prato. NASCE IL CID «CONSORZIO ITALIANO IMPLEMENTAZIONE DETOX»

Bartolini, Ungherese, Cavicchi, Campione alla presentazione dell’iniziativa Detox
Bartolini, Ungherese, Cavicchi, Campione alla presentazione dell’iniziativa Detox

LUCCA-PISTOIA-PRATO. L’iniziativa Detox del distretto pratese – avviata poco più di un anno da Confindustria Toscana Nord – valica oggi i confini regionali attraverso la costituzione del Consorzio Italiano Implementazione Detox (C.I.D.). Obiettivo: promuovere un modello di produzione tessile sostenibile ed innovativo a livello nazionale ed internazionale. L’iniziativa è stata presentata oggi (mercoledì 26 ottobre) nel corso di una conferenza stampa presso la biblioteca Lazzerini di Prato.

Tra gli obiettivi principali del Cid, che conta già le adesioni di 23 aziende del distretto pratese e della tintoria Berto di Padova – che hanno già sottoscritto l’impegno Detox di Greenpeace – ci sono la promozione della ricerca, il supporto tecnico e operativo alle aziende associate affinché rispettino gli standard previsti dal protocollo Detox e la promozione di strumenti di conoscenza ed innovazione tecnologica dei processi produttivi.

«Quando la nostra iniziativa per un tessile competitivo e sostenibile ha mosso i primi passi qui a Prato non avremmo mai immaginato di riuscire a coinvolgere un gruppo così significativo di aziende disposte a cambiare completamente il loro approccio alla produzione tessile» racconta il presidente di Confindustria Toscana Nord Andrea Cavicchi.

«Oggi abbiamo scelto di portare questa sfida a livello nazionale consorziandoci perché crediamo che produrre un tessile di qualità che non sia una minaccia per l’ambiente sia un obiettivo da promuovere a livello nazionale».

Il Consorzio si avvarrà inoltre di un Comitato tecnico scientifico che conta sulla presenza indipendente e non onerosa di Greenpeace, che nel 2011 ha lanciato la sfida Detox all’industria tessile contro l’utilizzo di sostanze tossiche nella filiera produttiva e che oggi trova nel Consorzio un alleato in più per raggiungere l’ambizioso obiettivo di un’industria tessile “toxic-free” entro il 2020.

Nel corso della conferenza stampa si presenteranno i risultati di uno studio, condotto dal laboratorio di analisi BuzziLab e dal Cid, che prende in esame circa 1200 coloranti utilizzati comunemente nelle tintorie, da cui sono state estratte 228 materie coloranti diverse che rappresentano circa il 90% delle sostanze coloranti utilizzate a livello mondiale nelle filiere tessili.

Lo studio si concentra su 4 degli 11 gruppi di sostanze tossiche bandite da Greenpeace: Ammine aromatiche, Alchifenoli Etossilati, Clorofenoli e Ftalati.

I risultati dello studio, approfonditi durante la presentazione di oggi, evidenziano che il 70% delle materie coloranti esaminate risultano contaminate per presenza di sostanze chimiche pericolose, rilevate a concentrazioni superiori ai limiti previsti da Detox; mentre soltanto una percentuale “irrisoria” (0,8%), non risulterebbe conforme ai limiti auto-imposti dalle aziende e dai brand aderenti a Zdhc Foundation (Zero Discharge Hazardous Chemicals).

“La ricerca presentata oggi va a individuare le fonti di contaminazione nascoste nei coloranti e consente di poter scegliere prodotti conformi allo standard Detox. Un ottimo lavoro che dimostra la serietà dell’impegno preso dalle aziende pratesi” commenta Giuseppe Ungherese, responsabile della campagna inquinamento di Greenpeace Italia.

A seguito della conferenza stampa si è svolta, al Museo del Tessuto di Prato, la tavola rotonda: “Come la filiera del sistema moda italiano sta affrontando la sfida della sostenibilità” con la partecipazione di Andrea Crespi (Sistema Moda Italia), Renato Lambiente (Miroglio Fashion srl) ed Alberto Gallina (Benetton Group).

Le materie coloranti per la filiera moda: gli attuali livelli di contaminazione chimica

Sintesi dello studio di BuzziLab (Buzzi Laboratorio Analisi) e Cid (Consorzio Italiano Implementazione Detox).

Lo studio, iniziato esaminando le “cucine colori” di 8 delle più rappresentative tintorie del distretto pratese, ha selezionato e preso in esame 228 materie coloranti che rappresentano circa 80-90% delle materie coloranti più diffuse ed utilizzate nelle filiere tessili.

Le materie coloranti sono state sottoposte ad analisi chimica, mediante modernissime ed innovative tecniche analitiche (es. cromatografia liquida con rivelatori di massa ad alta risoluzione); tutto ciò con lo scopo di evidenziare eventuali contaminazioni legate alla presenza di sostanze pericolose per la salute e per l’ambiente.

In particolare sono state sottoposte ad identificazione quattro degli undici gruppi di sostanze pericolose la cui utilizzazione è vietata dal protocollo Detox: 1) Alchilfenoli Etossilati (Apeos); 2) Ammine Aromatiche da coloranti azoici; 3) Clorofenoli; 4) Ftalati.

I risultati dello studio mostrano come circa il 30% delle materie coloranti analizzate risultano prive da contaminazioni, mentre il restante 70% contengono contaminazioni (micro o macro-contaminazioni) per almeno una delle quattro classi di sostanze in esame.

Le principali contaminazioni riscontrate appartengono alle seguenti categorie:

1) Alchilfenoli Etossilati (Apeos): questo gruppo di sostanze è costituito da molecole tensioattive di grande importanza industriale – tra questo tipo di sostanze, per due molecole (nonilfenoli ed ottilfenoli etossilati), esiste il divieto di produzione e commercializzazione in Europa, in quanto pericolose per l’ambiente (femminilizzazione della fauna marina) e portatori di alterazioni ormonali nell’uomo. Queste sostanze possono essere impiegate nei coloranti in polvere come “agenti anti-spolvero”.

2) Ammine aromatiche da azocoloranti: la presenza di queste ammine nei coloranti esaminati, può essere riconducibile o all’utilizzazione di materie prime di sintesi contaminate, oppure alla loro mancata o incompleta rimozione nei processi di purificazione finali del colorante.

3) Clorofenoli: l’utilizzazione di questa categoria di sostanze, caratterizzata da proprietà biocide, antimuffa e conservanti, presenta numerose criticità nei termini di sicurezza chimica, in quanto, molte di queste sostanze risultano estremamente tossiche per gli organismi acquatici, cancerogene per l’uomo e dotate di caratteristiche fortemente allergizzanti. La loro presenza nelle materie coloranti è da attribuire all’utilizzazione di materie prime di sintesi contaminate.

4) Ftalati: molto rare le contaminazioni appartenenti al gruppo degli ftalati, sostanze caratterizzate prevalentemente da proprietà plastificanti con importanti effetti nei cicli vitali dell’uomo (alterazione dei cicli ormonali).

Questo studio costituisce la prima parte di un progetto di ricerca più ampio, che mira da un lato all’estensione del controllo delle contaminazioni ad altre materie coloranti ed in seguito anche agli ausiliari chimici utilizzati nei cicli di produzione delle filiere tessili, e dall’altro all’ampliamento delle indagini analitiche agli altri gruppi di sostanze pericolose (in totale 12 gruppi), individuati nel protocollo Detox di Greenpeace.

Lo studio completo è disponibile su: https://www.confindustriatoscananord.it/sostenibilita/detox.

Le imprese aderenti a C.I.D. Consorzio Italiano Implementazione Detox

  • Filati Bemiva Spa
  • Pecci Filati Spa
  • Filatura Papi Fabio Spa
  • Industria Italiana Filati Spa
  • Ilaria Manifattura Lane Srl
  • Filati Biagioli Modesto Spa
  • Cromos Srl
  • Tintoria Alessandrini Srl
  • Tintoria Fiordiluce Srl
  • Tintoria Cometa Srl
  • Tintoria Biagioli Modesto Srl
  • Lanificio Bellucci Spa
  • Marini Industrie Spa
  • Furpile Idea Spa
  • Lanificio Europa Sas
  • Manifattura Emmetex Spa
  • Bardazzi Alberto Spa
  • Texmoda Tessuti Srl
  • F.lli Ciampolini & C. Spa
  • Finissaggio T.R.T. Srl
  • Jersey Mode Spa
  • Daykem Srl
  • Progetto Lana Srl
  • Berto E.G. Industria Tessile Srl

Confindustria Toscana Nord

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