AGLIANA. [a.r.] Sembrava davvero di essere al primo giorno di scuola, dato che solo tre consiglieri venivano da precedenti esperienze di tipo politico. Un’aria davvero insolita con le graziose consigliere della maggioranza che, finalmente, hanno reso più fashion la sala consiliare aglianese.
L’emozione si palpava nella voce del nuovo Presidente del Consiglio Comunale, Fabrizio Nerozzi, eletto con 11 voti su 17, non mancando – in avvio – una stravagante reprimenda della consigliera Pd Salaris (un vero infortunio elettorale, rientrata per compromesso nel listino del Pd e rieletta, grazie alle aderenze ciampoliniane) contro la minoranza.
La Salaris non ha mancato di caratterizzare la seduta con uno stizzito intervento, dovuto alla asserita inerzia della minoranza che non avrebbe esposto – in una sessione preconsiliare – le richieste di individuare un Presidente di Consiglio di minoranza.
Lei è un “cavallo di razza” e autentica democratica: le regole, ci sono e devono essere rispettate, soprattutto dalle minoranze che, quando serve, devono essere strigliate bene bene. A nulla rileva che anche la maggioranza poteva parimenti esercitare tale opzione e, ricercare in un confronto dialettico una soluzione mediata.
Ma ciò non è stato e dunque, almeno è chiaro fin da ora che Lucy (questo è il nickname della Salaris) non sarà tenera con l’opposizione, mantenendo il suo noto puntiglio severo un po’ retrò.
Defilato il commissario (non ad acta, ma di fatto) Rino Fragai: ignorabile e ignorato, praticamente assente nel proscenio del nuovo consiglio. Tanto basta, aggiungiamo noi.
La sala era strapiena: folta la quota di cittadini in quota Pd e in quota “Agliana in Comune”. È la prima volta che la sinistra è in rappresentanza sostanziale all’opposizione, dato che il P[artito] D[emocratico-Cristiano] si è finalmente insediato in Giunta e ha preso il prendibile. Assenti – chiaramente – i capi del partito delle 3 emme (Mazzetti-Mannelli-Magnanensi) peraltro assai attivi in campagna elettorale.
GLI ERANO TRE FRATELLI E UN CUGINO
E TUTTI tiràan l’acqua al su’ mulino. Questo il proverbio che, molto probabilmente, i bimbi della last generation renziana non conosceranno (Renzi Sindaco sbagliava perfino il rione Gavinana di Firenze con la Gavinana della Montagna pistoiese…, ve lo ricordate?), ma che Magnanensi sembra avere perfettamente sulla punta delle dita.
Ma perché – chiederete – sto spostando il discorso altrove? Perché a Pistoia – nel Pd – non si parla che in questi termini. Magnanensi non si è ripresentato ad Agliana (si sente dire) non perché non volesse la minestra riscaldata, ma perché ha abbassato il tiro (la velleità di fare l’Onorevole gli fu subito troncata sul nascere) e ora starebbe per accontentarsi di un comodo e redditizio seggiolone in Regione: e per guadagnarselo – dicono (ma lo dicono anche apertamente, si badi bene) – ha manovrato altrove.
Ha piazzato i suoi ad Agliana (tirando dentro anche un corpo estraneo come la Noligni, perché rendeva la cosa più credibile) e si è garantito perfino la platea elettorale ciggiellina recuperando l’amico e collega (o compagno-collega?) Fragai, suo commissario, per trascinarsi dietro i voti targati sindacato-più –bello-del-mondo, quello che una volta veniva definito la «cinghia di trasmissione del partito».
Ecco perché Rino è stato imposto democraticamente (notate l’ossimoro: imposto/democraticamente…) a Agliana. Del resto di cazzate politico-amministrative, dopo queste elezioni, se n’è viste più d’una se si pensa che Giurlani, a Pescia, s’è sposato con il Sindaco (ex) di Portoferraio.
A sinistra (la sinistra che non è Pd, che, d’altronde, non è affatto sinistra e non c’è dubbio) dicono che «i Renziani prendono tutto». L’hanno scritto di recente per Betti a Montale (vedi). Ma non è vero, però: e spezzo una lancia a favore di Matteo – anche se non lo ritengo affatto né amico né amichevole.
Sono i comunisti a prendersi tutto: e non si dica che i comunisti non esistono più; è un’altra delle cazzate del secolo fatta circolare per i gonzi. I comunisti ci sono eccome: sono quelli che si pigliano tutto (ex-Dc/Pipioni compresi e in prima linea) perché ritengono, presumono e sono certi che quel che c’è è di tutti [loro] ovviamente.
Una prova? Matteo Renzi, Oreste Giurlani, Lucia Salaris, Valentina Noligni (in quota rosa/enfant) e (che bello! Wunderbar!) Angela Merkel, ex-comunista della Repubblica Democratica Tedesca che sapete bene cos’ha fatto con la sua mentalità da fu-socialismo reale: soldi a me e a voi i debiti e zitti. E come va d’accordo con Matteino, zàyn! [*]
e.b.
[*] – Parola ebraica molto in voga in Israele. Quel povero proletario di Celentano, o i compagni di strada, direbbero, preferibilmente e più semplicemente, cazzo! Ma è poco politically correct…
È TUTTO POSSIBILE.
Io sono stato un gradissimo fumatore fino al 2004: due pacchetti e mezzo di rosse al giorno; poi ho buttato via il pacchetto e non ho più toccato sigaretta. Nessuna crociata contro i fumatori, sia chiaro.
Io sono stato un carnivoro di prima linea, poi da un anno e più, dopo aver visto le foto di un macello e gli animali massacrati senza pietà per una bistecca, sono diventato vegetariano: non vegano, intendiamoci. Nessuna crociata contro i carnivori, sia chiaro.
È possibile quindi che anche Rino Fragai si sia convertito davvero – come qualcuno ha detto in consiglio, non so bene se dai banchi o fra i banchi – e ora voglia, redimendosi, lottare per l’ambientalismo.
È semplice: prima o poi si vedrà. Ce lo fa capire anche Ionesco nella sua “Cantatrice calva” quando scrive: «favola sperimentale: una volta, un altro bue domandò a un altro cane: non hai ingoiato la tua tromba? Scusa, rispose il cane, ma credevo di essere un elefante».
Perché, infatti, un cane con una tromba in bocca, resta un cane con una tromba in bocca, la quale non può essere una proboscide, anche se il cane pensa di essere un elefante.
E così sarà anche per Rino: se non s’è convertito davvero, prima o poi, gente, … abbaierà. Eccome se abbaierà!