Agrumiènsi (ma anche quarratini, montalesi, pistoiesi, serravallini e quel che vi pare) fàtela finita di “preteggiare” di grondante “viscidità”. Se siete opposizione, fate l’opposizione; se siete maggioranza, fate la maggioranza senza tante masturbazioni pseudo-politico-amministrative. Anche per la chiesa il coito interrotto è peccato mortale!
’UN C’È MODO, ’UN CI SON CRISTI:
C’ÈNNO SOL SEMINARISTI!
QUANDO PARTIRONO con l’idea di rovesciare Agrùmia come un calzino, si definirono la “giunta del cambiamento”. In realtà più che il mento hanno cambiato l’orientamento della bazza (o l’orientabazza del mento).
Oggi Luca Pedrito Benesperi s’è bene allineato con la sua opposizione (?) e, demo-cristianamente parlando, insieme all’assessor Trapélo – auspice la signora Paola Aveta, inviata da chissà quale divina provvidenza –, prima ha fatto marcia indietro, poi inversione a U: la politica di sinistra e della Repubblica Conciliare è stata adoperata a man bassa se non addirittura con il metodo del copia-incolla.
Siamo passati – ad Agrùmia, città delle lettere anonime assai apprezzate anche dalla segretaria generale (si vede che a Napoli usa così…) – dalle “grida di dolore” ai “sospiri dell’amore”.
Leggete questo documento del Pd – che non può essere definito altro che un “insulto alla cittadinanza” per la sua pretesca “viscidità” – e ponetevi la domanda: su questo argomento un’opposizione seria, determinata, limpida e leale coi suoi concittadini, avrebbe richiesto risposta scritta (cosa che comporta l’insabbiamento di fatto della pubblicità degli eventi e della notizia) o, più giustamente, lo sbandieramento ai quattro venti, con conseguente sputtanaggio del comportamento anomalo di un consigliere comunale che aveva dato le proprie credenziali a un… privato cittadino?
Ho parlato di “viscidità” e su questo concetto insisto. La “viscidità” è l’atteggiamento tipico delle cagnette a cui viene sottratto l’osso nella famosa Bocca di rosa di De André: per eliminare la “puttana professionale”, le pie donne e le mogli fedeli del paesino di Sant’Ilario, non imbracciano il fucile né prendono il randello, ma si rivolgono all’ordine costituito (quello caro alla Gip Martucci).
Il trio Pd, Vannuccini-Tonioni-Pieri, si limita a tirare un sasso bene avvolto nella bambagia: fa male ma non ammazza. Cosa possono ottenere da questo? Certamente un punto a loro favore per tenere il signor Benesperi – come si dice – per i coglioni (sempre nell’ipotesi che li abbia: s’intende politicamente e in metafora, signori Pm letterati e cruscanti della procura di Pistoia, che rinviate tutti a giudizio senza leggere mezza riga degli atti e senza svolgere quasi mai indagini).
Descriviamo la “viscidità” sotto un’altra metafora: l’FBI, chiamata a fare irruzione in una abitazione per sgominare una pericolosa banda di narcotrafficanti, si presenta con una ventina di agenti armati fino ai denti e, invece di sfondare la porta, suona il campanello e mormora gentilmente al citofono, dopo il chi è: «Per favore possiamo entrare?».
Ecco, i tre nipotini – Qui, Quo & Qua – avvertono Pedrito dicendogli che hanno letto una cosa su Linea Libera e chiedendogli se è vero o no quello che hanno letto: che, cioè, lui avrebbe dato le sue password di consigliere comunale “a un privato cittadino”.
Bigotti e preteschi quali sono, queste gentili zucchine della pianta del Pd – che non leggono mai Linea Libera perché giornale fascista come da illuminato giudizio di Guido Del Fante – hanno paura a chiamare le cose col loro nome: il privato cittadino ha, come nome e cognome, Alessandro Romiti. Ma loro sono il massino (Vannuccini?) della “pretità”: «le parolacce ’un si dicono; ’un si rammenta il nome di dio invano»…
Tirano la sassata e seguono la via della riservatezza (se non del silenzio). Lo fanno per portare Pedrito a rispondere: «Ma nooo… È una cazzata del Romiti».
E magari Pedrito gli sciorina anche una bella “eiaculazione di consulenza di parte”, che ovviamente vale quanto un due di briscola (poi se lo farà, il sindaco ci dirà quanto ha speso), in cui un legale, più o meno scorreggione, gli scrive e gli dimostra perché non nascano peli verdi (’un ci pigliamo per il culo: è una citazione letteraria. Cercàtevela, quadrupedi!). E loro, i VannuTonIeri, fingono di rabbonirsi ma, con gli schemi della politica, stanno dicendo a Pedrito: «Senti, Cosino… Sta fermino perché quest’affarino delle password, se ’un tu smetti di rompere, si sa noi come adoprarlo». Funziona così. Ecco perché e come i coglioni di Pedrito sono metaforicamente nelle mani del Pd.
Due noterelle finali. Le tre domande chiave (1. la notizia di linea libera è vera? 2. Se è vera, come si giustifica Pedrito? 3. Se è falsa, cosa intende fare Pedrito?) sono un concentrato di San Marzano della viscidità pretesca piddina:
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non si va a chiedere al ladro se ha rubato, a meno di non essere scemi o in malafede, perché è certo che il ladro risponderà di no.Ma questa è una modalità assai rodata anche nell’ambito della procura pistoiese, quando affida certe indagini alla polizia giudiziaria de carabinieri e alcuni militi invece di raccogliere documenti e carte ufficiali e disponibili, indagano chiedendo ai “responsabili dei chiodi storti” di dichiarare se davvero sono stati loro stortare quei chiodi… Una demenza, non vi pare?
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non si chiede a chi ha da rendere conto, di giustificarsi. Gli si impone di narrare il come e il perché
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non si chiede cosa qualcuno intenda fare dinanzi a un reato: l’ipotetica falsità della notizia della consegna di password personali cedute, non certo sotto la minaccia di un’arma, da un pubblico ufficiale: perché un consigliere comunale è e resta, a ogni effetto, un pubblico ufficiale e se divulga le sue password è un pubblico ufficiale quantomeno poco fedele al mandato
Conclusione: agrumiènsi (ma anche quarratini, montalesi, pistoiesi, serravallini e quel che vi pare) fàtela finita di “preteggiare” di grondante “viscidità”. Se siete opposizione, fate l’opposizione; se siete maggioranza, fate la maggioranza senza tante masturbazioni pseudo-politico-amministrative. Anche per la chiesa il coito interrotto è peccato mortale!
Pedrito ha da pensare seriamente (e ci pensi bene anche la sua avvocata Elena Augustin) alle sue password violate, fanciullini del Pd! Ma anche voi, in casa vostra, non avreste da pensare a tutti i panini e le rose della signora Luisa, che né l’Aveta né la procura vogliono vedere? Ai casini del Nesti, che né voi né l’Aveta né il centrodestra né la procura (coi carabinieri delle indagini) vogliono vedere? Alle misteriose lettere anonime ricevute dall’Aveta? Alle sclerate di Agnellon-Trapélo, che spara cazzate sotto terra e sotto il cielo?
È il sistema-Palamara che vi garantisce “l’uovo, la gallina e il culo sano” (questo è un proverbio della Sambuca).
Ma quanto durerà? A parte che con i governi della sinistra nessun cittadino è al sicuro dalla dittatura perpetua come la serva di don Abbondio.
Noi di Linea Libera siamo però felici. Abbiamo infatti scoperto:
- che i nostri più duri nemici sanno leggere
- che, perciò, ci leggono anche eccome.
È un gran successo, GdF (non Guardia di Finanza)! Ora i furon-compagni devono solo imparare a fare un ulteriore passetto in avanti: rendersi contro che Linea Libera non usa pubblicare “scorregge”; e che tutto ciò che pubblica è vero, autentico e provato.
Altrimenti – scusate – la procura di Pistoia ci perseguiterebbe con tanta accanita pervicacia…?
Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]
Pedrito, non eri così duro e spietato, e non la pensavi così, quando mi facevi rivedere la tua tesi di laurea!
Raccontaglielo per bene all’avvocata Augustin…