Non credo che la legge sia uguale per tutti e non ho fiducia nella magistratura: posso avere le mie opinioni? Le «autorità costituite» esaltate dalla Gip Patrizia Martucci, a quanto mi risulta, non di rado sono peggiori di una di quelle grandinate da tornado con chicchi grossi come un’arancia. E attenzione: non parliamo senza prove, chiaro?
« Dai nemici mi guardi Dio che dalla friendly judicial administration della Gip Martucci mi ci guardo io »
Oggi riflessioni, ma più pesanti dell’oro, che tocca i 19,250 kg
per decimetro cubo
1. Il maxi-processo contro Linea Libera, patrocinato dal signor Claudio Curreli (ricordo: sostituto procuratore al mattino, ma, nel tempo libero, ufficialmente dedito a Terra Aperta, coordinamento dei flussi immigratizi e dei clandestini; capo scout ed educatore di giovani; dipendente pubblico in potenziale conflitto perché lavora in materie affini a quelle trattate dalla moglie, Nicoletta Maria Curci, giudice delle esecuzioni nello stesso tribunale, quello di Pistoia – e tutti zitti –; fervente redentore delle prostitute nere sulle rotonde di Agliana); il maxi-processo contro Linea Libera, patrocinato dal signor Claudio Curreli – dicevo – ruota, salvo se ad altri, intorno a questi personaggi principali in cerca d’autore:
Claudio Curreli, titolare dell’inchiesta
Tommaso Coletta, PM capo della Procura di Pistoia
Giuseppe Grieco, sostituto PM di Pistoia
Linda Gambassi, sostituta PM di Pistoia
Luigi Boccia, sostituto PM di Pistoia
Leonardo De Gaudio, sostituto PM di Pistoia
Luisa Serranti, sostituta PM di Pistoia
Carabinieri di polizia giudiziaria: luogotenenti Panarello e Salvatore Maricchiolo, comandante della stazione carabinieri di Quarrata.
2. Il maxi-processo contro Linea Libera, patrocinato dal signor Claudio Curreli, nasce, all’origine, intorno ai problemi relativi, salvo se ad altri, ai seguenti personaggi in cerca di protettore:
Ragionier non-dottor Romolo Perrozzi (e di riflesso Comune di Quarrata e falsi istituzionali sempre protetti e coperti da Marco Mazzanti sindaco e dai suoi dirigenti e funzionari)
Dottor Andrea Alessandro Nesti, fu-comandante dei vigili di Agliana, deposto con un certo qual disonore dal Consiglio di Stato
Prof.ssa Milva Maria Cappellini, di lui coniuge; personaggio anche fin troppo pubblico – nonostante le castronerie dette in aula dall’avvocato di parte civile – in quanto operante attiva nel campo della scrittura anche su falsi profili Facebook e aspirante scrittrice (sta molto a cuore, per l’esattezza al sostituto Luigi Boccia, ma ancor più al signor Curreli: carte cantano…)
Maurizio Ciottoli, un aggressivo squadrista di FdI noto, ma – pare – protetto dalle «autorità costituite». Sembra protetto perché una querela presentata da una sua vittima, Alessandro romiti, è là che galleggia beatamente come una foglia di tiglio nelle vasche dei pesci di piazza Mazzini eppure ci sono videoregistrazioni e testimoni a iosa…).
Corrado Artioli/Misericordia (forse) e in séguito se ne capirà l’ipotesi di appropriata plausibilità.
3. Si esclude, dalla lista dei salvati, come direbbe Primo Levi, il sindaco Luca Benesperi che, da nullità politico-amministrativa qual sembra essere, non parrebbe caro a nessuno e potrebbe anche finire inquisito, da ultimo, e imputato non si sa bene di cosa proprio per questo. Insomma “coscritto”, suo meritatissimo malgrado, fra i sommersi di Levi? Mah.. Chissà quanto soffrirà la sua avvocata Elena Augustin, che se lo tiene appeso, come l’elefante della canzoncina per bambini, «al filo di una ragnatela».
4. Ora: se davvero la legge, come si vede scritto sulla testa del dottor Luca Gaspari, fosse uguale per tutti, i i cavalieri del Tempio del Santo Graal pistoiese fermerebbero tutto lo sconcio carrozzone malcucito da Curreli e aprirebbero indagini serie, come da art. 358 c.p.p., sugli imputati rinviati frettolosamente, e perciò senza riflettere, a giudizio: Edoardo Bianchini e Alessandro Romiti.
5. Voglio dire che, prima di mettere in mano al dottor Luca Gaspari non il famoso cerino della sentenza di (auspicata se non addirittura suggerita) condanna, ma un’arma nucleare come quella che i democratici asseriscono che Putin stia per sganciare in Ucraina; prima di tutto questo, obbedendo (cosa che non fanno quasi mai) all’obbligo dell’azione penale e all’imperatività del principio secondo cui tutti i magistrati sono soggetti alla legge: correggerebbero – per loro autotutela – la ridicola approssimazione (ed è un eufemismo) con cui è avanzata, per continuare la metafora bellica, l’armata rossa della procura contro gli imputati; e accerterebbero, con la diligenza e cura richieste a dei magistrati e non a dei giudici di gara della Pistoia-Abetone o, peggio, del famoso campionato della bugia delle Piastre:
- chi, dei magistrati sopracitati, degli uffici giudiziari e dei membri della polizia giudiziaria (Maricchiolo compreso e pure i Panarello, attivissimi anche ad Agliana sulla Misericordia di Corrado Artioli e dell’avvocata Signori – un giorno spiegherò perché) conosceva i signori Romolo Perrozzi, Andrea Alessandro Nesti, Milva Maria Cappellini, Maurizio Ciottoli o (ma questo solo di striscio) personaggi come don Piergiorgio Baronti, anche lui con attività in Africa e, forse, terraperturista concorde con il sostituto Curreli e affiliati;
- se queste conoscenze non fossero – per caso – motivi di doversi astenere (il silenzio di tutto il tribunale alle mie formali domande sui punti, mi sia concesso, è graveolente di cosciente colpevolezza);
-
come e perché, mentre nell’inchiesta della «chiavA-Traversi», su ordine di due sostituti (De Gaudio-Serranti), il luogotenente Salvatore Maricchiolo si sia fatto un anno di intercettazioni e 18 mila pagine a carico del contribuente; mentre il Bianchini si è dovuto accollare perfino 104 giorni di arresti illogico-illeciti-illegali decisi dalla Gip Martucci, sostenitrice delle «autorità costituite», ma che non sa neppure attenersi agli ordini da lei stessa emanati. Perché proteggere il sindaco Mazzanti e i suoi infedelissimi falsari?
6. Ecco: io non vorrei essere nei panni del dottor Luca Gaspari. Perché quell’ordigno che Curreli & C. hanno confezionato, anche con l’avallo corresponsabile di Coletta, e gli hanno messo in mano, a seconda delle conclusioni potenzialmente fuorviate da premesse falsate e farlocche dell’impianto accusatorio, potrebbe scoppiare peggio della centrale di Chernobyl.
7. Lo sanno tutti che a Linea Libera non parliamo mai come fa la procura: cioè “a vuoto e poi si vedrà”. Lo sanno tutti che, se ci muoviamo e scriviamo, ne abbiamo le prove certe e non potremo essere fermati perché veniamo dalla scuola di Falcone e Borsellino.
E buona festa del babbo!
Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]