PRATO. “A differenza di altri territori in Toscana la mafia non riceve consenso sociale, ma sottovalutare il pericolo che anche in questo territorio possano permeare organizzazioni criminali è un grave errore. Lo dimostra quanto è successo in altre regioni del nord Italia”.
Il procuratore di Firenze Giuseppe Creazzo, già procuratore generale di Palmi, sottolinea la necessità di tenere alta l’attenzione: “La riposta sta nella buona politica, nel senso civico, nel seguire anche l’attività legislativa”.
La buona politica è stato il tema al centro del dibattito in Salone consiliare nella Giornata in ricordo di tutte le vittime innocenti di mafia, dopo una manifestazione a cui hanno partecipato 3.500 persone provenienti da tutta la Toscana, in collaborazione con Libera e Avviso Pubblico.
“Quello delle infiltrazioni mafiose è un fenomeno subdolo e preoccupante, che il nostro territorio non può considerarsi immune. Per contrastarlo è prezioso il lavoro delle forze dell’ordine e delle procure, che però devono essere messe in condizioni di lavorare – ha sottolineato il sindaco Matteo Biffoni –. Penso al nostro Tribunale, alla cronica carenza di personale e la necessità di avere una macchina con numeri sufficienti perché funzioni bene”.
Fondamentale è poi la gestione dell’amministrazione in trasparenza: “Bisogna avere comportamenti coerenti con le proprie convinzioni, non è sufficiente gridare onestà, che è un valore non negoziabile per nessuno, in particolare per chi si approccia alla cosa pubblica.
Nel 2013 da parlamentare con altri colleghi abbiamo firmato l’accordo sulla trasparenza con don Ciotti, mettendo a disposizione tutti i nostri dati. Il braccialetto bianco che da allora ho al polso è un simbolo, ma è anche il segno di un’attenzione alla legalità che portiamo avanti ogni giorno nello svolgimento del ruolo istituzionale – sottolinea il sindaco –. La buona politica non si limita a non prendere tangenti, ma significa non essere accondiscendenti con chi non è trasparente, ribadire sempre che le norme ci sono e si rispettano. Tutte”.
Il Comune di Prato è stato uno dei primi Comuni italiani ad adottare un piano anticorruzione, redatto dal direttore generale dell’ente Roberto Gerardi: “Sono fiero che la nostra città sia all’avanguardia nel creare al proprio interno gli anticorpi per contrastare ogni forma di illegalità, senza abbassare la guardia neppure sulla pubblica amministrazione. È necessaria una quotidianità dell’attenzione su questi temi”.
Biffoni ha chiesto anche interventi più veloci sui beni confiscati alle mafie: “Il sistema dell’Agenzia dei beni confiscati deve girare meglio e più velocemente, per rimettere nella disponibilità delle comunità i beni confiscati a chi, per ottenerli, si è macchiato di colpe atroci”.
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