Questa l’affermazione dell’avvocato Bonaiuti all’uscita del tribunale per l’interrogatorio richiesto dall’ex comandante Turelli, riportata nel titolo del Tirreno. La Nazione invece pose l’accento sul fatto che la comandante era apparsa serena e determinata
La vita di Pistoia, anche quella giudiziaria, è una
assurda ripetizione dell’essere?
Popolo non avere mai timori:
la musica è la stessa (e i suonatori)
Come gira la procura pistoiese? Come lavorano i magistrati profumatamente pagati da quel popolo in nome del quale loro dovrebbero amministrare la giustizia?
L’ex Sindaco Bertinelli assolto dopo 5 anni per un processo privo di prove, un processo avviato per forti malumori interni al partito con sapore di chiare vendette contro chi forse stava lavorando troppo bene.
Ci chiediamo perché la giustizia (?) giri così. Come se lo chiedono vari cittadini che hanno commentato su FB l’articolo di ReportPistoia (Giovanni Baldi, Samantha Cati, Giampaolo Pagliai).
Certo nella pubblica (dis)amministrazione chi lavora troppo e bene non può regnare e forse il troppo rigore di Bertinelli è stato la causa di questa indecenza portata avanti per 5 anni. Con la complicità della procura? O è reato anche solo pensare davanti a certe evidenze?Leggiamo a confronto gli articoli di Report, La Nazione e Il Tirreno e cerchiamo di ricostruire, invece, la vicenda di quello che sarebbe avvenuto per il caso della ex-comandante Turelli, a casa agli arresti domiciliari dal 9 novembre insieme alla vigilessa Claudia Vilucchi.
L’avv. Pamela Bonaiuti, a seguito della conclusione delle indagini preliminari, decisa di colpo il 31 gennaio scorso, chiede, nei termini del codice di procedura penale, che venga fatto l’interrogatorio alla sua assistita, perché la Turelli vuole parlare.
A metà gennaio di quest’anno il giudice delle indagini preliminari autorizza la proroga delle indagini fino a luglio, dunque fino all’estate, ovvero fino all’estate inoltrata, periodo in cui si vedranno girare i pistoiesi al mercato davanti alla procura, con le infradito in piazza Duomo.
Eppure, mistero della fede, la procura, nonostante la concessione della proroga delle indagini da parte del Gip, decide di chiuderle a secco il 31 gennaio – non è per niente raro che a Pistoia le indagini siano quasi sempre super-sommarie se non inesistenti. Saltano, dunque, 5 mesi e mezzo di proroga per poter chiarire e garantire un lavoro accurato.
Altro mistero della fede? La perizia informatica che non c’è (come l’isola di Peter Pan) quando le indagini, il 31 gennaio, vengono chiuse a corsa. E tutta questa rincorsa alla serrata, cosa sarebbe? Un serio lavoro per non rischiare di incappare in una qualche forma di bertinellata pistoiese?
La perizia informatica non c’è – e che ci risulti, nemmeno oggi, 23 marzo. Ma i due sostituti, De Gaudio e Serranti, chiudono ugualmente il libro delle accuse: perché è un dato accertabile e di fatto che la giustizia (?), a Pistoia, è, al 90%, di stampo accusatorio e di tipo austroungarico-asburgico pre-risorgimentale.
Quale il motivo della «fromula 1» di chiusura a razzo, se i sostituti potevano lavorare molto più precisamente e decorosamente fino a luglio inoltrato? Per il consulente informatico, a indagini chiuse, viene concessa una proroga per il deposito della sua perizia, documento cruciale per le indagini: ma la perizia… è perita, se non è stata ancora depositata al momento fissato per l’interrogatorio? Poi qualcuno ci dice che… la legge è logica e sarebbe «uguale per tutti». Il popolo bue dovrebbe credere, obbedire e combattere ossequioso alle «autorità costituite»?
Scusate, signori delle nostre vite, ma si fa la guerra a Putin e a Erdoğan solo per essere peggiori di loro?
È in questo contesto che la Turelli avrebbe dovuto farsi interrogare? Con le indagini chiuse prima ancora che la perizia informatica, sulla quale la stessa procura ravvisa “la centralità e la decisività” dell’indagine (?) come sostiene l’avv. Bonaiuti, sia stata depositata? Si va in sala operatoria senza i ferri chirurgici? Solo nell’Italia di Mattarella e Draghi può succedere. o forse solo a Pistoia.
Come si comporterebbero, i solerti sostituti pistoiesi, se dovessero aprire un fascicolo su un chirurgo che ha operato un paziente di tumore allo stomaco senza aver avuto in mano neppure una misera lastra prima di aprirlo? Come chi fa entrare i clandestini a Vicofaro e rinvia a giudizio un impiegato comunale perché ha messo in atto un «disegno criminoso» dimenticando, dolosamente, di riempire una buca per strada? A nostro modesto avviso, considerato il loro modus operandi, dovrebbero diventare rossi in faccia più del Prc (Rifondazione, per chi capisce poco) e procuragli, al chirurgo, un vitalizio e un passaporto per le Cayman!
Si vuole o si pretende che la Turelli parli senza cognizione di causa di tutti gli atti a cui è impossibile accedere? E per qual mai motivo? Sono queste le «autorità costituite» che dovrebbero garantire la legge onesta e uguale per tutti in un processo in contraddittorio? E come contraddice, il meschino con le catene ai piedi, se non conosce le carte di cui la procura si fa grossa e si gonfia con pavonesco orgoglio?
Certe brillanti soluzioni sembrano incompatibili/inammissibili perfino per un despota come Ariberto da Ficulle, che pure pretende di esercitare il diritto della prima notte.
Stiamo parlando di una procura o del mercato bisettimanale di piazza Duomo? Siamo sicuri di essere in democrazia e in onorevole legalità? È chiaro – e lo conferma anche il caso Bertinelli –, che i processi a Pistoia hanno tutto l’odor di santità di venir celebrati ad personam; ancora prima che siano accertate le responsabilità oggettive degli indagati; e con l’uso e talvolta l’abuso di una banda d’Affori starnazzante e strombazzata dai giornalisti attovagliato/minacciatia seconda dei casi. Ecco perché l’avvocato Bonaiuti non ha permesso che la sua assistita fosse interrogata al buio e in assenza di una completa esibizione degli atti, come legge e decoro comandano.
Perciò: la Procura di Pistoia può essere credibile? O dovrebbe più giustamente essere indagata per numerose ipotesi di abuso d’ufficio, nonostante gli occhi cuciti della magistratura genovese deputata a censurare i padroni pistoiesi delle nostre vite?
Dietro queste riflessioni a ruota libera, passano le immagini non di Putin e dell’Ucraina, ma di Mao Tse-tung e di Xi Jinping, senza dover risalire a Ivan il Terribile o a Pol Pot. Davanti a questa incontestabilmente vergognosa lesione del diritto di difesa della Turelli, l’avvocato Bonaiuti ha depositato un’eccezione processuale facendo rilevare la nullità dell’interrogatorio. Con la nota dell’avvocato si vuole mettere sotto i riflettori il discutibile modus operandi, cioè il metodo di indagine (?), con cui lavorano i sostituti pistoiesi coordinati da un PM che voleva lavorare per la «gente comune», come faceva scrivere a Massimo Donati del Tirreno.
L’avvocato Bonaiuti ha sottolineato che è stata la Turelli a chiedere di essere interrogata, ma ripetiamo che, se ciò non è avvenuto, è accaduto solo perché il duo De Gaudio-Serranti pensava a un “incontro al buio” più che a lavorare secondo i crismi della legalità procedurale.
Che ne dicono la Camera Penale e l’avvocato che da piccolo cantava pregando Gesù perché rivoleva i denti davanti? A Pistoia è tutto a posto? L’avvocato Niccolai non parla per eccesso di prudenza o di consenso al potere? In un commento su FB a un post dell’avv. Sarteschi in cui evidenzia l’assurdità del processo Bertinelli affermando che «Abbiamo assistito a un processo in assenza di prove, tanto che lo stesso pubblico ministero ha domandato la assoluzione per tutte e sette le incolpazioni…», il presidente della Camera Penale pistoiese non fiata sulle indagini, affermando però che in questo paese esse sono veramente troppe e che dopo, aver distrutto la reputazione politica dei soggetti coinvolti, si concludono così. C’è bisogno di qualche “correzione” o no?
A questo punto chiediamo all’avvocato Niccolai, che non ama affatto (e ben comprensibilmente) Linea Libera: esistono solo indagini/non-indagini che distruggono la reputazione politica, o anche indagini/non-indagini che distruggono anche un’esistenza? E quando un cittadino che chiede legalità viene messo agli arresti domiciliari per 104 giorni per il reato “inventato” di stalking giornalistico, coniato da un Curreli che favorisce l’immigrazione clandestina, non si cerca forse di tappare la bocca a una stampa scomoda come nella russia di Putin, nella Turchia di Erdoğan o nell’Italia di Mattarella e Draghi? Si distrugge, con indagini così, solo una reputazione politica o molto di più, tipo l’esistenza di un cittadino e la sua dignità umana?
Quando si decretano arresti domiciliari con tanto di braccialetto elettronico alla ragioniera Ctu Silvia Sarno, che pare essersi fedelmente attenuta alle indicazioni fornite dal giudice Nicoletta Curci, moglie del sostituto Curreli e operante nello stesso tribunale e su materie affini a quelle del marito, siamo dinanzi a una giustizia di garanzia o, piuttosto, a Scherzi a parte?
Quando si mette agli arresti domiciliari un comandante per il presunto furto di una chiavA della vigilA Traversi; e le si impedisce il diritto di difesa in fase di interrogatorio, si lede una reputazione politica o si compie un crimine contro l’umanità degno di una nuova Norimberga? Che ne pensa, presidente della Camera Penale pistoiese che vuole la libertà dell’Ucraina?
Quando di fatto (né Curreli né altri vogliono rispondere sul punto) si protegge un ragionier non-dottor Romolo Perrozzi, Ctu del tribunale e presumibilmente indiziabile di essere noto alla procura, visto l’omertoso silenzio di tutta la piramide del comando; quando si fa muro intorno a un Sindaco (Marco Mazzanti), a tecnici infedeli e comandanti dei vigili falsari e compiacenti agli scempi delle colline quarratine, e si arresta chi denuncia tali sconci, si distrugge una reputazione politica, signor Niccolai, o si commette davvero un «disegno criminoso» di quegli così cari al persecutore di padre Fedele Bisceglia?
E parliamoci fuori dei denti una volta tanto e per tutte, signor Niccolai. Come dovremmo definire questi comportamenti disastranti? Uno specchio di virtù o il fondàcciolo del vaso di Pandora?
Redazione
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Risultato di lavoro a più mani