PISTOIA. La ragione per essere ben disposti verso Facebook sta sempre nel fatto che non può essere il mezzo a offendere, dileggiare, ferire o ingannare, ma se mai chi lo utilizza.
Certo che nei confronti dei più giovani bisogna usare il criterio di massima precauzione, mettere sempre in guardia perché dietro un profilo Fb si può celare praticamente chiunque; impedirne l’uso ai bambini e comunque tenere sempre ben presenti i limiti dovuti alla vita di relazione, come faremmo fuori dal virtuale.
Buonsenso. Con le forbici si taglia la seta per un abito da sposa, ma si può anche uccidere…
Tuttavia… sì, alcuni aspetti dell’amministrazione del social più famoso al mondo lasciano almeno perplessi.
Chi ha un profilo Facebook e lo frequenta, ha visto magari amici ubriachi immortalati da altri amici (alticci); ha visto le forme, non sempre da premio, della tal ministra o del tal onorevole.
È facile incappare in video, di varia provenienza, di una ferocia inumana, verso donne, bambini, animali. Ce n’è uno in cui si vedono talebani che scagliano giù dall’alto di un edificio uomini perché omosessuali, vengono pubblicate immagini delle più orribili ingiurie perpetrate da madre natura su creature di ogni età (immagini intollerabili anche ai più corazzati, membra e volti tanto deformi da dubitare persino della veridicità di quel che si vede).
C’è poi, tra gli utenti di Facebook, chi privilegia la parte finale della schiena di donne avvenenti e ne pubblica le immagini a ripetizione. Potremmo segnalare la pagina di un conoscente che ne ha collezionati centinaia: pubblica solo culi.
I testi, i post, che sempre più spesso sono accompagnati da foto o video per dare forza e generare share, sostengono qualsiasi tesi: omofoba, antiomofoba, razzista o antirazzista senza troppo sottilizzare. C’è anche chi pubblica solo preghiere o frasi piene di buoni sentimenti e immagini delle nuvole che assumono le sembianze della madre celeste; si sprecano le immagini delle scie chimiche…
Di fronte al guazzabuglio dei vizi e delle virtù dei propri utenti, gli amministratori di Facebook non sono però inerti, è possibile segnalare, bloccare, facendo intervenire chi può limitare la pagina per cinque minuti, per un giorno o più e anche chiudere definitivamente le porte a chi esagera, a chi viola le regole.
Esistono infatti norme di comportamento che il social chiede di accettare nel momento in cui si apre un account, tra queste, piuttosto originale, il divieto di pubblicare seni nudi.
Sì ai culi, sì alle pose languide e oscene, agli obbrobri comunque si manifestino, sì alle aberrazioni: ma il seno nudo di una donna no, quello poi proprio no.
Chi provasse a linkare un articolo di giornale che racconta di una anacronistica censura ad un documentario sulla pornografia degli anni ’70 (Porno&Libertà, un film di Carmine Amoroso), che ha come immagine di accompagnamento una donna a seno nudo, potrebbe vedersi limitare la pagina e vedersela censurata con taglio di un documento.
A noi è capitato e ci ha fatto riflettere. Sulla stupidità di questo secolo, è chiaro!
[Paola Fortunati]
Paola….mi beccate sempre a tradimento col mirto in mano …voi non avete capito che non sanno che farsene di un capezzolo. Se fate così gli abbassate l’audience! Questi vogliono sangue e teste mozze…al limite accettano un Pellè che sbaglia il rigore….coraggio su, che potete fare di meglio.
Buona serata!
ma tutto questo mirto…? 🙂