processo politico 21. GUAI A CHI INFORMA! A PISTOIA LA GIUSTIZIA È UN OPTIONAL, SI PARLA SOLO DI SAGRE O SI FINISCE IN GALERA

Stamattina, in Aula Signorelli, con un certo ritardo, la giustizia (?) pistoiese ha detto di aver fatto il suo corso. In realtà ha solo fatto pena, come del resto sa fare assai bene in moltissime altre circostanze e non solo da ora


Ora i partigiani dell’Anpi possono festeggiare i bei successi

della Costituzione e dichiararsi fedeli alle «autorità costituite»!

 


E IN NOME DELLO POPOLO ITALIANO

COSÌ FACENDO IL DANNO È SOVRUMANO


 

Devo rivedere – e mi spiace molto – il mio giudizio sul dottor Gaspari: non può un giudice dello stato ignorare la verità documentale dei fatti. E lo stalker non è il Bianchini o il Romiti: a mio parere è la procura stessa attraverso l’opera del sostituto Curreli che favorisce l’immigrazione clandestina con Terra Aperta

 

Il dispositivo della sentenza contro Linea Libera, il suo direttore e Alessandro Romiti, pronunciata dal dottor Luca Gaspari, quel papello che si deve accettare (ma solo per ora e fino a sentenza definitiva), che però, come disse un tempo Maria Giovanna Maglie, è criticabile, ve lo pubblicherò integralmente quando, tra qualche giorno, sarà rilasciato dagli uffici del “condannificio” (la procura della repubblica, appunto) che, a detta del suo capo, Tommaso Coletta, avrebbe dovuto lavorare «per la gente comune». Non solo questa affermazione non è stata vera, ma è del tutto falsa. E ora vi dico perché.

Non è accettabile che il dottor Luca Gaspari – che conoscevo come persona equilibrata e seria – abbia deciso di salvare (è la mia opinione, ma più che motivata: e lo capirete); abbia deciso di salvare le tesi bislacche messe in piedi dal sostituto Claudio Curreli e appoggiate dal sostituto Giuseppe Grieco.

Con questa decisione Gaspari ha smentito se stesso in una sentenza simile di qualche anno fa, sempre a me riferita, quando scrisse che i pezzi (numerosissimi), scritti per criticare il patron di Tvl, Luigi Egidio Bardelli, , non costituivano reato. Oggi – e niente è cambiato né nel mio stile e né nel mio modo di fare informazione e/o satira – ha detto che si tratta per il 99% di reati e di disegni criminosi d’ogni tipo. Si è contraddetto: non muore nessuno, ma ne va della sua credibilità, se permette.

La cosa più grave, tuttavia, che noto e sottolineo con preoccupazione, aldilà dell’euforia per una massa di elementi (quelli sì) di stalking giudiziario accolti in pieno da Gaspari, è determinata dal fatto che il giudice ha dimostrato nei fatti di non essere, a mio parere, né terzoimparziale.

terzi e imparziali sono i due della pubblica accusa: Claudio Curreli – che non ha da insegnare la morale a nessuno, visto il suo personale comportamento che collide con la legge: e basta, a ciò, citare Terra Aperta ed è detto tutto; nel massimo silenzio del dottor Coletta; Giuseppe Grieco, che ha mischiato sacro e profano, vita privata e familiare con fatti in discussione i aula: e si è perfino spinto a fare domande (a mio avviso irricevibili) sulle convinzioni politiche del sottoscritto.

Fra i giudici del tribunale di Pistoia non uno ce n’era che possa dire e ripetere sotto giuramento di non aver avuto piena conoscenza della realtà effettuale contro la quale il dottor Gaspari ha deliberato la condanna.

I seguenti signori:

  • Dott. Luca Gaspari – Giudice (era informato anche della violazione dei mei oggetti sotto sequestro…)
  • Dott. Giuseppe Grieco – Pubblico Ministero
  • Dott. Claudio Curreli – Pubblico Ministero
  • Dott. Maurizio Barbarisi, Presidente Tribunale Pistoia
  • Dott. Stefano Billet, Presidente Sezione Penale Pistoia
  • Dott. Tommaso Coletta, PM Capo Pistoia
  • Dott.ssa Patrizia Martucci – Gip

tutti, nel corso degli ultimi trenta giorni, hanno ricevuto idonea certificazione delle questioni riguardanti i privilegi ottenuti e mantenuti dal ragionier non-dottor Romolo Perrozzi, Ctu del tribunale e, non inverosimilmente, a mio parere, noto, in qualche modo, a Curreli o alla di lui moglie Nicoletta Curci. Il loro silenzio ermetico, infatti, su tale evenienza, è sufficiente motivo di dubbio più che ragionevole su un’ipotesi di sospetto di incompatibilità nel processo concluso di fresco.

Se, dunque, stamattina è stata pronunciata un’improvvida condanna, nessuno può impedire a nessuno di riflettere e pensare che, sebbene avvertiti e pienamente al corrente della verità, giudice e altri magistrati pistoiesi hanno chiuso ambo gli occhi dinanzi ad essa per onorare una mera “funzione di condannificio” finalizzato, a mio parere, dal famoso enunciato di Mao: condannarne uno per educarne cento. Insomma, invece che «questo matrimonio non s’ha da fare», a Pistoia vige la regola secondo cui «la verità non s’ha da dire».

Potrei pensare, anche ragionevolmente, che ciò sia dovuto a incapacità di valutazione. Ma, più probabilmente, a mio parere, si tratta di perfetta e cosciente nolontà di operare secondo i criteri della terzietà e dell’imparzialità, data la qualificata indiscutibile valenza dei documenti recapitati a procura e giudici pistoiesi e – come non di rado – cestinati senza lettura.

Claudio Curreli su Tvl di Luigi Egidio Bardelli. Oltre che capo scout è anche coordinatore della rete Terra Aperta. Ha riprodotto, con questa sua non-inchiesta negligente e poco chiara, un nuovo episodio assai simile alla storia del Padre Fedele Bisceglia. È dura credere a «autorità costituite» come queste, Gip Martucci

Credo che i pistoiesi siano proprio confinati alla dannazione di una procura che sembra soggetta a tutto fuorché alla legge (art. 117 Cost.) e all’esecuzione dei propri doveri ex art. 54 Cost.

Solo quando mi si dimostrerà che ho detto il falso, vorrò pagare di buon grado il fio delle mie colpe. Fino ad allora questo merito tocca ai magistrati pistoiesi (dottor Gaspari compreso, e me ne dispiace) e ad avvocati che lavorano in un ambiente, a mio parere, del tutto inaffidabile, incerto e in buona sostanza preoccupantemente pericoloso.

I criminologi ci insegnano – e sarà contento il dottor Curreli – che i criminali, solitamente, si comportano per schemi archetipici. E se questo è plausibile, non ci meravigli il fatto che lo stesso dottor Curreli ha ripetuto se stesso in una nuova prova simile alla famosa condanna di Padre Fedele Bisceglia.

Tutto questo prima che i cosiddetti giornalisti scrivano bestialità su ciò che sarà loro passato come oro colato. A richiesta, fra l’altro, posso anche fornire le prove della trasmissione dei documenti ufficiali inviati all’esercito di chi sentenzia ultra veritatem (si traduca per l’avvocata Elena Giunti, che non sa il latino).

Complimenti, infine, alla schiera di inutili parlamentari pistoiesi che permettono che la città affondi, a mio parere, nel saprofitismo giudiziario in atto dal dopoguerra ad oggi. Fanno davvero onore a chi li vota.

Una noce in un sacco non fa rumore. Ma dà una noia bestiale, non vi pare?

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]


È presto per stappare le bocce di spumante a Lecceto.

Il saggio dice: Respicite finem (meglio aspettare la fine)…


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