PRATO. [a.b.] Il circolo Arci La libertà di Viaccia in collaborazione con Arci Prato ha inaugurato all’interno dei propri locali in via Pistoiese 659 la sua biblioteca.
All’interno si trovano già numerosi volumi donati e raccolti sul territorio. Il circolo a suo tempo ha aderito, infatti, al progetto di Arci provinciale Una biblioteca in ogni circolo avviato nel settembre scorso e inaugurato dal Circolo Arci Ballerini di Mezzana.
Nelle scaffalature bianche, ufficialmente da ieri, i libri sono stati suddivisi in varie sezioni: vi si trovano “opere” di teatro, poesia, narrativa ma anche libri di politica e società, storia, territorio. Una sezione è poi dedicata alla lettura per ragazzi. Potranno essere presi in prestito dai soci del Circolo o potranno essere letti direttamente sul posto.
Nell’occasione è stato presentato il libro “Angiolino si doveva chiamare Benedetti”, romanzo d’esordio del pratese Mauro Fondi.
In questa storia, costellata di avventure e coincidenze, sono piantate le radici di una famiglia il cui cognome ha segnato la storia di Prato prima nell’antifascismo e poi, nel dopoguerra, nel movimento operaio.
Dopo una lunga ricerca sulle origini della sua famiglia, Mauro Fondi ha preso dunque carta e penna per dar voce a una memoria familiare affascinante, rievocando la storia incredibile del nonno Angiolino, un orfanello che solo dopo 35 anni scopre di non essere solo al mondo.
Sì, perché, lui, Angiolino aveva solo 2 anni quando venne affidato al Baliatico di Pistoia e separato dai fratelli più grandi, assegnati ad istituti diversi. Adottato da una coppia di Castel Casio sull’Appennino Bolognese, dopo varie avventure su e giù per lo Stivale – e anche oltre –, si stabilisce infine a Prato, dove mette su famiglia.
Qui, un giorno bussa alla sua porta un mendicante, Ettore, che dopo qualche tempo porterà ad Angiolino il più bel regalo che potesse immaginare.
Alla inaugurazione della biblioteca e alla successiva presentazione del libro, è intervenuto anche il sindaco di Prato, Matteo Biffoni.