priorità alla scuola. L’ADESIONE DELLA SEZIONE PISTOIA DEL PARTITO DEI CARC

Giovedì prossimo sit in anche a Pistoia

PISTOIA. Con l’emergenza sanitaria scatenata dal Covid-19 le istituzioni hanno letteralmente abbandonato a sé stesso il mondo della scuola e dell’istruzione. Gli istituti scolastici sono stati i primi a chiudere, ma al corpo docente non è stata fornita nessuna indicazione su come proseguire le lezioni.

La situazione non è migliorata col tempo: il Ministero dell’Istruzione ha infatti costantemente agito in maniera contraddittoria e schizofrenica, fino all’ultimo piano di riapertura per settembre. Un piano che non è solo insufficiente e inadeguato ma che di fatto mina il diritto all’istruzione, promuovendo una didattica sempre più di classe e escludente (pensiamo solo a quanti non hanno i mezzi per la DAD e a quanti studenti ne risentono maggiormente, come ad esempio quelli a cui è assegnato il sostegno), e a un lavoro utile e dignitoso per docenti e personale Ata.

Con la promozione della precarietà, dell’esternalizzazione e della DAD inoltre si punta a disgregare il più possibile studenti e insegnanti e quindi impedirne il confronto e l’organizzazione.

Sono misure che in definitiva continuano a promuovere lo smantellamento dell’istruzione pubblica, come avvenuto negli ultimi decenni. Il Covid-19 infatti ha solo scoperchiato il vaso di Pandora e rese evidenti contraddizioni preesistenti. Questo perché la scuola, così come la sanità e gli altri servizi pubblici, è un campo di speculazione per la classe dominante, che non ha interesse alcuno al suo effettivo funzionamento (la classe dominante, quella che si arroga il privilegio di pensare e decidere, si forma nelle scuole private).

Mentre vengono elargiti più di 6 miliardi di euro a FCA, sotto forma di prestito garantito dallo Stato, per la scuola ci sono solo le briciole!

In questi ultimi tre mesi nessuno ha mai interpellato il personale scolastico e i tanti appelli e lettere inviati al Ministero per chiedere misure adeguate sono rimasti inascoltati. A fronte di tutto questo però insegnanti, lavoratori/trici, studenti e famiglie hanno non solo resistito, ma trovato soluzioni.

Lo hanno fatto mettendo in campo misure che individuavano di volta in volta come necessarie. Insegnanti ed educatori (gli stessi che oggi vengono scaricati e lasciati a casa senza lavoro e stipendio) si sono attivati da subito per assicurare la continuità del servizio d’istruzione e per non lasciare indietro nessuno coordinandosi con studenti e famiglie; con queste ultime hanno poi promosso iniziative che, in sicurezza, hanno permesso di fare esperienze per riprendere le lezioni in presenza.

Negli ultimi mesi il coordinamento tra famiglie, studenti e lavoratori della scuola si è mobilitato per portare nelle strade e nelle piazze, davanti alle istituzioni, le misure necessarie da attuare. Questi mesi hanno dimostrato quindi chiaramente chi ha realmente gestito l’emergenza all’interno della scuola in maniera positiva per tutto il sistema dell’istruzione.

Gli stessi che ancora oggi dimostrano di individuare le misure necessarie per una riapertura che persegua questo fine:

  • risorse straordinarie;
  • personale docente e Ata adeguato alle esigenze della scuola;
  • assunzione dei docenti precari dalle graduatorie provinciali;
  • internalizzazione di docenti e educatori;
  • maggiore numero di spazi per tutte le scuole di ogni ordine e grado;
  • investimenti strutturali per l’edilizia scolastica;
  • prevenzione sanitaria nelle scuole.

È chiaro che queste misure non verranno applicate se non verranno attuate e imposte dal basso, da chi lavora e studia dentro ogni scuola. Ricostruire la scuola significa proprio questo, rafforzare ed estendere questa rete organizzata di studenti, famiglie, insegnanti e personale Ata, che può gestire l’istruzione in maniera positiva per le masse popolari!

Simili comitati devono fiorire in ogni scuola, per la vera riapertura in sicurezza, per indicare le modalità più adeguate a farlo, per mappare le strutture inadeguate e quelle dismesse da poter invece utilizzare, per riqualificarle mobilitando famiglie, lavoratori e disoccupati dei territori.

Devono continuare a coordinarsi, come stanno già facendo, e fare pressioni sulle istituzioni perchè sia attuato il loro piano di rientro in sicurezza, chiamando a scendere in piazza e a intraprendere azioni concrete, tutti quegli eletti che dimostrano di avere a cuore il futuro dell’istruzione, come ad esempio gli esponenti del 5Stelle e di SI Toscana a Sinistra che in questo periodo si sono espressi in solidarietà alle insegnanti che hanno sperimentato le lezioni in presenza nel parco e per la riapertura delle scuole.

La battaglia per la ricostruzione di una scuola pubblica di qualità passa dal rafforzamento di comitati e coordinamenti, dalla loro azione diretta e alternativa a quella delle istituzioni, dalla creazione di una rete capillare di nuove autorità capaci di attuare e imporre le misure necessarie.

La battaglia per la ricostruzione della scuola pubblica è la battaglia per imporre un governo d’emergenza che faccia realmente gli interessi delle masse popolari e che si fondi sulle loro organizzazioni..

[pcarc pistoia]

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