SAN MARCELLO-MONTAGNA. Ormai, come si dice, il tempo è agli sgoccioli e stringe. Il reo confesso sta per andare dinanzi al giudice, ma il timore della gente del Comitato per il recupero ammanco – se ben ricordate circa 1500 persone dei territori montani – è che alla fine tutto possa concludersi, sempre per citare un modo di dire, ‘a tarallucci e vino’.
E siccome tutti sono più o meno convinti che non si debba passare sopra a una vergogna delle dimensioni descritte dalla famosa (e, sembra, dimenticata) relazione-Eller, la gente del Comitato vuole mettere le mani avanti; vuole, in qualche modo, far capire che limitarsi a un troppo facile “io mi pento e mi dolgo dei miei peccati” con dietro un arrivederci e grazie patteggiato e concludente, sarebbe quantomeno a-morale e perciò inaccettabile.
Così quella gente depredata del suo ha pensato ciò che sembra non abbiano pensato i più diretti interessati in proposito: i Sindaci montani – Cormio, Gaggini, Danti, Ceccarelli –, che di per sé avrebbero il sacrosanto e primario dovere, in nome delle popolazioni rappresentate, di presentarsi per chiedere ed esigere il riconoscimento di parte civile. A meno che – come suggerisce qualcuno, più arrabbiato di altri – non si vogliano comunque coprire responsabilità politiche che neppure la magistratura (stando alla stato attuale) sembra non avere còlto e/o non essere disposta a cogliere in un volar di quattrini che, fossero anche solto 2 o tre milioni di € (e non le varie decine di cui Eller ci ha parlato), sarebbero sempre una montagna di soldi. Rubati.
Ecco, allora, il senso del comunicato diffuso e firmato dalla portavoce del Comitato, Graziella Cimeli:
Il Comitato Recupero Ammanco Comunità Montana, comunica di avere dato mandato ai propri legali di costituirsi parte civile nell’udienza del 28 Febbraio per il processo contro “S.G.”.
Dinanzi al silenzio con il quale si è pervicacemente tentato di minimizzare questo disastro che, con la compiacenza della politica, ha messo letteralmente in ginocchio risorse ed attività del territorio, il Comitato ha ritenuto doveroso intraprendere questo atto.
Anche e soprattutto per rispetto delle centinaia e centinaia di cittadini della Montagna Pistoiese che con le loro firme di adesione, hanno accompagnato le iniziative ed il percorso che il Comitato, nel corso di questi tre anni, ha intrapreso e le cui iniziative sono a tutti note.
Invitiamo le amministrazioni comunali a fare altrettanto, sperando che i tecnicismi giuridici non prevalgano sul giusto desiderio della Montagna, affinché tutta la verità venga svelata.
Il Comitato confida che questo desiderio di verità e giustizia trovi accoglienza nell’organo giudicante al quale, solo, è demandato il giudizio finale e che un eventuale accoglimento di patteggiamento della pena per un solo imputato, di fatto, vanificherebbe.
La Portavoce
Graziella Cimeli
Alla luce di tutto questo, come si muoveranno i primi cittadini-Sindaci/prime vittime dell’ammanco? Gireranno la testa dall’altra parte e… pace?
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Direttore Bianchini: questa volta è arrivato secondo! Il Sindaco Cormio, su f.b., rispondendo ad una richiesta del suo Consigliere di minoranza G.Montagna che le chiedeva di costituirsi parte civile nel processo al reo confesso, ha confermato che l’Amministrazione di San Marcello ha intrapreso questa strada. Se lo immagina come si inc…….nno i suoi compagni?
Domanda: l’attività istituzionale ( interrogazioni,interpellanze,etc) si è trasferita su facebook?
Cari compagni e amici del PD e del PDL fate sentire la Vostra Voce, quella che sino ad oggi è clamorosamente mancata.
Nella vicenda non avete mai aperto bocca.
Non Vi sembra strano? “Il tenente Colombo” indagherebbe appprofonditamente la cosa, ma nella realtà non si è visto il tenenete Colombo..
Non ci sono soldi per tappare una buca di 10 cm. x 10 cm. e ci sono milioni di euro che dovrebbero essere restituiti, oltre agli interessi e le penali.
Chi di dovere si faccia avanti; potrebbe recuperare quella onorabilità morale che sino ad oggi è venuta meno.