presidenti rimpianti. GAETANO MANISCALCO NON LO FU, PURTROPPO!

Ci saremmo evitati di parlare della scomparsa del già proboviro della Misericordia, ma la papera di bimbominkia, ci costringe a un pubblico ripasso: repetita juvant!


Benesperi non sa nemmeno dove vive…

 

AGLIANA. Il coccodrillo apparso sulla pagina Fb del Sindaco Pedrito ci costringe a richiamare i fatti trascorsi nella locale Misericordia, oggi passata al controllo di Franco Benesperi, che sollecitiamo a fare un ripasso della ricca collezione di testi presenti nel preistorico Q/News, del quale riportiamo quì l’apripista.

Per questa inchiesta, il magnifico Presidente Artioli, querelò la testata, salvo poi vedere dimostrata in aula la correttezza delle informazioni e quindi vanificando la sua volontà persecutoria di “imbavagliare” l’unica stampa libera. Il tempo è stato, però, galantuomo e oggi possiamo dire che, con Gaetano Maniscalco come Presidente, la Confraternita di Agliana avrebbe un mezzo milione in più in cassa, questo il costo del buco artioliano con i Mangoni.

Luca Benesperi, già appassionato oppositore della nomenklatura rossa, collaborava con la redazione, finché non ebbe le epigastralgìe e le ruminazioni notturne (false)…

Maniscalco non è mai stato presidente, ma solo proboviro, ancorché la figura di tale soggetto di garanzia (a inutile tutela di soci e volontari) è una mera formalità, per comporre ovunque gli organigrammi aziendali e incipriare i board direttivi.

Il volontariato, quello vero, non ha bisogno di sindacati o tutori, ma ad Agliana vige costante – e ci sembra che il problema sussista ancora (Francone, scuotiti!) – la cultura aziendalistica dell’Artioli, che però sbagliò non solo la gestione della penosa vicenda di lite con i due Mangoni, ma anche il piano di ammortamento del finanziamento con Intesa, poi rinegoziato nel 2018.

Ilaria Signori, quale brava giurista, ha mollato tutto. Troppe nebbie nelle Misericordie. Avevamo ragione noi già nel 2013!

La definizione di “organizzazione di volontariato”, purtroppo, deve essere affiancata da quella di “azienda”, come ha ben spiegato il governatore Eugenio Giani e dunque non s’arrabbi la pavoncella.

Oggi è lei la probavir* (perdonateci l’asterisco, ma qui non si può scrivere in latino con il femminile perché il pm scout Curreli potrebbe rinviarci a giudizio, per un altro nuovo reato, il sessimo terminologico).

Del resto Hilary è una giurista e sa benissimo come “funziona il sistema” avendo partecipato per oltre un anno ai lavori del Consiglio nazionale, e però dimettendosi rapidamente, viste le gravi anomalie di gestione che affiorano come un iceberg da 60 milioni di euro.

Noi, all’epoca, la contattammo per avere lumi sulla posizione dei discriminati e famosi volontari respinti, i coniugi Vagnozzi-Signori che, nonostante il servizio svolto, vennero esclusi dal sodalizio e ciò, chiaramente senza spiegazioni, con il sistema del “quì-comandiamo-noi”.

Artioli – ci spiegarono i volontari malpancisti – non sarà rimpianto per la la sua gestione, lasciata con un buco senza la menta intorno…

Il proboviro, rispose al citofono della sua casa ma sapendo che era un giornalista che indagava sulle misericordiose vicende, alzò le braccia al cielo evitando qualunque risposta o considerazione, lasciandoci per questo delusi di cotanta prudenza che sconfinò nella reticenza, visto il vasto interesse pubblico dell’argomento.

Ancora oggi la Misericordia di Agliana viaggia probabilmente con un taglio di un 30% della forza dei volontari che potrebbe avere, se non fosse stata trascinata in questa gestione familistica e protettiva. Protettiva da cosa, si chiederanno alcuni lettori?

Lasciamo l’argomento alla vostra valutazione, riproponendovi la missiva che la Arciconfraternita di Pistoia spedì a quello che era un valido collaboratore di redazione, stimato consigliere di opposizione e ancora affidabile, perché non drogato dall’illusione di un isterico (così lo chiamano i suoi dirigenti) esercizio di potere.

Luca Benesperi, allora non ancora impazzito per la sindrome del sindaco, girò prontamente la nota pervenuta ad Attilio Barontini; e tale nota è stata decisiva per dimostrare al Giudice Floris la correttezza dell’inchiesta giornalistica, sulla quale il Magistrato ha steso una pesante coperta di silenzio essendo tutto purtroppo vero e storicamente dimostrato.

PS. A proposito di querela bavaglio, ma com’è andata la lite con il giornale? E quanto è costata alla Misericordia la parcella dell’avvocato Antonio Bertei? L’avete scritta a bilancio? O l’avete raggruppata con le spese di consulenza per confonderla nel mucchio come avete fatto con i 400mila euro dei Mangoni?

Alessandro Romiti
[alessandroromiti@linealibera.it]


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