Il progetto della Società della Salute Pistoiese fornisce un supporto alle famiglie in difficoltà. La prestazione prevede la presenza di un Assistente di base o di un OSS. Il servizio può essere attivato da personale infermieristico o medico
PISTOIA. Al via Prontoassistenza, un nuovo servizio sperimentale di assistenza domiciliare della Società della Salute Pistoiese. Il servizio è rivolto ai soggetti fragili in condizione di non autosufficienza, che necessitano di una presenza costante di un caregiver e non hanno attivo nessun supporto sociosanitario e socioassistenziale domiciliare.
L’iniziativa nasce dalla necessità di fornire un supporto alle famiglie in difficoltà, ampliando i servizi disponibili a livello territoriale e privilegiando come luogo di cura il domicilio dell’assistito.
Come si realizza l’intervento – Il progetto prevede un pacchetto di 20 ore totali di presenza di un addetto all’assistenza di base (Adb) o di un operatore socio sanitario (OSS) a disposizione della famiglia. La programmazione oraria sarà concordata con la famiglia e/o con il caregiver.
Chi propone il servizio – Il servizio di Prontoassistenza può essere attivato direttamente da infermieri di Famiglia e Comunità (IfeC), dal medico di medicina generale o da un medico specialista. Chi attiva il servizio, raccoglie i dati necessari e li comunica ai responsabili della Società della Salute. L’addetto all’assistenza di Base/OSS concorderà con la famiglia ed i professionisti gli orari di intervento.
Durata del progetto – Il progetto sarà attivo fino al 31/12/2022 o comunque fino all’esaurimento dei fondi stanziati. Il progetto “Prontoassistenza” permette l’attivazione di circa 900 ore di assistenza e si aggiunge ad altri progetti sulla domiciliarità già attivi e che attingono risorse da fondi per la non autosufficienza e fondi sociali europei (FSE).
Come attivare il servizio – È possibile attivare tutte le prestazioni socio sanitarie rivolgendosi ai Punti Insieme e ai Segretariati Sociali presenti sul territorio.
Celesti: “Fondamentale alleviare il carico ai caregiver — Questo progetto va nella direzione della presa in carico a 360 gradi della persona malata, non soltanto per quanto riguarda la sua patologia ma anche per tutto quello che è il suo vissuto, a partire dai familiari che lo accudiscono – afferma la presidente della SdS Pistoiese, Anna Maria Celesti —. Il servizio è effettuato in fase sperimentale nei mesi di novembre e dicembre, in collaborazione con i medici di medicina generale e con i coordinatori infermieristici del territorio proprio per supportare tutte quelle famiglie che sono prive di qualsiasi tipo di assistenza. E’ fondamentale alleviare il carico a tutte le persone che ruotano intorno alla persona malata”.
Romagnani: “Importante collaborazione fra medici e infermieri” – “Credo sia molto importante la creazione di questo progetto, utilissimo per i pazienti in difficoltà – sottolinea Lara Romagnani, Coordinatore Aggregazione funzionale territoriale (AFT) —: uno strumento per infermieri e medici di famiglia, all’insegna anche della collaborazione tra le due figure professionali sempre nell’interesse dei pazienti”.
Pantini e Gasperetti: “Individuare i bisogni e personalizzare i percorsi” – “L’Infermiere di Famiglia e Comunità assiste il cittadino al proprio domicilio — commentano i Coordinatori Infermieristici per l’Assistenza Infermieristica domiciliare zone AFT1 e AFT2, Marco Pantini ed Emanuele Gasperetti —. Il rapporto di prossimità con i pazienti e le loro famiglie permette di avere un ruolo privilegiato nell’individuare i bisogni assistenziali e di rispondere in maniera efficace seguendo il criterio della personalizzazione dei percorsi”.
Alla conferenza stampa è intervenuta anche la signora Maria, moglie di Santo Mare, il paziente da cui è nata l’iniziativa e alla cui memoria è dedicato il progetto
[vannini —sds pistoiese]