procura & legge. A SARCOFAGO CITY NESSUNO HA GARANZIE: I MAGISTRATI POSSONO ALZARSI E VIOLARE SENZA PROBLEMI I DIRITTI DI TUTTI

Il modus operandi del “tempio della legalità” spiegato in poche battute anche per i lettori profani. Dal dopoguerra ad oggi non sembra che la cosa sia andata a migliorare, tutt’altro


Ma vi sembra logico dover spendere milioni di euro per una giustizia organizzata in questi termini?


SE UN TRIBUNALE È FONTE DI NEQUIZIA

COME CREDERE PUÒSSI ALLA GIUSTIZIA?


Rivisto e aggiornato • February 22, 2023 •11:53:03 AM

Cos’hanno cincischiato, d’accordo fra loro, nel mio cellulare sotto sequestro illecito cautelare e perciò stesso intangibile, Salvatore Maricchiolo, Claudio Curreli e Leonardo De Gaudio? Ecco le garanzie costituzionali dove finiscono a Pistoia. Tutti sanno e tutti zitti: ma questo è un tribunale o un tempio massonico?

 

Marco Travaglio ha scritto più concime su Berlusconi di quante tonnellate ne contengano le discariche di Roma. Eppure nessuno ha pensato di dire che era uno stalker.

Io, solo per aver richiesto alla procura di Pistoia di analizzare i diritti del ragionier non-dottor Romolo Perrozzi, concèssigli, a mio parere e non solo, in maniera illecitamente illegale, mi sono visto accusare di stalking da avvocatoni costati alla presunta vittima un occhio della testa: il Paolo Landoni, la Diletta Lastraioli, la Giovanna Madera e, in ultimo, l’Elena Giunti.

Dietro a questi luminari giurisprudenti, si è scatenata la caccia alle streghe del sostituto Claudio Curreli, un magistrato discutibilissimo per i suoi pregressi e per il fatto che, della Costituzione, se ne frega altamente: non rispetta le leggi dello stato e lavora con la moglie nello stesso tribunale e in materie affini alle sue. Il troppo, ministro Nordio, stroppia.

Inoltre è più il tempo che Curreli passa in giro (ha l’aria di essere ubiquo come dio) che non in ufficio: e quando c’è, in ufficio, adopera la sua casella di posta istituzionale e il server di giustizia.it, pagati dal popolo, per scopi altri. E lo fa per presentarsi come addetto-stampa dell’Agesci-Scout: fatti e interessi privati, che a noi non interessano un bel nulla, veicolati impropriamente (art. 314 cp?) con strumenti d’ufficio.

Per questo stesso motivo il duo De Gaudio-Serranti ha chiesto il rinvio a giudizio della comandante dei vigili di Agliana, Lara Turelli: ma altro è un cittadino-comandante, altro è un signor magistrato, nonostante l’art. 3 della Costituzione sia piuttosto chiaro (ma… «io so’ io e voi non siete un cazzo!», caro Marchese Del Grillo). Eppure anche i magistrati sono, in teoria, soggetti alla legge (artt. 101 e/o 117). Immunità di libero arbitrio? O arroganza sfrenata e sfacciata del potere? Ditelo voi.

Un giorno mi arrivano tre carabinieri di Quarrata (il luogotenente Salvatore Maricchiolo è legato, anche fin troppo strettamente, agli arresti della Turelli e ai pasticci e agli abusi concordati con Curreli e De Gaudio: ma ve lo spiegherò a tempo e luogo…), e mi sequestrano 4 computer, 1 tablet, il mio telefono cellulare.

Sequestro cautelare, dicono, perché molesterei  il Perrozzi – sostengono. Non lo molesto: sto chiedendo a voi, Soloni e Catoni che fate come vi pare, di verificare se costui sia stato favorito o no da un Comune di Quarrata che fa pena. Lo so che è stato favorito: le prove sono negli strumenti di legge e regolamentari. Ma voi, Soloni e Catoni, non sapete né leggere né scrivere. O non volete…?

Si vede benissimo, però, che il Perrozzi sta un po’ troppo a cuore a Curreli e ai CC. Che sia individuo noto a loro e amichevolmente trattato dalle «autorità costituite» della Gip Patrizia Martucci? Chiedo spiegazioni: e nessuno mi risponde. Chi tace, si dice, acconsente…

La Gip Martucci è partita in tromba (lo fa anche troppo spesso: rasentando perfino il ridicolo, a mio parere. Ve lo farò vedere in séguito…). È lei che ha deciso il sequestro dei miei strumenti di lavoro su un guazzabuglio di copia-incolla di Curreli – o meglio della sua tirocinante, che magari è al lavoro mentre lui è in giro a piantare alberini al Forteguerri.

In procura sono tutti geni della legge, ma in questo caso ignorano alla grande che ai giornalisti non si possono e non si devono sequestrare computer e cellulari. Tuttavia il Gip fa come gli pare, come si può ben vedere.

La Gip Martucci mi toglie gli strumenti di lavoro perché potrebbero essere pericolosi nell’opera di stalking verso il non-dottor Perrozzi. Peccato che sul mio cellulare non ci sia nemmeno 1 messaggio 1, una telefonata una all’indirizzo di questo discutibile ragioniere che si professava impropriamente dottore senza esserlo.

La Gip Martucci mi ordina di stare a 300 metri dai piedi del Perrozzi (e chi mai è andato a pestargli i piedi?) e, al tempo stesso, di non comunicare con lui in alcun modo: non mi impone di smettere di scrivere sul solito argomento. Probabilmente lo sa che non può spedirmi ad Auschwitz.

Evidentemente la dottoressa Martucci ha problemi con la lingua italiana e con il complemento di compagnia. Io, perciò tranquillamente, continuo a scrivere e non violo alcun ordine.

Il Sig. Curreli, titolare del fascicolo contro il giornale, da che parte sta? Con la legge o contro la legge?

Però poco dopo mi trovo agli arresti domiciliari. Perché? Ho comunicato forse con il Perrozzi non-dottore? No. E allora, perché Curreli & C. lo vogliono così accuratamente difendere dalle aggressioni frutto di fantasie disturbate? È un loro amico? Del resto il non-dottore si professa consulente del tribunale: che sia stato utilizzato o da Curreli o dalla di lui moglie, Nicoletta Maria Curci, giudice delle esecuzioni immobiliari?

Chiedo ancora spiegazioni: ma il tempio (massonico?) della giustizia pistoiese o è fatto di convitati di pietra o, forse, di teste di pietra che non ragionano.

La Gip difensorA a spada tratta delle «autorità costituite» (Comuni, CC, sindaci tipo-Mazzanti e quant’altro) fa come vuole e non come logica e legge richiedono. Tant’è che il Tribunale del Riesame di Firenze annulla la sua decisione, illecita quanto l’oro di Bologna che a guardarlo si vergogna.

La procura (Curreli) sembra ossessionata dalla voglia di punire. Al piantumatore di alberi inutili al Forteguerri (Curreli) si affianca il sostituto Giuseppe Grieco. Si può perfino pensare (opinione è reato?) che ce l’abbia con me perché – contrariamente ai suoi ordini impartiti alla stampa organica obbediente – io ho raccontato a tutti l’osceno processo impancato da Renzo Dell’Anno contro il luogotenente Sandro Mancini; un processo poi portato avanti dal suo braccio destro Grieco, e finito – come meritava – in una ritirata napoleonica stile-Russia.

In aula il giudice Luca Gaspari, informato di tutto, avalla, calmo e placido come il Piave, tutte le tesi oscene dei suoi colleghi e rilascia una scarica di legnate (su me e su Alessandro Romiti) perché a Pistoia chi fiata è bollato come «estremamente pericoloso» se non addirittura terrorista. Pistoia accetta solo “budini molli” a scrivere sui quotidiani allineati e coperti.

Curreli, a colcusione del processp, ha perfino l’ardire di chiedere la confisca delle mie cose sequestrate. Vuole tenersele per poter far sparire le prove della sua inefficienza sprezzante della legge e dei diritti dei cittadini? Perché mai, invece di imporre le mani sul gelso-moro di Antonino Caponnetto, non si comporta come da Costituzione, leggi e codici etici della Anm, associazione nazionale magistrati, di cui è rappresentante su Pistoia? Non vi pare una palese contraddizione?

Se certe cose le capisco io che non sono nessuno, neppure un vero giornalista d’inchiesta – come affermano in aula, con pomposa presunzione, Grieco e Curreli –, come hanno potuto, alcuni dei sostituti della procura, laurearsi e riuscire a scivolar dentro la magistratura per concorso? Possiamo chiedercelo o è vietato?

L’imposizione delle mani con la Costituzione e le leggi non ha alcuna attinenza. Né con la Terra Aperta. Né con il lavoro non consentito con la moglie nello stesso tribunale. E quanti ce ne sono di incopatibili a Pistoia? Tutto questo è o non è corruzione?

Paradosso:

  1. la Martucci mi ha fatto arrestare perché ho continuato a scrivere sui casi del non-dottor Perrozzi;

  2. le avvocate del Perrozzi, del Benesperi e del Ciottoli, hanno chiesto di oscurare il sito di Linea Libera;

  3. ma (notate, o ciechi tutti) in tandem sia Tommaso Coletta che Claudio Curreli hanno risposto alle avvocate inferocite che “non si può impedire, a chi vuole scrivere, di scrivere ciò che vuole” – e allora, geni della logica giuridica, dove starebbe lo stalking? Nei vostri cervelli di pietra, forse?

  4. nonostante tutto, però, sono stato tenuto agli arresti domiciliari perché questa, evidentemente, era la condanna da influggere a chi non obbedisce perché non ha un cervello di pietra. Da infliggere – posso dire – a ogni costo?

Perciò a Pistoia siamo nell’alveo della Costituzione più bella del mondo, sorella di Mattarella come dice Roberto Benigni, o in un “processo” di kakka, più che di Kafka?

PQM & QDE

la procura e il tribunale di Pistoia non garantiscono affatto lo “stato di diritto” al cittadino, ma contribuiscono a creare ed aggravare un più che giustificato senso di sfiducia del popolo nei confronti della legge e della giustizia amministrata in suo nome.

Chi non è d’accordo, alzi la mano e confuti, con argomenti certi e logici, la tesi sopra illustrata.

Tutti tranne, ovviamente, Claudio Curreli che è anche un “elemento entropico” di anarchia giudiziaria in quanto, coordinando Terra Aperta favorevole all’accoglienza dei migranti caldestini, riscuote lo stipendio del popolo italiano, contro cui di fatto rema, disobbedendo ai suoi doveri costituzionali e alle leggi dello stato. Amen.

Edoardo Bianchini
[direttore@luinealibera.info]


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