PISTOIA. Pubblichiamo l’opinione di un lettore sull’ipocrisia…
Piccola premessa: mi costituisco alle autorità per aver commesso il reato di “atti contrari alla pubblica decenza”, consistente nell’aver urinato all’aperto, riparato solamente dal tronco di un albero. Abbiate pazienza ma quando scappa, scappa!
Lo dico così, tanto per evitare di fare la fine del professore bergamasco che, undici anni fa, venne licenziato (udite udite: un dipendente pubblico licenziato) per non aver riportato nell’autodichiarazione in cui certifica di non aver subito condanne o provvedimenti, di aver in realtà subito una condanna passata in giudicato per aver (come ho fatto io) urinato all’aperto dopo una sostanziosa cena tra amici.
Data la svista del docente, il dirigente scolastico dell’istituto in cui lavorava lo censurò, ma la Corte dei Conti ritenne più adeguato il licenziamento. Direte voi, chi se ne frega, un dipendente pubblico in meno a cui pagare lo stipendio.
Ma il problema riguarda proprio la parte finale della vicenda, ossia il licenziamento di quel simpatico peccatore, poiché si evince da tutto ciò che un insegnante ritenuto pure valido è stato obbligato a lasciare i suoi alunni per essersi dimenticato di scrivere su un foglio che un po’ di tempo prima aveva annaffiato un cespuglio facendoci pipì.
Adesso a me verrebbe da dire che non me ne frega un beneamato piffero di dove si svuota la vescica un insegnante che potrebbe essere un mio professore, o di mia sorella, o di mia figlia, insomma di qualcuno a cui io tenga particolarmente. Perché come si può affermare che quegli studenti ci abbiano sicuramente guadagnato dal licenziamento del proprio insegnante?
A giudicare dai quattrocento manifestanti a sostegno del professore presenti in piazza sabato pomeriggio, verrebbe da dire il contrario. Però la legge non si discute, le sentenze tanto meno, e alla burocrazia infernale dobbiamo abbassare il capo, pena la perdita del lavoro.
Il nostro è un paese di sepolcri imbiancati, soprattutto in un settore come quello dell’istruzione, sia a livello liceale che a livello universitario, dove troviamo insegnanti inetti e vagabondi, o corsi universitari con più assistenti del professore che studenti.
Ma dato che soprattutto a scuola si insegna la cultura (tanto sbandierata dal premier che la vuol usare come arma contro l’Isis), e che la nostra cara Pistoia sarà capitale della cultura per tutto il prossimo anno, vedremo se riusciremo ad uscire da questo maleodorante pantano che puzza di ipocrisia.
Lorenzo Zuppini
Buona sera Lorenzo: essendo bergamasco ho notizie piuttosto fresche sul caso. Non solo è stato licenziato a distanza di anni dal fatto. Ma il fatto si è così svolto:
Festa patronale ad Averara, “paesello” di 180 anime in alta Val Brembana, che io conosco bene per averci fatto un fantastico fine settimana da adolescente. Era una delle mie prime uscite con pernottamento fuori casa… Le garantisco: un buco in cima al mondo tra prati e boschi delle Prealpi Orobiche dove è praticamente impossibile che ci sia qualcuno che noti uno che piscia dietro l’immancabile abete. Il nostro Prof. fu sfortunato: finita la sagra, una birra di troppo, va a bordo sentiero dietro un cespuglio per fare pipì e chi ti passa proprio in quel mentre in cima alla valle? Una volante…si ha capito bene….in città non ne trovi una se serve ma lì, a 1200 mt d’altezza, tra quelle 4 cascine ti passa la volante. Gli fanno la paternale e tutto sembra finire lì. Invece a distanza di anni arriva una notifica a presentarsi in Tribunale. Il Prof. si presenta, e si becca un’altra ramanzina. Crede sia finita e per un bel po più niente. Fino a quando scopre a spese sue, che in realtà aveva ricevuto una condanna. E’ padre di tre figli e perde il lavoro per aver pisciato in mezzo a un prato dopo una birra, con le mucche e i campanacci come contorno. Quindi a questo punto, visto che il buon senso scarseggia anche tra giudici e provveditori io sento impellente la necessità di andare all’uscita del Tribunale e del Provveditorato di Bergamo a fare…pipì…tanta pipì.
Ho preso altre informazioni: Il Prof si chiam Stefano Ro: il fatto risale al 2005 (la pisciata fuori ordinanza), erano le 2 di notte e in giro c’erano lui, i lupi e la volante. Egli è stato sanzionato da un giudice di pace con 200 euro di multa senza menzione sulla fedina penale. Quando iniziò ad insegnare sottoscrisse quindi un certificato dove dichiarava di non avere condanne penali. Nel 2013 il suo dirigente scopre il fatto e lo sanziona in modo leggero con una censura. A questo punto interviene niente di meno che la Ragioneria dello Stato, che chiede al dirigente spiegazioni circa la lievità della sanzione: il mentecatto ha mentito che diamine! (che sia in buona fede perchè la fedina penale è immacolata poco importa). Quindi, udite, udite, la poderosa macchina statale mette in campo anche la Corte dei Conti che intima al dirigente di licenziare il reprobo piscione (ma qualli danni economici avrebbe arrecato allo Stato la Corte dei conti non lo spiega): e così viene fatto. Altro che Kafka: a confronto “Il processo” è roba leggera.
Commento: in una scuola dove insegnano ancora pedofili condannati in via definitiva, in una PA dove, sempre citando la Corte dei Conti, nel 2015 7000 dipendenti infedeli hanno causato un danno erariale di 4 miliardi tondi e non uno è stato licenziato, possiamo noi restare indifferenti? secondo me no, Vi invito ad intasare la mail del MIUR http://hubmiur.pubblica.istruzione.it/web/istruzione/home
con lettere di protesta, maledizioni, incantesimi e quanto altro.
Buona giornata
Credo che doveva entrare il secondo in graduatoria o forse si è rivolto in maniera non proprio garbata contro le forze dell’ordine; altrimenti non si spiega io in montagna persone che si fermano a borso strada a fare i bisognini le trovo anche di giorno e non ho mai chiamato la polizia… se si considera che Scattone è stato condannato per omicidio ma può benissimo continuare ad insegnare boh è tutto da rifare