rintanati nelle stanze non del potere, ma della ruberia e della vergogna, a Roma come nel resto d’Italia.

Fine del preambolo solito e rompipalle. Se non si dice così perché scorretto, che dio mi punisca, se c’è: non i giudici del tribunale di Pistoia, però, che hanno colpe e lati oscuri assai molto parecchio peggiori dei miei.

Ieri sera, dalla Gina a Agliana, un bel paese molto amato da una Blimunda che ne ha fatto un serraglio di infamie con le sue Storie di Agrùmia (lettura consigliatissima per la procura di Pistoia), nelle quali tutto si è trasformato in insulti di una carica talmente odiosa da essere degna di attenta analisi; ieri sera dalla Gina si sono ritrovati tre giornalisti di Linea Libera.

Alessandro Romiti, Marco Ferrari e Andrea Balli si sono seduti a un tavolo per una pizzata. I giornalisti di Linea Libera si trovano per una pizzata; altri – e non solo giornalisti – si ritrovano per il pizzo o, in altri casi, per i pizzini e/o i bigliettini di carta da inviare al Tar per prenderlo in giro su certi concorsi da comandante dei vigili che, alla fine, lo stesso Consiglio di Stato annulla, schifato, e cancella come una emerita cazzata – mentre in contemporanea qualcuno si mette a piangere e parla di ferite. Sì, forse alla legalità…

Balli osserva la targa: povera, ma ricca di significato

I nostri tre – io non c’ero, perché stavo scrivendo dello Iuri Gelli che ha fatto il Vola, colomba bianca, vola da Quarrata a Empoli – hanno iniziato con una sorpresa: una targa di poco valore venale (ecco gli estortori del Pedrito e del Ciottoli dell’Ombrone) ma di estremo e luminoso valore morale. La targa che vedete sopra, destinata (da prima dei miei vergognosi arresti domiciliari) a Andrea Balli: una colonna assoluta di Linea Libera sotto ogni punto di vista. Si è potuta consegnare solo ieri.

Aldilà della sua capacità di annusare la notizia, Andrea, giornalista, quarratino (anche se abita a Prato), è una di quelle mosche bianche che, pur dotato di grande umanità e rispetto per tutti, non scende a compromessi per favorire qualcuno.

Ed è ciò che, ormai, non esiste più nella categoria, disprezzata (e talvolta davvero spregevole) dei giornalisti dalla lingua lunga – che non significa chiacchieroni, ma altro.

Se Linea Libera è ancora qui e può permettersi di rompere le palle a tutti, com’è giusto che sia a prescindere dalle idee distorte di certi Pm, tutti noi ne ringraziamo Andrea, una sorta di infaticabile bibliotecario dell’abbazia nei quasi due anni in cui io, ammalato, non ho toccato tastiera.

Questo elogio (ma sono da elogiare anche gli altri tutti: Marco Ferrari, Alessandro Romiti e Alessandra Tuci, ottima giornalista, ma che purtroppo si è in séguito allontanata, salvo se altri) è dovuto a Andrea che ha così risposto all’umile dono che abbiamo voluto riservargli:

Andrea Balli

 

Ricevere stasera questo attestato di stima e di ringraziamento da voi, colleghi e amici della cooperativa, è stata per me una sorpresa gradita.

Non riesco a trovare le parole giuste in questa occasione.

Salvo rarissime occasioni (targhe di circostanza ricevute negli anni Novanta e primi anni del 2000 da parte di alcune associazioni quarratine quando collaboravo alla “Nazione”) e alcuni apprezzamenti verbali ricevuti ai tempi di Linee Future dai nostri ex “padroni”, ad eccezione dei ripetuti ringraziamenti nei miei confronti del nostro direttore Edoardo (anche su Linea Libera) quello di stasera è il primo “corale” ringraziamento nei miei confronti e del servizio prestato per l’affermazione della libera stampa sul nostro territorio.

Essere riuscito a tener viva questa luce mi ripaga del tempo che ho dedicato al giornale. Per quanto possibile cercherò ancora di essere vicino a Linea Libera..

E speriamo dopo tanti sacrifici in tempi migliori… Grazie di nuovo a tutti.

Grazie a te, Andrea. Sempre con noi.

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]


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