processo politico 23. LE AVVOCATE AUGUSTIN E MEONI E «UN BEL TACER NON FU MAI SCRITTO»

Sul Tirreno di oggi 2 giugno 2022

 

Cristo diceva «lasciate che i fanciulli vengano a me». Il Tirreno, forse anche un po’ per tendenza al pettegolo (i tempi della serietà passarono da quando a Pistoia arrivò Vivaldi, pace all’anima sua), le ha lasciate avvicinare


 

La prima, l’Augustin, difendeva il sindaco epigastràlgico e ruminante, fragile come un bimbo di chicco di quelli che faceva Bistino quando ero ragazzo, e chiedeva quattrini per lui. L’altra, la Meoni, difendeva il focoso mangiatore di bottarga sarda e vomitatore di vergogne intorno a sé, un sottuttoio fascistone e irriflessivo. Anche lei chiedeva quattrini per lui, l’Agnellone che adopera più le mani della zucca – e non per niente era detto anche segatura nel circolo della falegnameria, a cui io non ho mai partecipato, pure se il sostituto Grieco non vuole sentirselo dire e s’adonta.

Sia Benesperi che Ciottoli hanno avuto una sola grande fortuna: che sono potuti scendere in campo nel momento in cui la procura di Pistoia – a mio parere assolutamente non affidabile, non terza, non imparziale – aveva da difendere interessi altri (sempre a mio parere, s’intende) e lo ha fatto vedere in tutte le salse. Fino a convincerne – o bene o male, di riffa o di raffa, anche il giudice Gaspari). Ancora l’articolo 21 della Costituzione non l’hanno abolito, anche se si sono inventati lo stalking giornalistico…

Benesperi e Ciottoli sono stati “tutelati” (e lo metto tra virgolette) solo perché a quel mirabile esempio di equilibrio del sostituto Claudio Curreli (i motivi ve li ho detti tremila volte e non importa che li ripeta; ma se non fossero veri, di certo colui si sarebbe già dovuto muovere con denunce ben precise: cosa che non ha fatto); il sostituto Curreli, dicevo, ha fatto né più né meno che come i 30 tiranni di Atene, quando alla fine della guerra del Peloponneso eliminarono i loro avversari: mandarono sotto processo e condannarono un 98% di avversari politici e insieme anche un 2% dei loro amici. Tanto per far vedere che loro, i padroni, erano terzi e imparziali.

Ce lo racconta esplicitamente Lisia nel Contro Eratostene. In questo caso i termini sono rovesciati, ma il sugo (direbbe il Manzoni) è lo stesso: la procura aveva da difendere le sue sinistre, e per accreditarsi ha, per estensione, infilato dentro al cestino della cartastraccia anche le destre; appunto Benesperi e Ciottoli o anche la Pira querelona della Lega, quella che ha perso 11 consiglieri ed è stata costretta a mettere in lista per le amministrative del 12 giugno tutta gente nemmeno iscritta – ma che si era offesissima d’essere stata indicata come oca. Una che perde i pezzi per strada ha gli occhi vigili? Non soffre di “ochìte”?

In gloria delle difensore di questi due campioni, presto vi pubblicheremo cosine che vi faranno restare a bocchina aperta. E qualcuno si morderà la lingua, perché il Ciottoli conta gli agnelli, noi siamo abituati a contare i mezz’uomini, gli ominicchi, i piglianculo e i quaquaraqua

Lasciatele consolare, l’Augustin e la Meoni, e cantare l’inno alla perfetta giustizia (per me è solo quello del corpo sciolto di Benigni) che ha fatto il suo corso. Sono contente così. Lo sono come quella napoletana – era una storia del tempo di guerra – che, accusata di essersi fatta metà delle truppe di colore sbarcate a Salerno , partorì un bimbo bianco e iniziò a strillare: «Avete visto, brutte malefemmine? Mi avete accusato di aver puttaneggiato coi negri ed ecco il bimbo, eccolo qua». Non sapeva che anche i negri – una volta si diceva così senza tanti salamelecchi – sembra che nascano bianchi, ma prendono pigmento col passare delle ore.

Cantate ora con la chitarra in mano, signore Augustin e Meoni. Il domani… Katyna Ranieri cantava Dimenticare domani | Forget domani: Domani, | forget domani, | viviamo oggi, chi lo sa se c’è un domani… Chissà se c’è un domani. Quando, magari, verranno fuori non le dichiarazioni delle avvocate esultanti, ma – mettiamo – le trascrizioni delle intercettazioni telefoniche con Agnellone-Segatura che invita chissà chi a spassarsela all’estero e chissà chi gli offre di fargli vedere una cosa che sta sottochiave in cassaforte, a lui e alla signora Meoni. Del resto che vi aspettate da avvocati e avvocate che conoscono tutte le incompatibilità dei magistrati e dei giudici di Pistoia, ma, buoni come picciotti, tengono le bocche cucite e baciano le mani a chi di dovere?

Verga sosteneva che il mondo è mosso da sesso e denaro. Il mondo – aggiungo io citando Sciascia – non degli uomini, ma dei mezz’uomini, degli ominicchi, dei pigliainculo e dei quaquaraquà. 

Divertitevi ora, ragazze. Personalmente aggiungo: beato (e saggio) il silenzio e… non vorrei essere in qualcuno che ora si sta fregando le mani.

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]



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