PISTOIA-MONTAGNA. Sotto l’arme si diceva “tot” giorni all’alba, quando la ferma era obbligatoria per “servire la Patria” e quando tutti i modi e le forme erano buone per “scappare” a trovare la propria “morosa”.
Adesso, fortunatamente, il servizio è volontario e la morosa, ancorché occasionale, la si può tranquillamente trovare non chissà dove (e nemmeno in camerata) ma in confortevoli stanze con termosifone e frigo, sempre in caserma.
O tempora, o mores! Qualcuno penserà che questo incipit non ci incastri niente con quanto andremo ad esporre: errore! Anche nella Comunità Montana ci si scambiava favori o si tenevano gli occhi chiusi, tanto più quando si era Presidente o Assessore al Bilancio…
Non erano favori sessuali ma sempre di mercimonio politico, quelli sì. Si legga l’intervento del Consigliere La Pietra sulle concessioni a gratis (vedi).
L’11 giugno 2014 , dinanzi al Tribunale di Pistoia, inizierà il processo contro il reo confesso “G.S.” e il Comitato Recupero Ammanco in Comunità Montana avrà la gentilezza di farci sapere se reitererà la sua richiesta di comparire come parte civile. Perché le parti civili accettate non ci soddisfano e lo diciamo sinceramente spiegandone i motivi.
Se le parti civili che si sono proposte, e cioè la Provincia, il Comune di Cutigliano e quello di San Marcello, a partire dall’avv. Sarteschi (capogruppo Pd al Comune di Pistoia) pensano di ridurre il dibattito giudiziario alle sole responsabilità del “G.S”, la frittatina ad uso e consumo del popolo bue, sarebbe garantita.
Ci auguriamo che in questo processo non si parli solo del “G.S” e delle sue colpe ammesse, ma anche di chi le ha permesse, consentite e avallate o taciute. Troppo comodo, lo abbiamo sempre detto, abbuiare tutto con un solo colpevole e troppo comodo ridurre questo procedimento giudiziario a semplice “cosa di montagna”. Insomma: l’ottica e l’etica della “nebbia” non può bastare.
Vero è che le amministrazioni che sono risultate vincenti in queste elezioni e che hanno sostanzialmente messo in mano al Pd tutto il territorio montano da Sambuca a San Marcello, da Piteglio a Cutigliano a Abetone, potrebbero indurci a credere che l’obiettivo finale sia quello di mettere una pietra (tombale) su questo scempio più che quarantennale di sperperi e ruberie.
La lettera pubblica del neo-Sindaco di Cutigliano Tommaso Braccesi, induce a pensare il contrario; è una lettera coraggiosa alla quale, ci attendiamo, seguano concreti approfondimenti che anche il nuovo Sindaco di Piteglio, Luca Marmo, vorrà condividere, pur se per il momento non lo ha fatto e non ha parlato.
Non vorremmo, come estrema ma non finale beffa, che ci fossero proposti assessori-cariatide della vecchia guardia amanti del Dynamone/Comunone per fare tabula rasa del passato e ricominciare a essere giustificati dal “poteva non sapere”. Insomma, attenti al lupo! Attenti anche a non ridurre questo processo, che sta per cominciare, alla semplice e riduttiva analisi per stabilire un solo e semplice sparuto colpevole.
Lo abbiamo detto e ripetuto mille volte: c’è una quantità di responsabilità che non possono essere ridotte a una sola persona. Chi persegue questo obiettivo è un Giuda nei confronti di tutta la Montagna e della Giustizia stessa.
Anche gli elettori Pd che hanno votato in massa “il cambiamento”, non potranno non aggregarsi a quel 17% di elettori che a Cutigliano hanno chiaramente votato la polis prima ancora che il partito.
È senza dubbio un bel cuneo, che in Montagna potrà solo crescere e contribuire ad un reale cambiamento di rotta.