processo politico 8. PLATONE AVEVA L’ACCADEMIA, ARISTOTELE IL LICEO: PISTOIA PUÒ CONTARE SU PROCURA E AULA SIGNORELLI. L’AVVOCATA GIUNTI, IL RAGIONIER NON-DOTTOR PERROZZI CTU DEL TRIBUNALE E LE “FREGNACCE DI PESCINA”

Non mi vergogno affatto di avere studiato nella scuola dei “sistemi gentiliani” dato che ho imparato a leggere, a scrivere e a fare di conto: non come tanti magistrati e avvocati di oggi. Lezioni sul reato di violenza privata


Ma guarda che casino per due miserrimi parcheggi!


 

SE LA PROCURA AVESSE LETTO E VISTO

C’ERA BISOGNO DI INCHIODARE CRISTO?

HA FATTO A CORSA SENZA FARE INDAGINI

ED HA SCOMPAGINATO LE COMPAGINI

 


Elena Giunti
Sarò anche cattivissimo me, ma, come una volta disse in classe il vescovo ortodosso di Pistoia, Silvano di Luni, parlando incazzatissimo della fu-preside Flamma: «Quando ci vuole, ci vuole!».
La grande comunista benefattorA-distruttorA del fu-liceo Forteguerri, infatti, gli aveva fatto perdere la pazienza e “rotto le uova di Pasqua”, attributi che hanno anche i vescovi, per quanto ortodossi.

Claudio Curreli
Premessa: non fatemi querela per le «fregnacce di Pescina».
Non è colpa mia – pur se sono comunque stato io a buttare il Covid-19 e a far scoppiare la guerra Russia-Ucraina, almeno secondo la procura delle meraviglie di Pistoia –; non è colpa mia se quel tipo di pasta lì, le Fregnacce appunto, esiste davvero e, dal momento che esiste, non potrà dirsi che non rispetta i tre canoni della scrittura da giornale, predicata secondo la trinità che difende e protegge il ragionier non-dottor Romolo Perrozzi. Intendo dire: Claudio Curreli; Elena Giunti (post Joannam Maderam et alios antea…); il sostituto f.f. Giuseppe Grieco.
I canoni sono: verità, pertinenza e continenza, capisaldi che la procura ignora e calpesta in ogni sua «non-indagine»…

Giuseppe Grieco
È bene chiarire che io non sono né un democratico salottiero da Capalbio e da 24 mila € al cane nella cuccia; né un ex-Pci fascista universitario alla Giorgio Napolitano, poi applauditore dei carri armati a Budapest; né un Baffino di D’Alema che aveva scarpette hand made da Cinderella del costo di appena 2 milioni a paio, con anche un mutuo da 15 milioni al mese (se non erro) per la sua “piroga” a vela, e oggi ha il 2% dei traffici d’armi.
No. Come un povero Cristo, sono figlio di un povero, ma onestissimo, falegname, morto di lavoro e orfano di guerra. È chiaro?

Tommaso Coletta
Se posso permettermi il lusso di non farmi perculare da magistrati e avv. varii, è grazie alla fascistissima riforma Gentile. Per la quale solo chi faceva gli studi classici poteva accedere a tutte le facoltà universitarie.

Gli altri andavano alle loro materie di indirizzo. E chi aveva fatto lo scientifico poteva fare tutte le facoltà tranne – udite! – Lettere e Giurisprudenza. Mi spiego?

Linda Gambassi
È stato grazie a uomini-preti che scrivevano lettere a una professoressa, che siamo giunti, gentile Giunti, ad avere laureati che le stesse commissioni per la professione di avvocato e per l’ingresso in magistratura, definiscono asini doc: ma meglio sarebbe – come diceva la buonanima della professoressa Margherita Cappellini – chiamarli quadrupedi o ancor più con 6 e/o otto zoccoli.

Luisa Serranti
E veniamo alle fregnacce di Pescina. Tante ne ho sentite in aula il 7 marzo scorso.
Ma in questo momento mi soffermo su quelle più etimologicamente appropriate, giuste, caldeggiate, sviscerate, sfilettate, marinate, mantecate, frullate, grigliate e trattate con amore e pathos dall’avvocata Elena Giunti.
La quale, per il suo ciceroniano impegno, ha pienamente meritato una appropriata e puntualissima lectura advocatae (in parodia di lectura Dantis), con note e chiose a margine.

Salvatore Maricchiolo
Come un cavallo al Sesana, l’Elena Giunti, piano piano, in un crescendo rossiniano studiatissimo, lento ma progressivo, ha rotto il trotto per passare a un inarrestabile galoppo.
Davvero brava, chapeau!
Placido Panarello

 

Luca Benesperi

 

Anonimo quarratino a cena al Croce di Malta
Perrozzi vittima di violenza privata?

Ma di che si parla? Del fatto che gli ho impedito di parcheggiare (per quante volte, di numero?) su due piazzole da sempre di uso pubblico, ma fàttegli chiudere illecitamente come parcheggio privato per divino intervento del Comune di Quarrata e, salvo errori, dell’ingegner Sassaroli, presso il cui studio lavorava, nel pomeriggio, il geometra Giorgio Innocenti, uno dei responsabili dei lavori pubblici del Comune stesso allora feudo della inutile, all’epoca, Sabrina Sergio Gori?
Il geometra Fiorello Gori, lavorava dal geometra Biagini di Valenzatico e, il factotum dei condoni, il geometra Franco Fabbri, dal fortunatissimo geometra Ponziani con pratiche respinte da Comune a livello vicino allo zero!

Questo era il Comune di Quarrata, care pie donne. Ma… è mai venuto il luogotenente Salvatore Maricchiolo a informarsi da me, lo stalker-calunniatore-violentatore privato-estortore-terrorista? O lo hanno mai fatto i CC di polizia giudiziaria, quelli più vicini e più conformi alla procura?

Ne ricordo un nome: Placido Panarello, Lions Club Piana; anche presidente del Lions, congrega in cui ruotano e gravitano geometri e ingegneri, gente del mattone con cui vanno ad attovgliarsi, al Croce di Malta a Montecatini, anche il sindaco Luca Benesperi – quando non rùmina e non ha da dire che gli abbiamo rovinato la pace dell’anima e la salute – e qualcuno della giunta di Quarrata che non vuole dircelo…

Perché si vergogna? Non è possibile, dato che a Quarrata nessuno si vergogna, visto che il Mazzanti si è tenuto in giunta Simone Niccolai, suo assessore all’edilizia e agli abusi, che aveva costruito capannoni abusivi dietro la sua abitazione. E – se non erro – gli ha dato il tempo di disfarli prima di mandargli un altro campione dei falsi documenti del Comune, Marco Bai, comandante dei vigili, molto più fortunato della Lara Turelli. L’ho scritto e riscritto e nessuno ha protestato: sono un visionario, un folle o… a Quarrata siamo in mezzo ai favoritismi, alla mafia e al sudiciume delle «autorità costituite» di cui la Gip Patrizia Martucci pretenderebbe che io mi fidassi?

Immaginate solo cosa accadrebbe se, ogni volta che un’auto parcheggia per qualche minuto dinanzi a un nostro cancello in città, si dovesse ricorrere all’escamotage della violenza privata. Pistoia dovrebbe vivere cronicamente sotto le sgrinfie del sostituto Curreli per passare poi a Grieco o a qualche altro solerte sostituto aspirante vigile?

Più che a fare lo scout e a coordinare il flusso dei clandestini in entrata, Curreli sarebbe costretto a consumare la vita occupandosi quasi esclusivamente di problemi di traffico e parcheggi – e forse (posso esprimere una personale opinione?) farebbe meno danni…

Se le violenze private sono queste, ma viva la violenza privata, avvocata Giunti! Non esisterebbero problemi come Capaci e Scampia o via D’Amelio non crede?

 

Ma la giustizia pistoiese è terza e imparziale?

 

Contratto di acquisto Perrozzi pag. 6. Ce lo deve spiegare la Cartabia?

 

Si deve proprio credere nelle «autorità costituite»?

 

Le domande sono:

— Lei sa, per certo e per numero, signora Giunti, quante volte è avvenuta questa mia violenza contro il Perrozzi?

— Lei sa per certo e senza ombra di dubbio che quelle piazzole sono state lecitamente fatte chiudere come parcheggio privato?

 — Lei sa che nel contratto di acquisto del Perrozzi, di proprietà esclusiva è registrata solo – oltre, ovviamente, gli immobili – l’aia che costui ha trasformato assai impropriamente in giardino? Ma anche in questo caso c’è un interessante inghippo giuridico che non intendo spiegarle, perché deve scoprirlo da sola o con i suoi affezionati sostituti, sulla cui non-informazione/preparazione può tranquillamente contare.

— Ha letto attentamente il contratto di acquisto Perrozzi? Io non credo.

— Ha letto accuratamente la legge nazionale sulla viabilità vicinale e interpoderale di cui più e più volte – sempre inutilmente – ho pubblicato le coordinate? Io non credo.

— Ha letto con sufficiente attenzione i due regolamenti urbanistici del Comune di Quarrata, uno dei quali prodotto anche con la collaborazione dell’ingegner Iuri Gelli, il falsario? Io non credo.

— Ha fatto ricerche accurate sulla giurisprudenza del Tar in merito? Io non credo, anche se ho pubblicato una sentenza del Tar Toscana perfettamente adatta al caso in esame e attualissima, relativa a Rossella Bencini Tesi e alla Fattoria di Bacchereto.

Più che convinto, sono certo che anche lei non ha letto una mazza di tutto ciò. Ha fatto come i CC di Quarrata, inaffidabili nell’andare ad attingere notizie non dalle vittime delle vere violenze private (gli esclusi da propri benefici e diritti di natura pubblicistica e generale – e mi spiace per il dottor Grieco…) ma dalla fonte (inquinata) Comune di Quarrata.

Come dire di chiedere al rapinatore: «Sei stato tu ad assaltare la banca?». Cosa pensa le risponderebbe, avvocata Giunti…?

Perrozzi ha parcheggi anche nella zona celeste e nella particella 438

La chiusura delle piazzole e delle tre strade vicinali-interpoderali del suo cliente Perrozzi, vittima di uno stalker spietato come me, è vietata e non da ieri, ma da sempre, gentile avvocata.

Lo spieghi anche a chi non distingue il diritto privato da quello pubblico, l’interesse legittimo dal diritto soggettivo. Ed è un non piccolo danno che questo avvenga in una procura della repubblica e contro un cittadino che ha semplicemente chiesto di ripristinare la legalità in un quadro di marasma di usi e abusi edilizi! Cui prodest? Per chi tutto questo, avvocata Giunti?

Studi, Elena Giunti; ma davvero, seriamente e afondo. Non faccia la brava bambina della scuola di don Milani, quella in cui non si può bocciare e dove basta dire o far capire di essere di sinistra per aver il Red Pass universale, buono anche per il paradiso di Bergoglio.

Oltretutto il suo cliente ha almeno altri 2 mila metri quadrati di terra a parcheggio tutta intorno a pochi passi dalle piazzole; parcheggio libero e disponibile per sé senza dover dire di essere privatamente violentato.

È che, fra tutti, nessuno di voi ha vera e piena cognizione di ciò di cui si sta discutendo: perché questa è la giustizia (?) italiana, un [dis]servizio approssimato, orecchiato, facilone di cui nessun imprenditore estero si fida, e che il popolo, il più delle volte, è costretto a subire pur con la ragione più chiara della luce del sole.

Questo glielo aveva fatto presente il non-dottore o lo ha opportunamente taciuto anche all’avvocata Lastraioli e alla Giovanna Madera, prima che a lei? Di questo lei si era accuratamente informata in ossequio alle norme della sua deontologia (?) dell’avvocato perfetto?

O si è limitata ad assumere le difese delle fregnacce di Pescina solo dopo i danni prodotti dalla sua collega di studio Giovanna Madera? L’aquila che poteva permettersi di scrivere direttamente ai sostituti (Curreli e Gambassi; e a tutta la la cancelleria penale di Pistoia) a mezzanotte del sabato (aveva La febbre del sabato sera?) e alle 21 della successiva domenica di agosto…

Un modus operandi, direi, cristallino. Da 110 e lode con abbraccio accademico!

Falso d’autore dell’ingegner Iuri Gelli + 3. Questo la procura non lo vede…
E non ha letto bene, gentile Elena Giunti, neppure i verbali dell’ingegner Iuri Gelli: che ha esplicitamente ammesso in aula che le tre strade vicinali/interpoderali delle terre del Ctu non-dottore, erano state chiuse dal Perrozzi.

Tanto che il giudice Luca Gaspari è intervenuto e ha chiesto: «Ma c’erano e ci sono cancelli o no?». E l’ingegnere ha dovuto rispondere di sì. Ristudi le trascrizioni.

Non faccia la furbetta con me, avvocata. Se lo lasci dire da chi il professore, quello vero, ha saputo farlo e che, pertanto, non si fa imbambolare da tanti discorsi di una ragazzina vivace, di una garzoncella scherzosa, ma forse un po’ troppo disinvoltina per i suoi gusti.

Un vetero-inefficiente, successore dell’inutile Sabrina Sergio Gori, che non vede a tre dita dal suo naso
Studi, le ripeto. Studi le carte. Carta canta. Approfitti di questo mese di pausa per spulciare non nel mio cellulare e nelle mie chat privatissime – come ha fatto il sostituto Giuseppe Grieco –, ma in una legge, due regolamenti urbanistici di Quarrata, e la giurisprudenza del Tar.

Si rivolga a un suo amico geometra, se mai, e si faccia commentare le mappe di impianto del catasto di Pistoia, anno 1954, in cui si vedono perfettamente tracciate e riportate le tre strade chiuse a cancellata e cancelli dal ragionier non-dottor Romolo Perrozzi, Ctu del tribunale di Pistoia.

Nei regolamenti comunali sono più specificamente riportate anche le piazzole: e c’è perfino scritto dell’altro. C’è codificato e stabilito il dovere che il Comune ha «di realizzare, sulle interpoderali-vicinali, apposite piazzole di sosta e di disimpegno dei veicoli». Lo racconti anche al dottor Grieco che non crede all’interesse pubblico del tema.

Va bene che i democratici di sinistra fanno le regole per poi disattenderle perché sono più bravi dei professori e dei giornalisti o ex-giornalisti: ma dobbiamo andarci di mezzo io e la mia famiglia, solo perché, senza aver fatto neppure un’indagine una, qualcuno ha deciso di dovermi mandare a processo per non risconoscere quanto spetta non solo a noi come famiglia, ma a chiunque intenda passare nell’area di Lecceto? Ed ecco l’interesse pubblicistico negato, insensatamente, dal sostituto Grieco.

Altro che Putin, con voi avvocati e con la sommaria e superficiale procura di Pistoia! E tutto questo squasso per difendere chi, viene da chiedersi?

E le sbarro il libretto!
Perciò concludo e dico:

Ma che ce frega, ma che ce importa,
Se l’oste ar vino c’ha messo l’acqua,
E noi je dimo, e noi je famo,
C’hai messo l’acqua, e nun te pagamo…

Se lo rammenta Lando Fiorini in La società dei magnaccioni?

Le rispondo così e aggiungo: parli solo dopo avere studiato studiato e studiato. E faccia studiare anche i sostituti che la pensano come lei e nei confronti dei quali lei si spertica in rosari di elogi e preghiere con richiesta di condanne feroci.

Per ora, signora Giunti, si può accomodare. L’esame è finito e con una bella sbarrata sul libretto. Torni fra tre mesi, ma torni studiata, come direbbe Tonino Di Pietro!

Alla prossima puntata e alle successive – cosa che infastidisce particolarmente l’avvocata Giunti, come lei stessa ha detto in aula – affronterò altri reati contestàtimi: calunnia (un corno), stalking (una mentula), diffamazione (una virga) e altro ancora.

E parlerò delle diffide alle avvocate di cui l’Elena Giunti si è indignata, ma anche della Tac del ragionier non-dottor Romolo Perrozzi, Ctu del tribunale di Pistoia con occhio tremulo-mafone.

Lo farò con appropriate contestualizzazioni, dotti riferimenti e filologici collegamenti al più famoso Tic Tac e al formidabile TikTok, conosciuto anche in Cina come Douyin.

Stia calma, per carità, nel frattempo, signora Elena Giunti! E se si sente offesa, pensi all’art. 599 cp, comma 2.  Pensi a quanto sono stato provocato io con tutte le bestialità che mi sono sentito rovesciare addosso, compresi 104 giorni di arresti domiciliari, affibbiati illogicamente dalla Gip Martucci.

Il comma 2 può farselo ampiamente illustrare, con sicura competenza, autorevolezza e dovizia esegetica e dottrinale, dal sostituto Claudio Curreli, che se ne è avvalso per scriminare la signora Milva Maria Cappellini moglie del fu ottimo comandante Andrea Alessandro Nesti, ex Vpo della procura di Pistoia (a lui ben noto…?).

Lei sa, infine, perché non si risponde a queste mie domande?

  1. Perrozzi, in veste di Ctu del tribunale di Pistoia, era noto a Curreli direttamente o per interposta di lui coniuge, Nicoletta Maria Curci, giudice delle esecuzioni?
  2. Sa quali e quante curatele il suo assistito ha avuto dal tribunale di Pistoia; e da chi, precisamente, nell’ultimo decennio?
  3. Riesce a comprendere per quale motivo nessuno voglia rispondere su questi punti essenziali per l’incompatibilità eventuale di Perrozzi in un giudizio come “in casa propria”?
  4. È compatibile che il sostituto Curreli, che mi dà lezioni di buon cittadino e bon ton, e mi insegna l’arte dello scrivere corretta informazione citandomi Montanelli, possa coordinare le associazioni accoglientiste che favoriscono ingressi di clandestini in Italia? È logico, legittimo e legale un comportamento come questo?

La saluto e la attendo alla prossima «Lectio magistralis de pistoriensis procurae insana corruptione».

Edaordo Bianchini
[direttore@linealibera.it]



Print Friendly, PDF & Email