premi. IL RICORDO DI ROBERTO CLAGLUNA AL MEMORIAL VANNUCCI

Vannino Vannucci
Vannino Vannucci

PISTOIA. Lunedì 5 settembre 2016: tornerà il “Memorial Vannucci”, premio organizzato da Vannino Vannucci nella splendida cornice del “Pistoia Nursery Campus” di Via Bonellina 116 in memoria dei genitori prematuramente scomparsi.

Per il secondo anno consecutivo, di mattina (inizio alle 10:30) – primo pomeriggio, da qualche anno a questa parte con più spazio dedicato all’economia e al verde e meno allo sport.

Un’occasione da non perdere, vuoi per ricordare chi ha contribuito a dar lustro alla nostra città vuoi per la bellezza del luogo, la qualità degli insigniti e la capacità organizzativa dello stesso Vannucci, capace sempre di sorprendere, con classe.

Un momento, alto, per non dimenticare. Anche un’altra persona, che ha fatto molto per la Pistoia sportiva: l’allenatore Roberto Clagluna, che guidò la Pistoiese 1994/95 in serie B e scomparve troppo, troppo presto, nell’estate del 2003. Un signore, in campo e fuori: uno che piaceva tremendamente in primis alla famiglia Vannucci.

A lui, io che chissà perché chissà come fui subito chiamato a ricordarlo (un onore forse non del tutto meritato, segno però di amicizia vera e disinteressata), ho dedicato qualche riga, in anteprima per i nostri lettori, sperando che gradiscano.

Il tempo passa, il ricordo non si affievolisce: paradossalmente è più nitido.

Era un’estate caldissima, quella del 2003: era all’inizio, per Te, per noi, per tutti.

In una stagione che amavi, nel mare che amavi, la Nera Signora ti prese per mano strappandoti agli affetti più cari, anche a chi t’aveva conosciuto e s’era innamorato di Te. Subito. Delle tue parole, della tua essenza.

Da allora non passa settimana che non ti pensiamo: impossibile dimenticarti. Il tuo modo di porti, di esprimerti, quel colore rosso vivo del volto che dava ritmo ai tuoi pensieri, che faceva naturale simpatia agli altri.

Roberto Clagluna
Roberto Clagluna

Il tono della voce, le carezze verbali, la schiettezza e la diplomazia che dosavi con acume, ma senza malizia.

Eri vero in un mondo spesso di falsi. Eri vero, ma sapevi stare al mondo e questa per noi era una lezione sublime. Eri vero, ma spiegavi che per migliorare – tutti, nessuno escluso – occorreva pazienza, mica la nostra esuberanza.

Avevi cultura e buonsenso, adoravi il football pragmatico, non i voli pindarici. “Gianluca: portiere, Barbini, Lorenzo: gol! In tre mosse si può segnare, altro che possesso di palla!”. Come dire: c’è modo e modo per arrivare al successo e bisogna sceglierlo a seconda del momento, non fossilizzarsi, non adoperare un’unica strategia per credo dogmatico.

Mamma mia, com’eri avanti!

Avanti di anni, di decenni.

Chissà oggi, sulla tua poltrona in riva al mare, davanti a quell’enorme distesa d’acqua e sogni, che cosa diresti.

Chissà.

No, in verità lo sappiamo.

Soltanto: Gianluca. Il resto apparterebbe, com’è giusto, solo ai nostri cuori.

[Gianluca Barni]

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