Dal finocchietto alla Finocchiona: quando l’agricoltura è di qualità. Visita della vicepresidente Stefania Saccardi in Val di Chiana
FIRENZE. Prodotto capace di integrare tra loro le filiere col risultato di offrire un sapore unico e originale, la Finocchiona IGP, come ha avuto modo di sottolineare la vicepresidente, è uno dei simboli dell’identità della Toscana e della sua attenzione alla biodiversità e alla valorizzazione di metodi di coltura tradizionale senza uso di fitofarmaci.
Accompagnata dal presidente del Consorzio di tutela della Finocchiona IGP, Alessandro Iacomoni, dalla vicepresidente Antonella Gerini e dal direttore Francesco Seghi, Saccardi ha fatto visita prima a un’azienda produttrice di finocchietto selvatico, la “Sapori della Toscana” nel comune di Cortona (AR), che coltiva un ingrediente fondamentale della finocchiona a cui il salume deve il suo nome.
È qui che il Consorzio ha preso a promuovere un progetto di tutela e prolificazione delle api. Con la donazione di tre arnie con api impollinatrici sta favorendo la produzione naturale del finocchietto e al tempo stesso il lavoro delle api, sentinelle dell’ambiente, che con il loro lavoro instancabile sono amiche dell’agricoltura regalando un prodotto di qualità che arricchisce la Finocchiona IGP, donandole il suo inconfondibile sapore.
“Questa è un’esperienza produttiva di valore assoluto – ha detto l’assessora all’agroalimentare Stefania Saccardi – e testimonia al meglio come questo prodotto, la Finocchiona, abbia saputo mantenere la sua originalità ed il suo legame con il territorio. L’esempio di questa azienda agricola, che coltiva il finocchietto selvatico e anche altre spezie necessarie per produrre altri salumi, è la dimostrazione delle garanzie che offre una filiera di qualità, capace di unire la ricerca continua sugli ingredienti all’obiettivo di tutelare i consumatori, offrendo un prodotto sano che, al contrario di quanto si teme in certi ambienti europei, non è affatto dannoso, consumato, come tutti gli alimenti, in modo equilibrato e corretto”.
“Il Consorzio —racconta il presidente del Consorzio, Alessandro Iacomoni —vuole fare in modo che al territorio torni qualcosa in termini di sostenibilità ed ecologia: il progetto vuole proteggere l’ambiente e aiutare l’impollinazione naturale grazie alle api bottinatrici delle casette. Con questa attività vogliamo dare valore aggiunto al territorio in termini di mantenimento della biodiversità e preservazione dell’ambiante. La ricetta della Finocchiona IGP nasce secoli fa dalla conoscenza di questi territori, dal saper utilizzare le risorse dei semi e dei fiori di finocchio spontaneamente offerti da Madre Natura, la stessa che ci chiede aiuto e protezione oggi”.
Il giro di Saccardi è proseguito poi a Monte San Savino (AR) presso uno degli stabilimenti che produce gran parte della Finocchiona IGP che nasce all’interno del Consorzio.
“Qui vediamo con i nostri occhi come nasce un prodotto di qualità — ha proseguito Saccardi — controllato, verificato e legato al territorio che ne rappresenta un valore. E per questo abbiamo intenzione di legare in modo sempre più stretto i nostri prodotti alla salute, perché ne rappresentano un valore.
La qualità della nostra alimentazione è una parte importante della salute di cui la sanità è solo il 20 per cento ma il restante 80 è rappresentato dalla dieta, dagli stili di vita e dalla prevenzione. Se siamo una delle regioni più longeve è grazie anche alla alimentazione e alla qualità dei nostri prodotti che hanno valori nutraceutici molto forti e oggi sono fortemente riscoperti. Per questo vogliamo trasmettere l’idea di un’agricoltura e di una filiera rispettose dell’ambiente e del benessere degli animali, un’agricoltura sempre più attenta alle ragioni dell’ambiente”.
[bini — regione toscana]