La Gip Patrizia Martucci mi ha inflitto misure che hanno limitato la mia libertà personale fino agli arresti domiciliari più stupidi e immotivati del mondo e solo per impormi di chinare la testa dinanzi alle «autorità costituite»? Ma come faccio a credere a quello che dice dal momento che la Procura di Pistoia da ben due anni e mezzo non ha fatto altro che violare ogni mio diritto costituzionale dando per scontato che sono un delinquente pericoloso? Ma che razza di magistrati abbiamo a Pistoia, signor Ministro Cartabia?
QUELLA GIUSTIZIA TRAGICA
FIRMATA PISTOIA. 1
Buon 25 aprile antifascista a tutti, ma tenete gli occhi aperti. Il 2 maggio prossimo, in Aula Signorelli, ci sarà una nuova udienza, dinanzi al giudice Luca Gaspari chiamato a decidere su una “discarica di residui tossici & speciali”, raffazzonati a capocchia dal sostituto Claudio Curreli; e più malèfici di quelli del Cassero e dei fumi dell’inceneritore di Montale che alla procura non interessa affatto.
La storia del maxi-processo politico contro la verità, iniziata male e fatta crescere ancor peggio grazie all’impegno profuso dal sostituto che imboscava i fascicoli, sostenitore a prescindere del ragionier non-dottor Romolo Perrozzi, Ctu del tribunale; il sostituto che stranamente non ha mai svolto uno straccio di vera indagine su ognuna delle puzzolentissime accuse delle 16 cosiddette persone offese, è stata costellata da una serie di inciampi e scandali (nel Vangelo lo scandalo è il sasso in cui si inciampa e che ci fa sbattere una musata a terra) che si sono susseguiti a refe nero fino ad oggi. Ed ecco che vi presento un capitolo collaterale del maxi-processo dell’indegnità.
In principio Claudio Curreli
creò il cielo e la terra…
A novembre del 2020 Claudio Curreli, con l’aiuto della Gip Patrizia Martucci, mi raggiunge con le sue indagini, a mio parere eminentemente persecutorie.
La Gip Martucci, oltre a emettere provvedimenti come se fossi un pericolosissimo stalker (ché se lo fossi stato non sarei oggi sotto processo…), mi ordinò di non comunicare in nessun modo con l’intangibile Perrozzi, caro a Curreli.
Non mi disse, la Gip Martucci, «smetti di scrivere articoli con argomento Perrozzi», ma – attenzione! – di «non comunicare in nessun modo con il Perrozzi». Impormi di non scrivere non sarebbe stato nei suoi poteri – anche se non di rado i magistrati pistoiesi i poteri se li arrogano con disinvolta nonchalance.
Ligio ai suoi ordini, come tutti ben sanno, non essendomi stato inibito di scrivere, ho continuato a scrivere: ma non contro il Perrozzi superprotetto da Curreli; bensì contro le falsità, le arroganze, i favoritismi del Comune di Quarrata riservati al Perrozzi e, soprattutto, documentati e documentali: anche se nessuno ha mai voluto alzare la lapide della fogna e scoperchiare il famoso vaso di Pandora.
Perciò la Gip Martucci mi inflisse arresti domiciliari – e mi scusi per il francesismo – “a cappero” e in evidente condizione di illogicità manifesta. Che fai, infatti? Mi arresti per quel che non ho fatto? Non mi avevi ordinato di non scrivere al Perrozzi. Chiaro?
Del pari le indagini richieste sui fatti da me indicati, vennero esperite – pensate che genialata! – mandando il luogotenente Salvatore Maricchiolo, o chi per lui, a prendere notizie non alla fonte diretta, ma solo e soltanto dalle «autorità comunali costituite». Ma costituite in quadrato per difendersi dallo scoperchiamento di tutta una serie di favori e schifezze varie inammissibili e illecite.
Cosa vi sareste aspettati in procura? Che gli stessi che avevano concesso favori al Perrozzi, rispondessero «sì, ci dispiace tanto… abbiamo sbagliato a favorire il ragionier non-dottor Romolo Perrozzi, famoso Ctu del tribunale»? Bisognerebbe essere – direbbe Bart Simpson – proprio dei ciuccelloni patentati per crederlo.
La genialata
del gennaio-febbraio 2021
All’inizio del 2021 una vigilA di Agliana – certa Traversi: il cognome non è molto fausto… – passa dai CC di Quarrata – e vorrei sapere perché non dai CC di San Giovanni Valdarno, comune di residenza, se non sbaglio, della sostituta Linda Gambassi. La vigilA Traversi dichiara, al luogotenente Maricchiolo, che qualcuno «le s’è arrubbàta una chiavA dell’auto».
Sùbito il luogotenente accende il turbo e si mette in moto. Con lui, per una chiavA, si mobilitano ben due sostituti: Leonardo De Gaudio e Luisa Serranti.
Pensate quanta importanza è stata data a quel caso: in due non si sono ancora mossi per i sottomarini che D’Alema voleva vendere insieme ad altre piccole cianfrusaglie, con provvigione (lèggasi traffici) da 80 milioni di €. Immaginate…
In quel momento il Maricchiolo ha in mano, possiede e detiene 4 miei computer, 1 tablet e 1 cellulare, tutta roba sequestràtimi, sempre “a cappero”, per fini cautelari-impeditivi e non anche giudiziario-probatorii.
Ciò significa che quelle mie proprietà sono lì, in caserma, dal Maricchiolo, ma non devono essere toccate: è chiaro? Immaginate solo cosa accadrebbe se un cassiere di banca o un impiegato postale toccasse i depositi di un cliente. Sai che casino scoppierebbe?
Ma alla procura di Pistoia in molti si distinguono per avere assai scarse competenze in lingua italiana: e io, professore purtroppo e anche universitario, sono legalizzato per legge a fornirne un ragionato giudizio anche sui magistrati: me lo consente la legge. Su quella mia roba nessuno deve metterci le zampe, ma… ci sono state messe.
Che ne dite? È legale solo perché lo fanno loro e noi non siamo che il famoso “cazzo” del Marchese del Grillo?
Chi non ha Azzo
non vada a palazzo
Con tanta scienza giuridica in corso legale all’interno della procura di Pistoia, il sostituto Leonardo De Gaudio, quando inizia «l’invasione del Donbass» (si capisce che è una metafora o la devo spiegare?) contro la Lara Turelli e la Claudia Vilucchi, Leonardo De Gaudio mette sotto intercettazione sia la mia Sim che quella delle due vigilesse, poi arrestate; e inoltre le Sim di molte altre persone.
In tutto 1 anno di intercettazioni e 18 mila pagine di trascrizioni. Ovviamente a carico del popolo lavoratore e di chi ha fiducia nella magistratura; «gente comune», direbbe il PM Tommaso Coletta. Gente il cui unico dovere, a mio parere, è pagare e tacere; garantire lauti stipendi alle «autorità costituite» della Gip Martucci; chinare sempre la testa come si confà a un suddito senza diritti.
E fungere, pertanto, da “pecorame da tosa” secondo un famoso monòstico dei Carmina Burana che, a proposito del Vaticano recita: «Curia romana non amat ovem sine lana». Il testo presenta anche varianti: curat, petit etc., ma se non conoscete il latino come l’avvocata Elena Giunti, difensorA del ragionier non-dottor Romolo Perrozzi, Ctu del tribunale, andate a lezione e cercate di impararlo. In un mondo di asini come quello attuale post-sessantottardo, sapere non farà mai male.
Si accende la lampadina
e spunta la «great idea»
In contemporanea Leonardo De Gaudio – probabilmente messo sulla buona via dal luogotenente Maricchiolo – si rende conto del fatto che, forse, una buona parte di notizie utili alla sua bisogna, potrebbe essere presente anche negli oggetti a me sequestrati e in deposito presso la caserma CC-Quarrata.
Così il sostituto dell’archiviazione della famosa «questione Carbonizzo di Fognano», partorisce quella che, per il teatro antico, secondo i classicisti inglesi è definita «the great idea», ossia la genialata del secolo.
Il De Gaudio scrive una letterina al suo collega Curreli:
— quello che in altri tempi ha fatto condannare un religioso cappuccino per violenza carnale su suora, ma dopo aver nascosto un intero fascicolo di prove documentali che avrebbero evitato la tremenda ingiuria al religioso;
— quello che a Pistoia lavora alacremente per la procura e lo stato, ma anche contro le leggi dello stato, impegnato com’è nelle storie di accoglienza dei neri senza documenti;
— quello medesimo che esercita la funzione di censore penale contro più di un centinaio di aziende accusate di falsi fallimenti, ma lo fa nello stesso tribunale nel quale sua moglie, Nicoletta Curci, in civile, funge da giudice delle esecuzioni;
— quello che si diletta a redimere le prostitute sulle rotonde di Agliana.
Leonardo De Gaudio scrive una letterina al suo collega scout Curreli, dicevo, e gli chiede più o meno: «Mi autorizzi a utilizzare come mi pare gli oggetti sequestrati al Bianchini?».
E l’iper-impegnato Curreli, legis defensor et miles procurae, si premura di rispondere, senza indugio frapporre: «Visto, si autorizza». Segue firma.
Ma cosa autorizza, colui? Colui che non ha nessun diritto di sorta su oggetti che devono solo essere tenuti in frigo, in custodia, per non dover essere strumenti di reitero di «disegni criminosi», come scrive questo solerte sostituto, derivato storico dalla figura dei famosi «notai criminali» del 1600 spagnolo in Italia, come si legge nei Promessi sposi e nella Storia della colonna infame?
Per Curreli il Manzoni avrebbe scritto, come per la monaca di Monza quando cede alle voglie porcelliane di Egidio, «Lo sventurato rispose». Più meglio di così, cosa volete? O no?
Domande assolute
per una vera giustizia a Pistoia
C’è da chiedersi e da chiedere – anche se gli dèi e i supra-dèi del tribunale di Pistoia non rispondono mai e forse hanno parecchio da nascondere:
- Il magistrato in quanto tale è autorizzato a fare tutto quello che vuole a prescindere sui beni dei suoi assudditati subinfeudati e glebalizzati?
- Il PM capo Tommaso Coletta era al corrente di ciò che stava accadendo e delle modalità con cui accadeva?
- Il PM, se al corrente, era d’accordo sulle mosse di De Gaudio?
- Il magistrato è o non è soggetto alla legge ex art. 117 Cost.?
- Il giudice dottor Luca Gaspari, quando nell’estate dell’anno 2021 ha ordinato di estrarre copia forense dal mio cellulare, era al corrente del fatto che quel cellulare poteva già essere stato violato dalla triade De Gaudio-Curreli-Maricchiolo?
E se lo era, come ha potuto ordinare l’estrazione della copia forense, praticamente inutile?- Il giudice dottor Luca Gaspari, che aveva peraltro dichiarato cessata la validità delle misure comminàtemi dalla Gip Martucci nel novembre-dicembre 2020, si è mai chiesto perché i beni sequestràtimi non mi erano stati restituiti dopo la sua decisione di cessazione degli effetti restrittivo-punitivi?
- Il giudice dottor Luca Gaspari è al corrente del fatto che ancora a questa data del 25 aprile 2022, festa della liberazione dal fascismo, nessuno mi ha restituito la roba che mi appartiene e che è stata fatta oggetto, a mio parere, di plurime violazioni sotto molteplici profili sia di natura civile che penale?
Perché, signori magistrati pistoiesi, padroni delle nostre vite, dovrei essere condannato se di tutto quello di cui mi avete accusato, nemmeno un lombrico sta in piedi pur ammesso che fosse impalato su uno stecchino da spiedini?
E come Seneca
qualche letterina a Lucilio/a
Io non credo proprio che questa sia giustizia che merita un tal nome. A Pistoia troppe cose non quadrano.
Soprattutto se penso che il sostituto Giuseppe Grieco insulta me in aula (dinanzi al giudice Gaspari) e insulta mia figlia in aula (dinanzi al giudice Azzaroli), senza rendersi conto di come si intonaca odiosamente di ridicolo agli occhi del popolo italiano costretto a pagargli lo stipendio e a dover tremare dinanzi a lui solo “perché lui è lui e il popolo non è un[a]… minchia”!
Voglio, poi, ricordare a chiare lettere, alla dott.ssa Martucci, che io non spregio le sue amate «autorità costituite»: ma che di esse spregio, senza mezzi termini, quelle che, villane, infedeli, fancazziste, inaffidabili, arroganti, falsarie, fasciste, autoritarie ma mascherate di legalità e democrazia, favoriscono i non-diritti/privilegi di alcuni a danno degli interessi legittimi e generali di cittadini miti e rispettosi di tutte le norme e regole – che però alla fine perdono la pazienza e ne hanno tutto il diritto.
L’ha scritto anche Curreli quando ha magnanimamente salvato la signora Milva Maria Cappellini – moglie del fu-comandante e fu-Vpo Andrea Alessandro Nesti – da un rinvio a giudizio per tutte le ingiurie e le diffamazioni indirizzate a Linea Libera e alla sua gente.
Del pari voglio ricordare al sostituto Giuseppe Grieco, che stranissimamente non va in aula per molti altri processi più importanti, ma si presenta, come pubblica accusa, dal giudice Alessandro Azzaroli per un’ammenda di mia figlia da 150 €; e ne chiede e ne ottiene la condanna a 15 giorni di arresto, in un pasticciaio indimostrato e cialtronescamente cucito ad hoc – pensi a quello che ha detto quando ha suggestionato il giudice indicandogli che tale figlia ha anche un tale padre… evviva la legge mosaica! –; voglio ricordare al sostituto Giuseppe Grieco che fortunatamente io sono come sono nonostante tutto e in pienissima serenità di coscienza, per cui:
— non devo, posso e non voglio, come Pio VII, chinare la testa all’ordine di certe «autorità costituite»;
— sono felice di essere povero tanto da non potermi permettere costose/sfiziose ferie a Rio de Janeiro o nella Terra del Fuoco;
— sono così poco politicamente influente da non poter ottenere la residenza in una casa senza porte e senza finestre, mentre la mia casa mi viene tolta perché la legalitaria procura della repubblica di Pistoia disconosce una firma in atti falsa come Giuda;
— non sono stato in grado di aver mandato mia figlia all’asilo facendone allontanare un’altra bimba che ne aveva davvero diritto;
— non ho mai lavorato nello stesso ufficio del coniuge né impegnato in incarichi di giudice delle esecuzioni né di dipendente presso la cancelleria civile;
— non ho mai occultato fascicoli di niente e nessuno e non mi sono mai incazzato, alla maniera del dottor Dell’Anno, perché disturbato, per motivi di servizio, mentre era a “farsi i funghi suoi” nelle terre della Dynamo Camp con il suo amico – peraltro ladro, siccome sentenziato dalla Corte dei Conti – commendator Mauro Gualtierotti;
— non ho mai fatto finta di non sapere che a Vicofaro la gente schianta di sporcizia, indecenza, droga, violenza, problemi igienico-sanitari e altro;
— non ho mai chiuso gli occhi dinanzi a inquinamento, tumori correlati, tossicità dell’inceneritore di Montale, illiceità della discarica del Cassero e chi più ne ha più ne metta.Per terminare, voglio ricordare al giudice dottor Luca Gaspari, da me stimato, perché in un precedente processo orchestrato a quattro mani da Dell’Anno come PM e Luigi Egidio Bardelli come giornalista poco degno, a mio parere, di tal nome, concluse dicendo che i fatti contestàtimi – cioè i miei articoli e la loro forma non dissimile da quella usata per i 16 offesi molto funzionali a Curreli… – non costituivano reato.
L’augurio, pur se tardivo, di questo 25 Aprile 2022, è che nessuno di tutti i miei gentili accusatori/persecutori, buoni cristiani e preti inclusi, possa o debba mai sentir dire ai suoi illustri e perfetti figli, avuti e allevati con tanto sforzo, difficoltà e fatica, amore, impegno e cura: «Anche suo padre, del resto, ha le sue colpe…».
Prego che lo Spirito Santo – pur non essendo io credente di fede catto-comunista – come nell’elezione del papa, guidi chi giudica consigliandolo a farlo con vera salomonica saggezza, in maniera che non si macchi di ulteriori delitti contro un cittadino che ha solo chiesto di ridare dignità alla legalità calpestata dalle «autorità costituite».
Buon 25 aprile veramente antifascista a tutti!
Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]
Attenti. In queste condizioni
nessuno può sentirsi al sicuro
Il sostituto Giuseppe Grieco mi ha rimproverato, durante la prima udienza, dicendomi che se non avessi insistito tanto con gli articoli a tema Perrozzi, non saremmo mai giunti in aula.
Voglio solo ricordare a tutti che, se Mazzanti e il suo staff di nullità tecniche e di falsari, avessero fatto il loro dovere, e se la procura avesse fatto fare indagini serie come legge comanda e senza violare l’art. 358 ccp, questo “processo della vergogna” – con tutti i suoi costi immani – sarebbe stato risparmiato al contribuente mentre le vie dell’amministrazione (?) della giustizia (?) non sarebbero state intasate dal «nulla reso caso».
A mio parere, il problema è non tanto quello dell’indipendenza della magistratura, ma, la sua assoluta e iper-protetta irresponsabilità (anche civile). Ma alla sinistra, che ne ha farcito le file alla faccia della bilancia, sta bene proprio questo: perché è questo che ha sempre voluto e che ancora vuole. Altrimenti… non governa.
VIVA L’ITALIA! GUARDATE QUESTO VIDEO: È ISTRUTTIVO.
VEDRETE CHE LA PROCURA DIFENDE CHI FA QUELLO CHE VUOLE
E PERSÉGUITA CHI È DAVVERO PERSEGUITATO