pracchia. CONCERTI DI MUSICA CLASSICA E NON SOLO TRA SCOPERTE E TRADIZIONE

pracchia in musicaPRACCHIA. Dal 18 agosto torna “Pracchia in musica”, rassegna di musica e di musiche che da tre anni propone ai residenti e ai villeggianti, che numerosi affollano la località dell’Appennino Pistoiese e quelle vicine, appuntamenti di musica di qualità.

Questo il leit-motiv di quest’anno, dimostrare che non esiste un tipo di musica, migliore delle altre, ma vari tipi, di diverse epoche e stili, ognuno di grandissima qualità.

“Sarà una stagione apparentemente eclettica” spiega il direttore artistico Alberto Spinelli, pianista, docente del Liceo musicale A. Bertolucci di Parma. “In realtà vogliamo presentare al pubblico un unico viaggio musicale, in tre tappe, con scenari molto differenti”.

Una novità, continua, il professor Spinelli, quest’anno è l’orario. “Abbiamo anticipato i concerto al pomeriggio, ore 18, per poter dare la possibilità, finito il concerto, di andare tutti insieme a cena. Sarà bello mescolare artisti e pubblico, condividendo anche questo momento. E se, alla fine, verranno fuori domande, curiosità i musicisti potranno rispondere”.

Roger Catino
Roger Catino

I musicisti sono, come sempre, di altissimo livello, affiancando solidi professionisti e giovani promesse. Come di consueto gli appuntamenti, resi possibili dalla grande disponibilità di tutti gli artisti, sono a ingresso libero.

La prima fermata di questo viaggio, giovedì 18 agosto, nel parco di Villa Landor, sarà nella musica swing e jazz.  L’ensemble “A. Bertolucci” di Parma, per l’occasione composto da una compagine di saxofonisti, capitanati da Alessandro Creola, clarinetto, contrabbasso e da cinque percussionisti, guidati da Roger Catino, porterà a Pracchia un’inedita ventata di musica swing, con incursioni nel jazz, con rivisitazioni imprevedibili di autori classici.

“Pensiamo sia una novità che potrà coinvolgere il pubblico portandolo in una dimensione di suono e di ritmo completamente diversa rispetto a quella classica degli anni scorsi” spiega ancora il professor Spinelli.

Le musiche di Ellington, Gershwin, Gualdi risuoneranno nella loro trascinante potenza.

Con il secondo appuntamento, in cartellone domenica 21 agosto, questa volta nella chiesa di San Lorenzo a Pracchia, il Trio Sensus, ovvero Arianna Lanci, canto; Sara Mancuso, arpa, organo portativo, claviciterio, e Marco Muzzati, salterio e percussioni, ci porterà tra gli ebrei di Spagna, che, nel 1492, furono espulsi dalla loro terra dai re Ferdinando di Aragona e Isabella di Castiglia.

Le comunità sefardite si stanziarono allora  nel  nord  Africa,  in Turchia e in vari stati del continente europeo come l’Italia, la Grecia, la Bulgaria o la Bosnia, cosicché Salonicco, Livorno, Istanbul, Sofia e Sarajevo divengono importanti centri culturali sefarditi.

Alessandro Creola
Alessandro Creola

Aman Sepharad. Musiche dalle comunità ebraiche del Mediterraneo”, questo il titolo del concerto, presenta canti femminili, tramandati da madre a figlia, come la stessa discendenza ebraica. Musica profana di tradizione orale, di cui non conosciamo gli autori né l’esatta origine ma che, migrando, porta con sé la voce e il cuore delle genti che dalle coste iberiche si dispersero per tutto il Mediterraneo fino a spingersi nei lontani Balcani.

Infine, in un riavvicinamento alla tradizione europeo più classica, ma di un periodo ancora non troppo noto, giovedì 25, sempre nella chiesa di San Lorenzo, Paolo Faldi, flauto dolce e oboe barocco, e Miranda Aureli, organo, eseguono musiche di Francesco Geminiani, Georg Philipp Telemann, Francesco Maria Veracini e altri.

Un programma che mostra chi ha aperto la strada ad acclamati compositori (Mozart, tanto per citarne uno), un “prima” non eseguito spesso, ma che spiega chiaramente di che qualità fosse la musica tra la fine del Sei e l’inizio del Settecento.

Una musica che parlava, in tutta Europa, soprattutto l’italiano perché era lo stile, il gusto, i compositori italiani ad imporsi nelle varie corti. In questo repertorio il flauto dolce e l’oboe hanno un ruolo speciale. Paolo Faldi, musicista concertista, direttore, docente, ci racconterà di questi strumenti, della loro storia e caratteristiche e del perché i compositori di questo periodo li ebbero così cari.

[sirk – comunicato]

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