processo politico 15. PLATONE AVEVA L’ACCADEMIA, ARISTOTELE IL LICEO: PISTOIA PUÒ CONTARE SU PROCURA E AULA SIGNORELLI. LETTERA APERTA AL LUOGOTENENTE DEI CC SALVATORE MARICCHIOLO

«Vede, gentile Salvatore, quando Curreli si è messo in testa che io sono uno stalker e, tutto sollecito per le sorti di un Ctu che forse conosce molto bene o direttamente o per interposta consorte (Nicoletta Curci), giudice delle esecuzioni nello stesso tribunale dove lui esercita il mestiere del sostituto; e quando le ha chiesto di svolgere indagini, non voglio credere che le abbia detto di indagare “cercando di salvare capra e cavoli del Comune di Quarrata”, mettendo al sicuro il sederino d’oro dell’organigramma politico (sindaco Mazzanti e giunta inefficiente dell’Anpi) e tecnico (Iuri Gelli e, a caduta, tutto il resto della piramide sottostante)»


Vita beata in campagna? Certo. A condizione che il vicinato non rompa e che la giustizia faccia davvero onore al suo nome!


SARÒ PURE UNO STALKER, MA HO PAURA

DEL MODO IN CUI LAVORA LA PROCURA… 


 

L’avvocata Elena Giunti, che difende il ragionier non-dottor Romolo Perrozzi, Ctu del tribunale di Pistoia, urla in aula e dice che si sta parlando solo di due parcheggi. È vero, anche. Ma erano e sono ancora parcheggi soggetti da sempre a un uso di «dicatio ad patriam», disimpegni della Vicinale di Via di Lecceto. Non posso stupirmi più di tanto perché lei, che è anche bravina, non capisce il latino perché non lo sa. Il fatto è che nessuno dei togati della procura pensa a spiegarle cosa significa. Mentre i geni del Comune di Quarrata, più o meno analfabeti, non conoscono neppure cosa gira nelle leggi e nei propri regolamenti. E io dovrei essere condannato? E per quale motivo? Perché so leggere e scrivere e conosco anche qualche lingua antica e moderna, geni della giurisprudenza?

 

Gentile luogotenente Salvatore,
che tuttavia non salva e che – mi dicono – si sta preparando per andare in pensione…

Come cittadino di Quarrata, mandato allegramente al macello – sia giudiziario che mediatico – grazie anche alla provvidenziale opera di indagine e rapporto di lei e/o dei suoi uomini all’interno della resa-complicata, ma estremamente chiara, vicenda dei favori ricevuti dal ragionier non-dottor Romolo Perrozzi, Ctu del tribunale di Pistoia e – a quanto si rileva dalle carte – caro oltremodo al sostituto Claudio Curreli…

Come cittadino di Quarrata, dicevo, trattato non meglio di una “pezza da piedi” e solo per nascondere il mercimonio che le «autorità costituite», comunali e giudiziarie, fanno delle leggi e dei regolamenti pur di favorire chi vogliono: oggi le devo un timido «grazie».

Non mi allargo di più, perché non è stato, il suo, un vero favore, ma un semplice dovere quando, dietro la mia richiesta pec di ieri, di stare in all’erta in quanto sarei salito a Lecceto – terra proibita per i comuni mortali poiché «regno inviolabile del ragionier non-dottor Romolo Perrozzi, di sua figlia Giada Perrozzi, affetta da crisi lipotimiche; dei signori despoti Mara Alberti, Sergio Luciano Giuseppe Meoni, Margherita Ferri – presumibilmente (penso) lei ha forse avvertito i gentili signori di cui sopra, invitandoli a non creare turbativa pubblica o altrimenti, fosse scoppiata anche solo una canizza, il sostituto Giuseppe Grieco avrebbe convinto il giudice Alessandro Azzaroli a infliggerci 15 giorni di arresti pro capite.

L’ascesa all’ultra-decennale (dal 2007-8) Calvario, mio, dei miei familiari e di tutti coloro che transitano dinanzi al Forte del Trocadero, residenza del Perrozzi in via di Lecceto 1, non è stata turbata, come sempre avviene, dall’uscita di casa di alcuno a difesa battibeccante delle solo presunte proprietà esclusive: tutti i pugnaci galli da combattimento sono rimasti, infatti, fortunatamente al loro posto – cioè nel loro pollaio –, e in composto silenzio, siccome si addice a chi, di rumore (e di puzzo) già fin troppo ne han fatto e ben oltre l’umana-giudiziaria decenza.

Così – come potrà vedere dal filmato molto artigianale, rozzo come il mio collinare carattere scontroso e perciò, a buon diritto, sfavato; realizzato di getto – ora sarà più facile comprendere cosa è davvero accaduto in quell’area stuprata, sempre stata pacifica finché, dal 1995-97, non sono giunti (definiamoli in termini facilmente comprensibili anche al sostituto Claudio Curreli, autore di famose invenzioni giudiziarie) «migranti senza documenti (più o meno) validi» grazie alla deregulation di «Terra Aperta» (e malauguratamente senza regole). Lei sa bene, Salvatore, che il sostituto Curreli coordina il flusso dei clandestini in mano alle Coop dell’accoglienza, no?

Detto questo, prenda atto del fatto che l’area di Lecceto – che evidentemente nemmen lei conosce – è una zona collinare seminativo-arboricola EC2 soggetta a protezione ambientale: ma, guarda caso, il cartello di zona protetta, appeso alla palina di Via di Lecceto, una volta iniziata la raffica dei miei articoli di ben precisa rilevanza pubblicistica (cerchi di farlo capire anche al sostituto Giuseppe Grieco che, pur autodefinendosi intelligente in aula, in questa materia non ha intelligiuto niente), addossato alla terra del Forte del Trocadero, è stato rimosso e fatto sparire.

Sarà stato un caso? Chissà. Bisognerebbe farselo dire dall’ex-comandante dei vigili Marco Bai, quello che non ha mai fatto niente per garantire la legalità e che, soprattutto, ha firmato, in tempi e occasioni diverse, vari verbali di sopralluogo contraddittorii (insieme all’ingegner Iuri Gelli, al geometra Emanuele Gori, all’ingegner Andrea Casseri e, mi pare di rammentare, con il supporto, almeno in una occasione, dell’architetta Caterina Biagiotti): contraddittorii perché falsi.

Di questi falsi comunali/comunisti né Coletta né altri intendono prendere atto e applicare, senza battere ciglio, come sarebbe loro dovere di «soggetti solo alla legge», la famosa (per i cittadini di Acchiappacitrulli) obbligatorietà dell’azione penale.

Vede, gentile Salvatore, quando Curreli si è messo in testa che io sono uno stalker e, tutto sollecito per le sorti di un Ctu che forse conosce molto bene o direttamente o per interposta consorte (Nicoletta Curci), giudice delle esecuzioni nello stesso tribunale in cui lui esercita il mestiere del sostituto; e quando le ha chiesto di svolgere indagini, non voglio credere che le abbia detto di indagare “cercando di salvare capra e cavoli del Comune di Quarrata”, mettendo al sicuro il sederino d’oro dell’organigramma politico (sindaco Mazzanti e giunta inefficiente dell’Anpi) e tecnico (Iuri Gelli e, a caduta, tutto il resto della piramide sottostante).

Non voglio crederlo, anche se Curreli è tristemente noto perché una volta, come lei ben sa, ha fatto sparire un intero fascicolo utile a scriminare una delle sue vittime giudiziarie: padre Fedele Bisceglia.

Claudio Curreli e l’incredibile storia di Padre Fedele Bisceglia… Una tragedia di mala giustizia? Se la giustizia è questa, beati gli ingiusti!

Ma lei, gentile Salvatore, non è stato per niente avveduto nel cercare la verità sentendo solo la campana di chi, al ragionier non-dottor Romolo Perrozzi, Ctu del tribunale di Pistoia, aveva concesso, con tanto di pergamena e ceralacca, l’adulterazione della collina leccetese, consistita in violazioni costruttivo-edilizie che sono di una evidenza sconcertante per chi le leggi e i regolamenti edilizi ha studiato come chi scrive, non come certi asini incolti del Comune di Quarrata, i quali a Perrozzi – se solo lo avesse chiesto – avrebbero concesso e licenziato persino il diritto di chiudere a cancellate un pezzo di cielo come in un antico film dedicato a una truffa ai danni di sempliciotti presi in giro.

Che si aspettava, logotenente Salvatore? Che dei dipendenti infedeli, che avevano concesso l’in-concedibile al pescinese aduso a nutrirsi con fregnacce marsicane (sono una ricetta vera, cara anche al cardinale Mazzarino e a Ignazio Silone…), le dicessero: «Il Bianchini ha ragione, ci cospargiamo il capo di cenere»?

Ma in che Quarrata vive? In quella del Mazzanti e, dal 12 giugno in poi, in quella di Gabriele Romiti, sotto il cui ologramma si celerà sempre lo stesso sughero inaffondabile che ora passa da sindaco a consigliere comunale onde proseguire i suoi danni sotto altre spoglie?

È così che lei, con i suoi subordinati, ha dato forza all’interesse (a mio parere non chiaro) del sostituto Curreli. Lui, infatti, conosceva o no il Perrozzi? Se ne era mai servito in veste di Ctu? E la moglie di Curreli, Nicoletta Curci, se ne era mai servita? È giusto saperlo? Ma nessuno ha voluto e vuole rispondere. E se Curreli e/o sua moglie conoscevano il Perrozzi, quel sostituto lì era giudice terzo e imparziale o no? E doveva avere la titolarità dell’azione o no? Cosa ne pensa il ferreo PM Tommaso Coletta, a quanto risulta assai poco bendisposto nei confronti delle forze dell’ordine…?

La Gip Patrizia Martucci ha fatto il resto e ci ha pure messo del suo con il massimo impegno. Senza riflettere: ed è evidente. Extra e contra legem: ed è evidente. Dai documenti. Contraddicendo se stessa: ed è evidente.

Di fatto, gentile Salvatore, se mi sono dovuto fare, innocente e candido come il mio cognome, 104 giorni di arresti domiciliari, il peccato originale è in primo luogo suo, causa indagini “a cappero”.

Ha provato, forse, ad ascoltarmi? No. Eppure ho sempre chiesto di essere ascoltato: ergo, se non si è ritenuto di dovermi ascoltare, è – più che evidente, filosoficamente e logicamente necessario – che si intendeva accreditare sin da sùbito la versione Perrozzi (stalking, violenza privata, calunnia, molestie… e poi? Anche il ginocchio della lavandaia e la diffusione del Covid-19?) piuttosto che la voce documentale e certa della verità.

Le brillanti opere per vie irrituali dell’avvocata Giovanna Madera, che assisteva il ragionier non-dottor Romolo Perrozzi anche alle 23:30 del sabato sera e alle 20:30 della domenica in piene ferie d’agosto. È ovvio con il pieno consenso dei sostituti Curreli e Gambassi, che accettavano i suoi “suggerimenti” da inserire, in séguito, nelle prove dei capi d’imputazione. Avvocata Giunti, ascolti bene: questa procura, come il matrimonio in Manzoni, non s’ha da fare…

Tanto vero che l’avvocata Giovanna Madera, patrona del Perrozzi, poteva persino permettersi, senza tanti fronzoli e riguardi, di scrivere direttamente ai sostituti – Curreli e Gambassi – e a mezza procura, senza passare dalle vie di rito, ma spedendo, anch’essa “a cappero”, sia per pec che per mail ordinaria, farneticanti denunce contro di me alle 23:30 di un sabato e alle 20:30 di una domenica d’agosto. Questa, secondo lei, si chiama giustizia, ma prima ancora serietà e professionalità dei nostri Azzeccagarbugli?

Ieri, gentile Salvatore, ho realizzato il filmato che vedrà cliccando su questo link. L’ho realizzato per tutti, in vista dell’udienza del prossimo 2 maggio, festa di Pasqua rumena.

A questo punto, la invito formalmente a scaricare il video e a trasmetterlo ai magistrati pistoiesi, perché, in piena umiltà, siccome si addice a chi il saggio lo deve fare per professione costituzionale, prendano coscienza dei loro errori e cessino da ogni loro comportamento persecutorio nei confronti di chi scrive ed ha l’unica colpa di avere chiesto il riordino nel disordine e il ritorno alla piena legalità comunale.

Premesso che
— non pochi aspetti delle opere licenziate a favore del ragionier non-dottor Romolo Perrozzi, Ctu del tribunale di Pistoia, collidono con le norme ambientali e regolamentari in perpetuo vigore nel territorio quarratino e del Montalbano;
— che le indagini svolte non sono attendibili e degne di fede;
— che il Perrozzi ha ricevuto (è nei fatti e nelle carte, non nella mia testa…) favori dal Comune di Quarrata;
— che le vicinali-interpoderali non possono e non devono essere chiuse (a questo proposito si raccomanda vivamente lo studio delle norme, della dottrina e della giurisprudenza, prima di emettere giudizi affrettati e che potrebbero risultare ridicoli);
— che il Perrozzi ha ottenuto – ma sono illecite – autorizzazioni a passi carrabili su piazzuole da tempo immemorabile destinate a servitù pubblica (anche se ciò spiace, e mi duole e sanguina il cuore, alla disinvolta avvocata Elena Giunti);
premesso tutto questo, il filmato dovrà essere accuratamente recapitato a:

• dott. Tommaso Coletta, PM capo Pistoia

• dott. Claudio Curreli, sostituto Pistoia

• dott. Giuseppe Grieco, sostituto Pistoia

• dott.ssa Patrizia Martucci, Gip Pistoia

• dott. Luca Gaspari, giudice Pistoia
titolare dei proc. penali nn. 3506/19 R.G.N.R. e 574/21 R.G.

Ringrazio per la cortesia che lei vorrà farmi; e mi riservo di sentirla in separata sede per chiarire alcuni aspetti non molto limpidi e convincenti legati agli strumenti a me sequestrati (4 computer, 1 tablet, 1 cellulare) e alle mosse, sue personali e dei sostituti Leonardo De Gaudio e Claudio Curreli, risalenti – se non erro – più o meno al periodo gennaio/febbraio 2021.

La saluto e le porgo i miei deferenti ossequi.

Edoardo Bianchini
Vittima di accanimento/stalking giudiziario
[direttore@linealibera.it]


Lo sappiamo. Siamo monotoni. Ma se nessuno riesce a capire, bisognerà ripetere la spiegazione fino alla nausea. O no?

 

Repetita iuvant (speriamo)

 

Informate i giudici che l’auto degli abitanti dei civici 10-12 di via di Lecceto, deve essere lasciata in cima a una salita con il 16-18% di pendenza.

Dite loro che d’inverno c’è anche il ghiaccio. Ricordate loro che la spesa fatta alla Coop o alla Esselunga è molto pesante. Rammentate che in inverno la strada è nel buio più pesto già dalle 16:30.

Chiedete loro se sarebbero felici di trovarsi in condizioni di questo genere ove un gentile vicino – che ha acquistato espressamente con le servitù attive e passive in contratto –, applicando magnanimamente rispettose norme di buon vicinato e varia umanità, decidesse di chiudere le piazzuole da sempre pubbliche a motivo di presumibile atto emulativo o di spregio.

E concludiamo con una domanda: è cambiato costrittivamente lo stile di vita della famiglia Bianchini & C. oppure quello dell’augusta schiatta del ragionier non-dottor Romolo Perrozzi, Ctu del tribunale di Pistoia tenuto sotto l’ala rassicurante del Comune di Quarrata e della giustizia?

Non credo che occorra essere dei Salomoni o dei Keplero per poter rispondere in maniera appropriata.


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