processo politico 20. IO (E NON SOLO IO) PERSEGUITATO E ARRESTATO PER AVER CHIESTO DI FARE ORDINE NEL DISORDINE DEL COMUNE DI QUARRATA, MA ANCHE PERCHÉ LE «AUTORITÀ COSTITUITE» NON DEVONO ESSERE MESSE IN DISCUSSIONE O SI FINISCE AGLI ARRESTI

Se dopo 74 anni di Costituzione siamo ancora a discutere dell’indiscutibilità di chi governa, allora significa proprio che la cosiddetta Repubblica Italiana è solo “gromma di fascio” seppur versicolore come la bandierina della pace…


« in dubio pro reo, in certo pro innocente »


VOLETE QUALCOSA DI PIÙ

DELLA VERITÀ DOCUMENTALE?


 

Signori, le strade vicinali-interpoderali devono restare aperte e se non sono aperte vanno riaperte e se sono state snaturate devono essere ripristinate e il Comune ha il dovere di prevedervi appositi spazi per parcheggio e manovra. Stuadiate, Salomoni della legge!

 

Domattina, 30 maggio, ore 10, in Aula Signorelli, al primo piano del tribunale di Pistoia, udienza per il maxi-processo politico contro di me e contro Alessandro Romiti: ma in realtà contro il libero pensiero e la libera informazione e critica alla quale Sarcofago City non è e non vuole essere abituata. Parlare e soprattutto dire la verità, infastidisce chi ha la bottoniera dell’apriporta per cui la stampa va ridotta comunque al silenzio e all’obbedienza.

Da due anni e mezzo non ho fatto altro che segnalare alla procura pistoiese – che e a mio parere è molto portata a valorizzare l’inefficienza – che al Comune di Quarrata i falsi si sprecano; si sprecano le regalìe per certuni, i vantaggi illeciti per altri e le angherie per i miti e coloro che vivono silenziosi nel loro angolino.

Prima la sindaca inutile Sabrina Sergio Gori (dieci anni di niente e l’ho documentato); poi il suo succedaneo inutile Marco Mazzanti (dieci anni di nulla e con la pretesa di puntellare il neo-aspirante Romitino), non solo pur se messi sulle tracce degli errori non hanno fatto nulla per correggere; ma la prima, sentitasi offesa per un giudizio politico e un affondo su certe verità del suo orto di dietro-casa, mi ha querelato; il secondo ha fatto finta di essere cieco, sordo e muto. L’unica cosa che sa aprire è la bocca: ovviamente per mangiare, dato che è sempre primo ai tavoli dovunque vi sia un rinfresco.

A mio parere, con quattro stenterelli del suo staff (Iuri Gelli, Marco Bai, Andrea Casseri e Emanuele Gori – se sempre salvo se altri), ha tentato di falsificare la realtà storico-fattuale; mentre il ragionier non-dottor Romolo Perrozzi, Ctu del tribunale apprezzatissimo – a quanto pare – dal sostituto Claudio Curreli e relativa colleganza, ha iniziato a gridare aiuto, facendo sì che la procura imbastisse una sequela di vergogne giudiziarie, una più oscena dell’altra e – a mio parere – degne di regimi putinian-erdoganiani.

Di fatto – e qui viene il bello – non solo le carte (leggi e regolamenti espressamente ignorati da tecnici, politici e sindaci inutili compresi, che li avevano voluti e approvati) mi danno piena e indiscutibile ragione sul fatto che il “perseguitato Perrozzi” ha avuto benefici indebiti dal Comune; ma, come passo successivo e filosoficamente necessario in linea di conseguenza logica, tutte le sue denunce, sia contro di me che contro Romiti, orchestrate da avvocate di chiara fama (Diletta Lastraioli, Giovanna Madera e, ultima, Elena Giunti, che però non sa il latino), altro non sono che cazzabubbole in ipotesi di calunnia, violenza privata, diffamazione e, davvero, atti persecutori non ricevuti, ma commessi a danno di chi scrive e altri ancora.

Il bello della diretta ce lo spiega il Mazzanti. E le vicinali chiuse? Sono beghe tra vicini. Quando la stupidità governa, le risposte sono da sbronzi di taverna…

L’operazione di salvataggio a favore del ragionier non-dottore (ma che rapporto c’è, se c’è o c’è stato, tra Curreli e/o sua moglie Nicoletta Curci e Perrozzi, signor giudice Gaspari? Lo avete chiarito o no?) è, con solare evidenza, fin troppo palesemente e sbilanciatamente orientata (e per giunta senza indagini serie) per essere credibile a marchio e bollino CE da Unione Europea.

Personalmente ho fornito a tutti – magistrati della procura, giudice Gaspari, Gip Martucci, procura di Genova etc.) tutte le carte autentiche per far vedere come stanno veramente le cose. E non credo di essermi sbagliato, dato che so leggere e scrivere direi meglio assai di magistrati pistoiesi che confondono il debitore con il creditore; o che lamentano che non ho fornito, come prova, una lettera anonima contro di me, per avere la quale mi ero rivolto alla procura stessa ma – sentite la matta bestialitate dantesca – non gliene avevo fornito una copia.

Come facevo a fornirgliela, se  stavo chiedendo proprio alla procura di farmela avere dal trio Benesperi-Aveta-Ciottoli che si è sempre rifiutato di darmela e che tuttora non ha ancor soddisfatto il suo dovere?

E allora, dove siamo? In una procura della repubblica o in un film di Totò?

Dunque, in attesa dell’udienza di domani ore 9, giudice il dottor Luca Gaspari, desidero, per eccesso di specificazione, riepilogare per tutti quanto segue:

  1. Il ragionier non-dottor Romolo Perrozzi, Ctu benvisto dal dottor Curreli e, per attrazione, dalla procura, e in special modo dal sostituto Giuseppe Grieco, non aveva diritto di chiudere strade interpoderali/vicinali e piazzòle gravate, da sempre, da servitù di pubblica utilità e di uso pubblico. E lo si spieghi bene anche all’avvocata Elena Giunti, sin troppo disinvolta a sparare inappropriati giudizi e pensieri fuorvianti.

  2. Se leggi in vigore, regolamenti in vigore a Quarrata e costante giurisprudenza amministrativa sono univoci in relazione all’uso pubblico di interpoderali e piazzole annesse e connesse, le accuse del ragionier non-dottor Romolo Perrozzi, Ctu del tribunale etc., sono solo delle sane invenzioni come improvvida e illecita è stata l’invenzione dello stalking giornalistico su cui la procura ha puntato irrazionalmente il tutto per tutto nonostante l’evidenza giuridica e fattuale. E più che mai improvvidi e lesivi sono e restano i sequestri di strumenti non-sequestrabili ai giornalisti (ma i giudici sono o no soggetti alla legge?) e i domiciliari per 104 giorni senza motivazione adeguata né giustificato motivo.

  3. La sacra rappresentazione di questo processo politico in cui, come al circo, sono spuntati clowns a non finire da una di quelle automobiline grandi quanto un frigorifero, non è affatto, a mio parere, un’operazione di giustizia, ma una vera e propria vergogna giudiziaria tutta da dimenticare, ove si tenga presente che – proprio in questo momento: e la procura lo sa – gli stessi uffici tecnici del Comune di Quarrata, stanno negando sanatorie ad abusi a raffica da me denunciati.

A mio modo di vedere io penso che chiunque vi ha messo mano lo ha fatto sporcandosi le dita almeno fino al palmo.

Che dunque il popolo italiano, nel cui nome si mandano i cristiani ai leoni del circo, abbia misericordia e pietà di chi non vede – per motivi non chiari – e non vuole vederla, la verità.

Lenta come una lumaca, ma inarrestabile

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]


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