PROGETTO MO.TO.R.E, STORIA DI CARTA, SOLDI & MANDOLINI

Il capannone del MO.TO.R.E. - Lotto-G
Il capannone del MO.TO.R.E. – Lotto-G

SAN MARCELLO-MONTAGNA. Siamo, dipende dall’interpretazione che si vuol dare al periodo, sul finire dei secoli bui o all’inizio del Medioevo. La Comunità Montana implode su se stessa e un raggio di sole sembra illuminare le verità nascoste della buona politica che da 40 anni governa o sgoverna la Montagna; l’ospedale modello Lorenzo Pacini di San Marcello viene sfogliato come un carciofo – metafora tanto cara al dott. Abati, direttore della Asl 3 Pistoia – e chiuso, nella sostanza, sul finire del 2012; il consorzio misto pubblico privato Cii, Consorzio Impresa e Innovazione, una mirabile operazione tecnico-finanziaria volta a rilanciare la zona industriale ex-Smi-Europa Metalli-Kme, continua a palesare evidenti e conclamati limiti progettuali che porteranno al fallimento dello stesso consorzio nel 2013.

Questo in estrema sintesi il quadro storico-industriale e l’humus in cui si sviluppa il progetto MO.TO.R.E, i cui albori risalgono, al lontano 2011.

Neanche un motore di Formula 1 richiede uno sviluppo e una progettazione così lunga. Ma nell’amministrazione pubblica vale sempre il vecchio adagio del “chi va piano va sano e va lontano” e qui i soldi di Pantalone bisogna essere sicuri che vengano allocati bene.

Una gestazione durata cinque anni, ma ora la Formula 1 che rilancerà la Montagna Pistoiese, è in pista per correre il suo gran premio, con in palio ben un milione di euro.

MA CHI SONO I NOVELLI SCHUMACHER E VETTEL?

Miguel so’ sempre mi diceva il Merendero, simpatico personaggio di Carosello che tornava sul veliero (per cultura vedi anche qui). Nel tempo si sono registrate defezioni e avvicendamenti, ma anche conferme, e alcuni piloti, dopo aver portato fuori strada il bolide da 20 milioni di euro del Cii (vedi Renzo Bardelli qui), risalgono sprezzanti del pericolo su una macchina e scaldano il MO.TO.R.E.

Miguel son sempre mi
Miguel son sempre mi

L’equipaggio del Cii, al tempo di Gianfranco Venturi in Provincia, si parla degli anni 2000 in pieno millennium bug – ma siamo sicuri che il bug abbia colpito i computer? –, era composto da: Cciaa, la Provincia, i Comuni di Pistoia, San Marcello, Monsummano, Quarrata, Lamporecchio, l’Associazione Industriali, la Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia e la Breda.

Nel MO.TO.R.E. troviamo: Regione Toscana, new entry in veste di finanziatore, Provincia di Pistoia, confermato in veste di sostenitore/sponsor, la Cciaa di Pistoia, confermato in veste di sostenitore/sponsor, Comune di S. Marcello Pistoiese, confermato in veste di beneficiario (?) e poi new entry, no, non il Merendero, ma il prezzemolo Uncem di Giurlani, nella veste di pro-MO.TO.R.E. Il gestore della manna, per il momento manca, ma ne parleremo dopo. Quindi tenete a mente queste figure: Finanziatori, Sponsor-Promotori e Gestore. Vi dice niente? Tiriamo innanzi.

MA COS’È IL PROGETTO MO.TO.R.E.?

È innanzitutto un etichetta, acronimo di Montagna Toscana Ricerca Energia, un termine che si presta a molti giochi di parole, similitudini e facili slogan. In questi anni i registi che siedono in cabina, soprattutto sotto elezioni, cioè sempre, non si sono certo risparmiati, inserendolo all’occorrenza nel proprio programma elettorale (Vedi programma Cormio pag. 6) o, perché no?, nella relazione di fine mandato. Perché per concretizzarlo, farlo diventare reale, tangibile e soprattutto credibile, è semplice come prendere un confetto Falqui: “Basta la parola”. Ed ecco quindi il progetto, presentato come grande opportunità di rilancio dell’economia, che viene sempre dato per imminente e prossimo alla realizzazione, se non addirittura pronto: “Progetto MO.TO.R.E, un progetto per rimettere in moto l’economia della Montagna.”

Dalla relazione di fine mandato del Presidente della Provincia di Pistoia Federica Fratoni
Dalla relazione di fine mandato del Presidente della Provincia di Pistoia Federica Fratoni

A breve ci saranno le Regionali ed ecco che la banderuola, forse una di quelle che vede Dante nel canto III dell’Inferno, viene sventolata e tutti… dietro: E io, che riguardai, vidi una ‘nsegna | che girando correva tanto ratta, |che d’ogne posa mi parea indegna; | e dietro le venìa sì lunga tratta | di gente, ch’i’ non averei creduto | che morte tanta n’avesse disfatta.

Continuando con le similitudini, iniziate dai nostri registi-piloti-politici, si potrebbe aggiungere che i motori per loro concezione sono dei dispositivi meccanici che bruciano un qualcosa e fanno fumo e anche il progetto MO.TO.R.E si attiene a questa semplice regola costruttiva. Quanto costi il carburante è certo: 999mila euro di finanziamento regionale e 101.000 euro a carico dei cittadini del Comune di San Marcello.

Più difficile capire, forse per via del fumo prodotto che ammorba e impedisce di vedere chiaramente, cosa muove o muoverà.

A capire e entrare nelle segrete cose ci provò un giovane ingegnere del settore all’incontro organizzato dalla Cna nel febbraio 2013 (vedi Quarrata/news: MO.TO.RE, avanti tutta! Ma a partire sono sempre i superesperti esterni che si divideranno una torta da un milione). Gli rispose un Virgilio improvvisato e rivolgendosi al povero diavolo che tanto aveva osato, favellò il: Vuolsi così colà dove si puote / ciò che si vuole, e più non dimandare; questo è un progetto politico! Della serie “fatti i cazzi tuoi”, alla Crozza.

Non rimane quindi che riportare pedissequamente la descrizione ufficiale degli obbiettivi che si prefigge il progetto: “realizzare, all’interno dell’area ex-Sedi di Campo Tizzoro, completamente rinnovata – i non adepti devono ripetere la locuzione “completamente rinnovata” almeno 10 volte per autoconvincersi –, una struttura di collegamento fra i progetti di ricerca in ambito energetico e le dinamiche di evoluzione dei processi industriali con scappellamento a destra prematurata. Antani di incontro fra chi, da un lato, fa ricerca e realizza nuove tecnologie, e chi, dall’altro, vuole implementare nuovi sistemi di produzione, attraverso l’innovazione e le energie rinnovabili. Altro obiettivo è quello di innovare il sistema produttivo locale, puntando sulle energie rinnovabili e la sostenibilità ambientale, attraverso la ricerca, lo sviluppo dei processi industriali e l’attrazione di investimenti per nuovi insediamenti produttivi”.

È vero c’è qualche antani di troppo, ma in fondo chi se ne accorge? I temerari possono sempre scaricare il testo integrale dal sito istituzionale della Provincia di Pistoia qui.

Perché MO.TO.R.E lo abbiamo capito: ora manca da capire il progetto, in english: project. Dunque ci sono gli sponsor, c’è il promotore, ci sono i finanziatori; in english: financing. Tirando le somme, si ottiene un bel project financing, la stessa formula contrattuale utilizzata per la costruzione dell’ospedale San Jacopo di Pistoia. Qui però il progetto è finanziato totalmente con soldi pubblici.

Interno del lotto G1
Interno del capannone lotto G1

Nel bando del project financing, scaricabile qui, l’oggetto della concessione sono i servizi consistenti nella gestione del progetto, previa progettazione e realizzazione di opere edili necessarie e accessorie al servizio, per una durata di anni 10. I primi 5 anni di gestione sono a gratis, poi dal sesto si paga 10mila euro di canone.

Di quali servizi si tratti non è dato saperlo, però per farli sarà necessario realizzare opere edili. Come? Ma non era, così abbiamo letto, tutto lindo e nuovo? Per quale motivo se i capannoni sono ubicati in un’area completamente rinnovata sono necessarie opere edili? Forse sono di lieve entità?

Per capire come stanno le cose viene in nostro aiuto l’ing. Alessandro Venturi, che nella perizia di stima datata 3 luglio 2013, redatta per conto del curatore fallimentare del Consorzio Cii, dott. Massimo Fanucci (padre di Edoardo), descrive lo stato in cui versano i capannoni dell’area ex-Sedi fu Smi, poi Europa Metalli-Kme e ora Cii in fallimento, tra cui il G1, cioè il lotto individuato dal Comune di San Marcello quale capannone più idoneo ad ospitare le attività del Progetto MO.TO.R.E. (vedi delibera Consiglio Comunale di San Marcello P.se n. 6 del 24 marzo 2014 ).

Lo stato dei capannoni dell’area è il seguente:

I capannoni risultano all’interno quasi tutti ancora allo stato “grezzo […] non risultano dotati di impianti funzionanti per l’uso di energia elettrica, gas metano, acqua potabile, ed impianti antincendio ed infine si sottolinea l’assoluta mancanza di servizi termo-igienico-sanitari e/o di impianti idrici di alcun genere. Trattandosi dunque sostanzialmente di immobili al “grezzo”, mancano ovviamente tutte le opere necessarie per essere agibili; inoltre a fine lavori dovranno essere rivisti e/o rettificati gli accampionamenti catastali con le relative pertinenze esclusive e/o comuni, oltre agli eventuali nulla-osta dei Vigili del Fuoco, e quant’altro previsto dalle vigenti normative, in funzione delle attività che verranno iniziate.

La perizia di stima può essere scaricata integralmente da qui. Rimane da spendere (il termine è involontario ma appropriato) due parole sul gestore della manna. Trattasi di un’associazione temporanea d’impresa (Ati) con capofila il Gal Garfagnana, società consortile a responsabilità limitata, non a scopo di lucro, con capitale misto pubblico-privato, impegnata nel sostegno e nella promozione dello sviluppo dell’occupazione.

Il Gal prima di partecipare, come capofila al bando indetto dal Comune di San Marcello, ha seguito le pratiche istruttorie del progetto per conto del Comune. Ha preparato il compito e poi lo ha svolto.

Riassumiamo i termini della questione:

  • Dagli anni duemila le amministrazioni pubbliche e enti collaterali vari, tentano di appropriarsi dei capannoni della ex-Smi
  • Acquistano l’intera area con una società prima privata, C.i.i. Srl, poi trasformata in consorzio pubblico, C.i.i. Scrl, spendendoci e non sono bastati, più di 20 milioni di euro.
  • Perdono capre e cavoli e ora ne riacquistano, uno già ampiamente pagato con precedenti soldi pubblici

Risultato = 15 anni per acquistare un capannone inagibile da ristrutturare.

Per la semplice legge dei numeri, dopo il filotto, Comunità Montana, Ospedale e Cii, questa deve essere per forza la volta buona per la Montagna. O forse no…?

Vedi:

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